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Un appuntamento che potrebbe essere riferimento per l’Unesco

Taranto sede di una conferenza "Mediterranea" permanente

"C’è bisogno di approfondire attraverso una Conferenza sulle culture sui temi e le problematiche dei vari contesti interessati. Taranto, attraverso una progettualità e la proposta di un osservatorio dei beni culturali e del patrimonio storico può trovare realmente un suo punto di ascolto".
2 gennaio 2008
Fonte: Corriere del Giorno

Taranto, Ponte Girevole Taranto, il suo territorio e il Mediterraneo. Un rapporto sempre più dinamico ed articolato soprattutto alla luce di alcuni processi culturali che insistono su motivazioni vocazionali e su presenze e risorse attive sul territorio. Il Mediterraneo a Taranto non può essere considerato soltanto come una realtà storica che offre processi identitari. Ma i processi identitari devono servire per poter costruire progetti condivisi sul piano di una politica di investimento, che deve riguardare i diversi territori che hanno una stretta correlazione proprio con il contesto Mediterraneo.

Una città come Taranto presenta delle realtà storiche, architettoniche e paesaggistiche che la rendono polo di riferimento per gran parte della Puglia e sicuramente riferimento certo per tutta l’area della Magna Grecia. Processi economici e risvolti culturali, legati ad una politica sul turismo, costituiscono una interazione necessaria per uno sviluppo ragionato delle aree del Mediterraneo, le quali motivano la loro politica di investimento sulle risorse reali e sulle vocazioni territoriali.

Il concetto di Mediterraneo per una città come Taranto deve servire a riqualificare l’intero contesto pugliese attraverso una progettualità che sia in sintonia con le vocazioni e le risorse. Gli elementi Magno greci non sono soltanto da considerarsi come modello di cultura archeologica con rilievi che rimandano alla storia del territorio con sottolineature artistiche ma occorrerebbe una rilettura di quei processi letterari che hanno caratterizzato per gran parte la storia del Regno di Napoli. Processi letterari che devono approdare alla proposta di un Parco Letterario.

Taranto ha avuto esponenti letterari di primo piano sui quali occorre una sistematica rilettura e integrazione con la città non solo dal punto di vista accademico. Taranto può diventare capofila delle città del Mediterraneo non solo per i rapporti con le culture altre ma per una serie di collegamenti in rete. Ormai spesso si parla di Musei in rete. Ma non basta. Occorre una precisa identificazione. Si parla dei Musei del mare in rete. E’ recente uno studio del Ministero delle attività produttive che ha monitorato i Musei del mare nel contesto del Mediterraneo. Taranto, il mare e le culture rappresentano dei punti fermi per una valorizzazione di quel rapporto tra la storia del mare e i beni culturali. Taranto, proprio per la sua tradizione, può diventare il trait d’union tra le culture dei beni culturali del mare dei paesi frontalieri e le città meridionali.

Il suo territorio ha delle caratteristiche particolari. Il territorio di Taranto è una immensa città che potrebbe creare un sistema grazie ad alcune strutture dismesse che vanno riconsiderate e ricollocate in un circuito di valorizzazione urbana. Queste strutture dismesse non sono né rovine né sono da considerarsi delle macerie. Il suo territorio è un habitat eccezionale che potrebbe permettere un investimento a tutto tondo sulla "riappacificazione" di queste strutture alla città, ovvero al centro urbano.

Questo potrebbe essere possibile attraverso un progetto di archeologia industriale da legarlo a due aspetti fondamentali: alla cultura agricola e al turismo attraverso un recupero sì delle strutture stesse ma anche grazie ad una politica di recupero del territorio da legare il tutto ad una visione che pone il paesaggio e l’ambiente al centro di un investimento non solo ecologico o ecosostenibile ma al centro di una progettualità culturali.

Il Sud e i luoghi della cultura contadina. E’ un’altra linea di meditazione che ci permetterebbe di ricostruire non solo la cultura materiale ma anche quella espressiva del mondo contadino nelle varie realtà epocali: a cominciare da una analisi prettamente archeologica. Occorrerebbe individuare un percorso di mostre con la finalità di realizzare un museo permanente dei luoghi e degli strumenti della cultura contadina.

Taranto è una città che intreccia modelli linguistici che provengono dall’Adriatico e dalle varie realtà del Mediterraneo. D’altronde il suo territorio custodisce un "arcipelago" linguistico che è quello non solo dei dialetti ma anche delle lingue minoritarie. Un altro riferimento profondamente culturale in cui il rapporto tra tradizione e lingua diventa fondamentale. Una città che deve essere strutturata sul ruolo significativo della cultura deve offrire la sua esperienza e la sua testimonianza non solo per ciò che riguarda i cosiddetti beni materiali ma ci sono molti beni demo-antropologici e beni immateriali che la potrebbero rendere riferimenti per delle realtà che vengono ad essere considerate culture sommerse.

Ormai si parla spesso dei Musei in rete. Un altro fatto da non trascurare. E’ un discorso importante che ogni Regione e ogni territorio dovrebbe adottare anche con legami rivolti a Paesi esteri. I Musei, oggi, oltre a raccogliere le testimonianze vive della storia del luogo o dei luoghi possono rappresentare quei contenitori che custodiscono e mettono al servizio dell’utente il patrimonio di altri territori attraverso una rete o un sistema di collegamenti multimediali (con collegamenti con i vari comparti della cultura) soprattutto con le strutture che hanno un loro senso non solo culturale, non solo epocale ma anche geografico.

Ciò è realizzabile in tutti i Musei. Ma per questo c’è, comunque, bisogno di un legame tra la parte pubblica e la parte privata. E’ chiaro che gli Enti locali possono entrare con forza in questa operazione. Ma bisogna partire dal presupposto che cultura e beni culturali sono parte integrante di un unico progetto che punti alla organizzazione della cultura anche grazie ad una politica coordinata con il turismo.

Una rete dei Musei, che vanno da quelli della Magna Grecia all’arte contemporanea e ai Musei che custodiscono altro materiale: da quelle delle tradizioni popolari a quello delle scienze, è fondamentale per le aree meridionali mentre si sollecita un accordo per i musei d’arte contemporanea come pure un raccordo tra i Musei d’arte moderna. Taranto potrà candidarsi a svolgere un ruolo prioritario in un tale progetto.

E’ necessario candidare Taranto come sede per una Conferenza Mediterranea permanente sui beni culturali in sede Unesco e non soltanto per le realtà storiche concernenti il patrimonio che parte dalla Magna Grecia, ma per una serie di motivazioni anche in ordine alla organizzazione delle politiche culturali e del turismo nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno e in un rapporto tra le culture del Nord e quelle del Sud. Proprio per questo c’è bisogno di approfondire attraverso una Conferenza sulle culture i temi e le problematiche dei vari contesti interessati. Taranto, attraverso una progettualità e la proposta di un Osservatorio dei beni culturali e del patrimonio storico può trovare realmente un suo punto di ascolto.

Entrerebbe nel contesto di un dibattito sulle culture e sui valori del Mediterraneo con l’obiettivo di svolgere un compito importante e significativo che è rivolto alle sue risorse e ad uno sviluppo comparato e integrato con le altre forme di investimento. Proprio per questo i beni culturali rappresentano una chiave di lettura che tocca aspetti economici e di promozione, di sviluppo complessivo dei territori e di investimento.

Pierfranco Bruni

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