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«L'inceneritore non può partire»

«Disapproviamo la decisione dell'Amiu di riattivare l'inceneritore di Taranto. Ancora uno scempio ambientale perpetrato ai danni dei tarantini, sull'onda mediatica dell'emergenza rifiuti».
22 ottobre 2008
Comitato per Taranto

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Apprendiamo con sconcerto, infatti, l'annuncio del vicepresidente dell'Amiu, Nello De Gregorio, della riattivazione dell'inceneritore di Taranto prevista per la fine di novembre. Le motivazioni ambientali, sanitarie ed economiche per rigettare l'idea dell'incenerimento come "buona pratica" per lo smaltimento dei rifiuti sono tantissime ed hanno portato i maggiori paesi europei e diversi comuni del nord-Italia ad attivare procedure di dismissione degli inceneritori in favore di tecnologie che non prevedono la combustione dei rifiuti e, soprattutto, di una capillare ed efficiente raccolta differenziata.

In sintesi, l'incenerimento dei rifiuti sviluppa fumi altamente tossici, contenenti diossine e polveri ultrafini estremamente pericolose ed impossibili da filtrare poiché molto più piccole dei famosi PM10. Il problema delle nanopatologie, ossia delle malattie determinate da polveri sottili, fini ed ultrafini non può più essere trascurato, soprattutto in una città malata come Taranto.

Bisogna inoltre chiarire che l'incenerimento non rappresenta un'alternativa alla discarica: un inceneritore "a griglia" come quello di Taranto, infatti, produce almeno 200 kg di ceneri per tonnellata di rifiuto bruciato, che dovranno poi essere stoccate in discariche speciali con costi esorbitanti sia in termini ambientali che economici.

E' bene che i cittadini di un comune in crisi finanziaria sappiano che l'incenerimento è in assoluto la procedura di smaltimento dei rifiuti più costosa, con enormi aggravi sulla già altissima Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani, a tutto vantaggio dei gestori (in questo caso, l'Amiu).

Ciò che ci sconcerta di più, però, è la volontà di aggirare la normale procedura autorizzativa, cioè l'AIA, attraverso lo strumento dell'esercizio provvisorio. "L'Amiu è tranquilla, va avanti", afferma De Gregorio, con l'assenso dell'avvocatura della Regione Puglia.

Bisognerebbe ricordare a De Gregorio, che prima di ottenere la sua carica era strenuo sostenitore dalla raccolta differenziata e acerrimo nemico degli inceneritori, che l'AIA non è uno strumento nato solo per garantire le tutele ambientali ma soprattutto per permettere ai cittadini di portare nelle "stanze dei bottoni" le loro proposte e le loro obiezioni.

Sarebbe il caso che un'Amministrazione Comunale che cerchi realmente di segnare un punto di svolta nella storia della città di Taranto applicasse le migliori soluzioni a disposizione per risolvere il problema dei rifiuti, e non accettasse passivamente soluzioni obsolete, dannose e costose per la comunità. Le soluzioni ad alta tecnologia per lo smaltimento dei rifiuti esistono, e nessuna di esse passa attraverso l'incenerimento.

I paesi moderni investono nel settore dei rifiuti orientandosi verso il recupero che permette di creare, soprattutto in una realtà arretrata come quella meridionale, centinaia di posti di lavoro, trasformando letteralmente in oro ciò che l'AMIU vuole bruciare e spargere nell'ambiente.

Ci chiediamo come questa Amministrazione, nel pieno della battaglia per ottenere dalla grande industria il rispetto dell'ambiente e della salute, possa consentire l'attivazione dell'inceneritore ed accettare che la bocca dei cittadini venga ancora una volta tappata dalle "procedure semplificate" e per mere ragioni economiche.

Chiediamo quindi al Sindaco Ippazio Stefano, in qualità di massimo tutore della salute dei tarantini, di ascoltare la voce dei cittadini e di intervenire al più presto per bloccare l'ennesima "fabbrica dei veleni" nel nostro territorio.

Per il Comitato per Taranto

Peppe Cicala
Giulio Farella
Alessandro Marescotti
Angelo Miccoli
Piero Mottolese
Luigi Oliva
Antonietta Podda

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