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Affollata manifestazione contro la discarica. Il sindaco Alfonso polemizza con Vendola che impone decisioni dall’alto. Prima summit con i sindaci del territorio e poi incontro con Florido.

Rifiuti: Un popolo manifesta senza essere ascoltato da chi ha il potere

Centinaia di persone si sono unite alla manifestazione organizzata dal "Presidio permanente no-discariche", hanno attraversato il paese, percorso la Taranto-Lecce spazzata dalla tramontana, fino a raggiungere la discarica Vergine
11 novembre 2007
Fonte: Corriere del Giorno

Emergenza Rifiuti FRAGAGNANO - Stavolta si sono arrabbiati, e parecchio. Le ultime ordinanze "calate dall’alto" di Vendola e Pellegrino sullo smaltimento dei rifiuti leccesi nelle discariche ioniche, il raddoppio del traffico dei tir verso la "Vergine" dopo lo stop al conferimento della "Ecolevante", e la previsione di una proroga dello stato di emergenza oltre il trentuno dicembre, hanno sollevato nel paese un’ondata di protesta culminata, ieri, nell’affollatissimo corteo ambientalista contro la discarica.

Centinaia di persone si sono unite alla manifestazione organizzata dal "Presidio permanente no-discariche", hanno attraversato il paese, percorso la Taranto-Lecce spazzata dalla tramontana, fino a raggiungere la discarica Vergine, in contrada Palombara, a due passi da Fragagnano, ma territorialmente isola amministrativa di Taranto.

Bambini, giovani e anziani, sono scesi in strada per dire no alle discariche e all’inquinamento. Presenti alla manifestazione i componenti del comitato "Salvaguardia ambiente di Fragagnano", residenti e cittadini venuti anche da fuori, per solidarizzare con la causa ambientalista. Decine i bambini stretti nei gonfi piumini d’oca, in testa al corteo, numerosi i giovani e, nonostante il freddo, nutrita anche la presenza di anziani.

In coda alla marcia, trattori e mezzi agricoli hanno scortato il corteo da piazza padre Pio fino alla discarica. Tra la folla pure il sindaco Maria Teresa Alfonso, insieme ad alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale presenti, - hanno sottolineato - "solo e soltanto come semplici cittadini", e una delegazione di politici e istituzioni dei comuni limitrofi, tra cui il vicesindaco di San Marzano, il sindaco di Monteparano, Cosimo Birardi, l’ex sindaco di Lizzano, Antonio Cavallo. "No alla discarica "Vergine" e al "suo ampliamento", "stop ai rifiuti leccesi e di qualsiasi altra regione d’Italia" tra le ragioni - impresse su striscioni e bandiere - della manifestazione.

"L’emergenza rifiuti dal Salento deve finire il trentuno dicembre, altrimenti noi, a Capodanno, saremo di nuovo in strada a manifestare" - hanno detto alcuni dei presenti, facendo eco al sindaco -. E ancora "basta con le discariche e i rifiuti speciali, devono dirci quando comincerà la nostra vita senza la discarica". Proteste condivise e ribadite anche dalla prima cittadina Maria Teresa Alfonso: "Oggi sostengo e porto avanti con i residenti di Fragagnano le ragioni del no alla discarica, ma da semplice cittadina. Le decisioni e le proposte da amministratore, invece, le avanzerò nelle opportune sedi istituzionali, a partire da lunedì mattina, al tavolo provinciale col presidente Florido.

Dopodiché venerdì, in consiglio, chiederò solidarietà all’intero arco consiliare per fare fronte comune in materia di rifiuti, di discarica e politica ambientale". Stop alle discariche in tutta la provincia anche per la Alfonso, dunque, " perché 72 impianti in tutto sono veramente troppi ", - ha detto -. Ma soprattutto - ha rimarcato la prima cittadina - alt ai rifiuti dal Salento "che ogni giorno attraversano il centro abitato" e basta anche alle decisioni del presidente della regione Vendola che "impone dall’alto senza prima ascoltare i sindaci".

Posizioni dure, quelle della prima cittadina di Fragagnano, che parla con l’esasperazione di chi non ne può più di "stare a guardare. Ora è il momento di farsi sentire". Fa sul serio, la Alfonso . E allora pronta al vertice con il presidente della Provincia, e con il comune di Taranto e quelli vicini alla discarica Vergine, lunedì. Ma prima, tra oggi e domani mattina, pre-vertice con i sindaci e amministratori dei comuni limitrofi, di San Marzano, Grottaglie, Monteparano, Faggiano, per "individuare insieme le linee guida comuni, da presentare, lunedì al presidente Florido" - autorità competente in materia di rifiuti dopo la fine della gestione commissariale.

Due le priorità intorno alle quali convergere - stando alle parole della Alfonso -: "ripristino dell’ordinanza commissariale, con la circolazione alternata dei camion rifiuti tra Grottaglie e Fragagnano - l’impatto ambientale al momento in paese è raddoppiato, ha puntualizzato -; e termine improrogabile dell’emergenza rifiuti leccese entro il trentuno dicembre". Poi, a margine delle due richieste, la Alfonso lunedì in Provincia chiederà anche di aprire il capitolo delle isole amministrative "parlando anche di lido Torretta, abitata completamente da fragagnanesi" e insisterà per conoscere un cronoprogramma relativo a i tempo di dismissione della discarica "Vergine" "vogliamo sapere quando comincerà il nostro futuro senza discarica".

Grave - a detta di qualcuno - l’assenza dell’opposizione ( presente solo il consigliere Speranza -ndr), ma la Alfonso non ha disperato: "Chiederò loro una convergenza, in consiglio sul tema ambientale, l’opposizione è ancora in tempo per fare buona politica, andando al di là dello scontro".

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Un popolo manifesta senza essere ascoltato da chi ha il potere:
C’è del metodo in questa emergenza?
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C’erano una volta un re e un popolo... La manifestazione contro i rifiuti leccesi, che è anche contro il Terzo lotto, contro la discarica in sé e per la salvaguardia del proprio territorio e del proprio ambiente, che si tiene a Grottaglie e Fragagnano sta diventando un’epopea, cioè una battaglia di popolo, ad un tempo eroica e memorabile, da raccontare, anche in versi. Ieri, pomeriggio freddissimo, il corteo era una fiumana di gente, bambini e vecchi, giovani e adulti, insomma un popolo in tutte le sue età e per tutti i suoi tempi. Ma era un popolo tanto vitale quanto orfano. Quaggiù non è ancora arrivata la parola magica del momento: “partecipazione”: dev’essersi fermata nella solita Eboli che sta nei pressi di ogni terra con problemi.

Il popolo che manifestava, o meglio che poneva in evidenza la sua sovranità, parlava al vento. Ma ha ancora la buona educazione di parlare, cioè il senso della democrazia; mentre fra i politici, chi non fa il sordo, dà ordini: le discariche devono accogliere, accogliere e accogliere. Ma in democrazia un ordine cui, pur in uno stato di emergenza, è difficile obbedire, quand’è dato senza alternative, è solo un diktat, una fatwa. Eppure, in Italia, prima che l’Italia si formasse e perchè si formasse, un re ebbe a pronunciare una frase poco monarchica e molto democratica: “Non siamo insensibili al grido di dolore che da molte parti d’Italia si leva verso di noi”.

Come potrebbero i politici con potere di condizionare la vita di intere comunità, essere sensibili a questo grido di dolore che giunge da Fragagnano e da molte altre silenti Fragagnano di terra ionica? L’emergenza può essere superata con il concorso di tutti; ma deve avere un limite e deve essere chiaro e credibile che si approntano i lavori per non valicarlo, quel limite. La discarica, come metodo di smaltimento dei rifiuti, può essere superata solo con la raccolta differenziata porta a porta.

Ma questa raccolta non è prioritaria in nessuna amministrazione, da Bari in giù. Al punto da insinuare il dubbio che l’emergenza non sia un accidenti, ma un modo di fare premeditato, che ci sia del metodo in essa. I manifestanti di ieri e quelli che tengono in sé il loro malcontento perché non hanno chi lo raccolga e lo rispetti, se vedessero che la loro terra sarebbe ancora per poco una discarica per rifiuti propri e altrui, non avrebbero alcuna ragione per manifestare, per gridare la loro sovranità. Ma i nuovi re per popolo hanno solo se stessi.

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