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E ora i siti archeologici potranno essere visitabili

Sottoscritto ieri il protocollo d’intesa tra Comune e soprintendenza. Il Comune indirà, nei prossimi giorni, una gara per l’affidamento della gestione di parchi e tombe a camera a cooperative e associazioni di professionisti.
25 aprile 2008
Silvano Trevisani
Fonte: Corriere del Giorno

- Importante passo avanti sulla strada della fruizione e della valorizzazione dei siti archeologici della città: è stato sottoscritto, ieri, dal sindaco Ippazio Stefano e dal soprintendente archeologo Giuseppe Andreassi, il protocollo d’intesa tra il Comune di Taranto e la soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia che rende visitabili i siti archeologici più importanti della città. Per la precisione, il protocollo prevede fruizione e valorizzazione dei siti di via Marche, via Umbria, via Sardegna, via Alto Adige, traversa tra via Polibio e via Pio XII (al di sotto di via Plinio 75), via Pio XII, via Crispi 2.

Tale progetto prende le mosse dall’intesa in base alla quale Comune e soprintendenza chiesero e ottennero un finanziamento nell’ambito del Por per "Valorizzazione e tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell’offerta e della qualità dei servizi culturali" che prevedeva il completamento, recupero e il restauro dei siti citati, prima ancora di giungere alla fruibilità. Ebbene, essendo stati completati i lavori di recupero, è il momento di passare alla fase successiva e cioè alla piena fruizione di siti e beni culturali che svolgeranno un ruolo determi-nante per l’ampliamento dell’offerta turistica della città.

Potremo così vedere finalmente aperto il parco archeologico di via Marche, nei confronti del quale il "Corriere" nutre un sentimento particolare, dal momento che la creazione del parco nacque da una nostra battaglia di stampa e da una intesa tra Comune e soprintendenza che prese le mossa da un vertice svoltosi nella nostra redazione.

L’intesa sottoscritta ieri disciplina, come vedremo più avanti, le reciproche responsabilità delle istituzioni in relazione a tutela e fruizione, ma soprattutto precede e rende possibile l’indizione di una gara pubblica per la gestione dei siti. La gara, che sarà bandita subito dopo le prossime festività, è destinata a cooperative o associazione di giovani professionisti, archeologi, laureati in beni culturali e operatori turistici specializzati, le quali potranno assumere la gestione dei siti, sfruttandoli imprenditorialmente a scopo turistico, naturalmente alle condizioni che saranno specificamente previste.

Il protocollo di programma prevede che mentre al comune è demandata così la gestione, al ministero, tramite la soprintendenza, spetta la tutela delle aree, che verrà espletata "attraverso controlli periodici dei beni in oggetti". "L’accesso ai monumenti ed aree archeologiche potrà essere anche a pagamento, secondo quanto previsto dall’art. 103 del D.lgs.42 del 22.01.2004,salvo eventuali specifiche che i Comune vorrà indicare nell’atto di convenzione con il soggetto gestore".

Sarà sempre il Comune a richiedere garanzie di qualità per tutti i servizi che il soggetto gestore dovrà fornire assicurando: l’apertura di ipogei e aree archeologiche per almeno tre giorni alla settimana (compresa la domenica) con orari differenziati, con guardiania o servizio di accoglienza per ciascun bene archeologico, assistenza didattica fornita ordinariamente, espletata in maniera unitaria a orari prestabiliti o su prenotazione. Per l’espletamento dell’attività didattica devono essere garantiti i seguenti requisiti minimi: laurea in lettere classiche (indirizzo storico-archeologico), laurea in Beni culturali (indirizzo archeologico), laurea in Lettere (indirizzo in didattica dei beni culturali).

La soprintendenza si riserva di verificare il sufficiente grado di conoscenza delle tematiche trattate attraverso un colloquio preventivo. Il servizio editoriale di vendita riguardante i cataloghi e i sussidi catalografici, audiovisivi e informatici, ogni altro materiale informativo e le riproduzioni di beni archeologici deve rispettare la normativa vigente in materia di autorizzazioni e di canoni ed essere preventivamente concordato dal soggetto gestore con il Comune e con la soprintendenza.

Il Comune potrà anche ampliare l’offerta, inserendo nel circuito qualcun altro degli oltre quaranta siti archeologici presenti in città, sempre in accordo con la soprintendenza.

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