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Area alla Cemit, tra 15 giorni si decide che fare

Porto, sì al piano regolatore e al bilancio preventivo 2008

«Alleanza tra pubblico e privati per far partire il distripark». Lo aveva detto il consigliere regionale Cosimo Borracino, lo ribadisce il presidente dell’Autorità Portuale, Michele Conte.
1 dicembre 2007
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

Porto di Taranto Il via libera all’adozione del nuovo Piano regolatore portuale, sì al bilancio preventivo del 2008, rinvio di 15 giorni per decidere in merito alla richiesta avanzata dall’impresa Cemit per usufruire, con una concessione diretta, dell’area di 65mila metri quadrati oggi affidati alla procedura di liquidazione Sidermontaggi. Ruota attorno a questi tre elementi la seduta del comitato portuale di ieri riunitasi sotto la presidenza di Michele Conte.

L’adozione del Piano regolatore era un passaggio obbligato dopo il sì espresso dal Consiglio comunale tempo addietro. Il Piano, che prevede la costruzione di un secondo terminal container al porto e una serie di lavori infrastrutturali, non è però operativo. Perchè lo sia, dovrà superare l’esame del Consiglio superiore dei Lavori pubblici cui è stato inviato, nonchè ottenere il placet finale della Regione.

Non si tratta di tempi brevi se si vede ciò che è accaduto in altri porti (due tre anni di attesa almeno). Tuttavia le istituzioni locali e l’assessore regionale ai Trasporti, Mario Loizzo, si sono impegnati ad «intervenire sugli organi competenti affinchè l’iter di approvazione del piano regolatore sia portato a compimento in tempi brevi».

In quanto al bilancio preventivo 2008, vien fuori che l’Autorità portuale è in ottima salute finanziaria. C’è infatti un avanzo di cassa pari a 116 milioni di euro mentre le sole entrate tributarie (tasse d’ancoraggio ed erariali, tasse sulle merci imbarcate e sbarcate, proventi per le operazioni portuali) ammontano a 25 milioni e 338mila euro. Gli obiettivi dell’Authority, si legge nella relazione del bilancio, sono per il 2008 lo sviluppo delle attività portuali con l’incremento dei traffici, il miglioramento delle condizioni ambientali, la razionalizzazione delle operazioni portuali. Tuttavia, si legge nella relazione, «il raggiungimento degli obiettivi è condizionato da problemi la cui soluzione non rientra direttamente ed esaustivamente nelle competenze dell’Authority», ovvero dragaggi per avere fondali più profondi e interventi sulla rete ferroviaria per avere un trasporto merci più veloce.

In quanto a Cemit, che chiede il sito Sidermontaggi per assemblare impianti destinati alla brasiliana Petrobras da spedire via mare, il confronto di ieri (c’era anche il sindaco Ezio Stefàno) ha evidenziato che le aree portuali devono servire ad imprese che effettivamente hanno bisogno del trasporto marittimo per spedire o ricevere merci. E comunque, fra 15 giorni si deciderà se fare per quest’area una gara pubblica finalizzata ad attribuire la concessione, oppure se metterla a disposizione temporanea di uno o più imprese.

Serve una svolta per il distripark. Lo aveva detto il consigliere regionale Cosimo Borracino, lo ribadisce il presidente dell’Autorità Portuale, Michele Conte. «L’Autorità Portuale — dice infatti Conte — esprime il proprio consenso in merito alle dichiarazioni del consigliere dei Comunisti Italiani, Cosimo Borracino, relative alla improrogabile necessità di dare una svolta definitiva in termini di accelerazione per il “rilancio del distripark”».

«Pienamente condivisibile — continua Conte — è quindi l’ipotesi di mettere in atto ogni possibile strategia al fine di intercettare capitali privati e attrarre gli stessi sul nostro territorio, nella convinzione che l’interesse privatistico possa rappresentare l’impulso necessario al decollo della infrastruttura con le ovvie ricadute economiche per il territorio».

Conte suggerisce anche altre possibili strade da percorrere: «In alternativa anche la proposta di una possibile alleanza pubblico/privato potrebbe rappresentare una scelta vincente per far leva sulla sinergia di interessi: da un lato la ricerca del business da parte dell’operatore privato e dall’altro la volontà della componente pubblica di veder crescere il nostro retroporto e dare giusto indirizzo alle due potenzialità, a tutto vantaggio della comunità ionica e non solo».

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