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Perplessità riguardo all’ipotesi di accensione dell’inceneritore di Taranto

Ma l’inceneritore non è la migliore soluzione

In Italia, poi, si sta vergognosamente sfruttando l’emergenza campana, dovuta alle enormi collusioni tra politica, imprenditoria e camorra, per portare avanti a suon di bugie il "partito degli inceneritori". L’incenerimento non rappresenta assolutamente un’alternativa alla discarica.
9 gennaio 2008
Giulio Farella
Fonte: Corriere del Giorno

Egregio Direttore,
Inceneritore scrivo per esprimere le mie perplessità riguardo all’ipotesi di accensione dell’inceneritore di Taranto, ventilata anche dal consigliere comunale dell’Udeur Massimiliano Stellato sulle pagine del Suo giornale. Stellato ha definito "terrorismo psicologico" l’utilizzo della parola "inceneritore", indicando la necessità di chiamare l’impianto "termovalorizzatore". Sarebbe il caso di ricordare a Stellato che la Comunità Europea ha attivato una (ennesima) procedura di infrazione nei confronti dell’Italia proprio perché ha ritenuto i termini "termovalorizzatore" e "termoutilizzatore" delle truffe ai infatti, produce circa 400 kg di ceneri per tonnellata di rifiuto bruciato che dovranno poi essere stoccati in discariche speciali con costi esorbitanti sia in termini ambientali che economici.

Di conseguenza è bene che i cittadini di un comune dissestato come il nostro sappiano che l’incenerimento è in assoluto la procedura di smaltimento dei rifiuti più costosa, con enormi aggravi sulla già altissima Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani. E’ mia opinione che un’Amministrazione Comunale che cerchi realmente di segnare un punto di svolta nella storia della città di Taranto debba applicare le migliori soluzioni a disposizione per risolvere il prodanni dei cittadini. Come al solito il Bel Paese riesce in ogni campo a distinguersi per i cronici ritardi con cui recepisce i risultati delle ricerche scientifiche ed economiche, in questo caso legate all’utilizzo degli inceneritori. Già da alcuni anni i maggiori paesi europei hanno iniziato procedure di dismissione degli inceneritori in favore di tecnologie a minore impatto economico e sanitario che non prevedono la combustione dei rifiuti e, soprattutto, di una capillare ed efficiente raccolta differenziata.

In Italia, poi, si sta vergognosamente sfruttando l’emergenza campana, dovuta alle enormi collusioni tra politica, imprenditoria e camorra, per portare avanti a suon di bugie il "partito degli inceneritori". E’ bene ricordare, infatti, che l’incenerimento del rifiuto urbano indifferenziato sviluppa fumi altamente tossici, contenenti diossine e polveri ultrafini estremamente pericolose ed impossibili da filtrare poiché molto più piccole dei famosi PM10 (si parla di PM 0,5). E’ stato dimostrato da centri di ricerca di fama internazionale che queste particelle tendono ad accumularsi nell’organismo e nei prodotti agricoli coltivati in prossimità dell’impianto, causando nell’uomo tumori e diverse altre gravi patologie.

Bisogna inoltre chiarire che l’incenerimento non rappresenta assolutamente un’alternativa alla discarica: un inceneritore "a griglia" come quello di Taranto, blema dei rifiuti, e non accettare passivamente soluzioni obsolete, dannose e costose per la comunità. La soluzione del problema dei rifiuti deve obbligatoriamente partire da una seria politica di incremento della raccolta differenziata, prevedendo poi soluzioni tecnologicamente avanzate come il Trattamento Bio-Meccanico a freddo (TBM).

Sarebbe poi un grave errore politico se questa amministrazione, nel pieno della battaglia per ottenere dalla grande industria il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, consentisse l’attivazione dell’ennesimo impianto altamente inquinante nel martoriato territorio tarantino.

Per risolvere il problema dei rifiuti sarebbe sufficiente, in definitiva, seguire l’esempio delle tante città italiane e straniere che hanno attivato politiche mirate allo "Zero waste", sbarazzandosi così in tempi rapidissimi di discariche ed inceneritori e con forti sgravi fiscali per i cittadini virtuosi.

Distinti saluti.
Dott. Giulio Farella

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