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E' certo: la Persefone Gaia torna a Taranto dopo 95 anni

La preziosa statua sarà concessa in prestito per tre mesi dal Museo di Berlino, verrà restaurata e copiata. L’importante reperto, significativa testimonianza della grandezza della città, sarà all’interno di un pacchetto di iniziative che potrebbero rappresentare un ottimo veicolo di attrazione turistico culturale. E intanto si prepara il viaggio “alle Olimpiadi” dell’atleta di Taranto.
20 aprile 2008
Silvano Trevisani
Fonte: Corriere del Giorno

Persefone Gaia Dopo novantacinque anni, la Persefone Gaia torna a Taranto. L’impegno assunto dal ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli, in occasione dell’inaugurazione del ristrutturato Museo nazionale archeologico di Taranto, sarà così mantenuto, grazie alla regia della Regione Puglia e in particolare dell’assessore al Turismo, Massimo Ostillio. Un accordo preliminare è stato raggiunto dai ministeri ai Beni culturali e agli Affari esteri di Germania e Italia per riportare a Taranto, in prestito per tre mesi, l’importante reperto, significativa testimonianza della grandezza della città, all’interno di un pacchetto di iniziative che potrebbero rappresentare un ottimo veicolo di attrazione turistico culturale.

Qualche dettaglio dell’operazione, che dovrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni, lo chiediamo allo stesso assessore Ostillio che così ci anticipa i termini, nonostante manchi ancora qualche dettaglio formale. Il Pergamon Museum di Berlino concederà in prestito al Museo nazionale per tre mesi la "Dea in Trono da Taranto", meglio conosciuta come Persefone, della quale i nostri restauratori specializzati cureranno il restauro.

Sarà quindi realizzata una copia identica della statua, creata attraverso la tecnica del laser scanner, che resterà in dotazione al Museo archeologico della Magna Grecia, un po’ come avvenuto per il calco delle tavole della "Lex municipii tarentini", il cui originale è conservato nel Museo nazionale di Napoli.

Sappiamo che la statua della dea assisa in trono, rinvenuta nel territorio urbano in un periodo caratterizzato da saccheggi generalizzati e da una tutela ancora molto labile, fu comprata nel 1915 sul mercato di Parigi, dopo varie peripezie. Dal sito del Museo apprendiamo che essa fu realizzata intorno al 460 a.C.. "Nella realizzazione artistica viene alla luce, riconoscibile nel ritmo che anima le forme della figura e le vesti, il passaggio dall’epoca tardo-arcaica a quella classica.

L’interpretazione che si tratti di una dea è determinata dalla posizione solenne in cui la figura siede, ma anche dagli oggetti che probabilmente teneva fra le mani". "Si tratta - evidenzia Ostillio - di un’occasione importantissima per la città di Taranto, che tale richiesta ha avanzato attraverso l’Amministrazione comunale, che per la prima volta potrà ammirare da vicino un esempio inestimabile del patrimonio artistico della città antica, ma che potrà anche conservare una copia identica all’interno del Museo, per migliorare ulteriormente la propria offerta scientifica e culturale.

Si tratta, poi, di un esplicito riconoscimento delle capacità uniche dei nostri restauratori, cui il reperto viene affidato per ricevere le cure più appropriate". A fronte di questo prestito, il Museo di Taranto presterà a sua volta propri reperti che verranno esposti in Germania, a tutto vantaggio delle politiche di attrazione turistica di flussi verso la nostra città. "Di tutto questo la Regione si fa carico - aggiunge Ostillio - proprio nella consapevolezza dell’importanza che questo scambio può rivestire per l’economia del nostro territorio".

Ma questa è solo la prima di due iniziative di grande rilevanza che potrebbero assumere un ruolo determinante per le mire turistiche di Taranto. Dell’altra operazione si parla ormai da qualche tempo, anche se mancano dettagli fondamentali, di natura più esplicitamente "politica".

Stiamo parlando del viaggio a Pechino della Tomba dell’atleta, che è uno dei punti di forza del nostro Museo, in occasione delle Olimpiadi. La Tomba dell’atleta, infatti, rappresenta un "unicum" assoluto nei suo genere, essendo l’unica sepoltura conosciuta che riguardi un campione olimpionico dell’età antica e quindi dall’ineguagliabile valore simbolico.

"Per quello che riguarda la "trasferta" della tomba dell’atleta - commenta l’assessore Ostillio - il progetto è in fase di avanzata definizione, ma vi è da assumere una decisione che ha un significato "politico" in questa fase, vista la delicata dimensione internazionale che le Olimpiadi di Pechino stanno assumendo. Va per altro sottolineato che la Tomba dell’atleta del Museo di Taranto dovrebbe avere un posto d’onore all’interno degli allestimenti espositivi previsti, dovendo essere collocata nel primo salone del Palazzo reale, nella cosiddetta "Città proibita" di Pechino. Il che significherebbe dare un risalto inimmaginabile a Taranto e ai suoi tesori archeologici".

Per il resto l’ipotesi è quella di alternare reperti originari e copie della sepoltura, realizzate con al tecnica del laser scanner. In originale sarebbero inviati il serto metallico e i vasi del corredo, mentre per quanto riguarda lo scheletro, data la sua delicatezza, verrebbe realizzata una copia del tutto autentica. "Inutile insistere sul significato che, in fatto di divulgazione dell’immagine tale trasferta potrebbe rappresentare - commenta Ostillio - poiché l’esposizione sarà visitata da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo".

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