Vivere all'ombra degli inceneritori
La sezione italiana dell'International society of doctors for environment (Isde) ci invia un comunicato stampa, che alleghiamo, nel quale si riflette rilevazioni del progetto Moniter, i cui risultati sono stati presentati a Bologna nel mese di dicembre.
Il Moniter è uno studio avviato dalla Regione Emilia Romagna con l'Arpa nel 2007 e costato 3 milioni e 400 mila euro, il cui obiettivo era il rilevamento di tutti i dati sensibili riguardanti ambiente e popolazione intorno agli otto inceneritori presenti in regione.
L'Isde contesta l'operazione su due fronti: i toni calmieranti impiegati dai rappresentanti istituzionali riguardo ai dati sensibili pubblicati, e i metodi impiegati dal Moniter che contrastano in alcuni casi con i protocolli e i metodi internazionali, motivi che fanno pensare a una costosa occasione sprecata.
Le riflessioni sul primo fronte fanno preoccupare per un sensibile aumento, nella popolazione adulta, di linfomi non Hodgkin, tumori al pancreas, al colon e ai polmoni. Ancora più preoccupanti i dati dell'esposizione delle gestanti, che riportano un incremento di nascite pretermine, aborti spontanei e altri tipi di malformazioni negli infanti.
Se quanto rilevato è in linea con la letteratura, ma viene sminuito dai referenti politici, altrettanto non può dirsi, secondo l'Isde, per i metodi di rilevamento: a differenza di uno studio che fa giurisprudenza a Seoul, per esempio, si sono valutate le aree nel raggio di quattro chilometri, e non dieci, e, soprattutto, nel trattare di diossina, è stato rilevato solo il particolato aereo e non il bioaccumulo negli animali di allevamento e in altre matrici viventi nelle zone limitrofe, come è stato invece fatto sempre dall'Isde a Forlì.
L'impressione dell'Isde è che troppe domande restino sminuite, sospese o evase e che la vita all'ombra degli inceneritori, nella zona della Pianura padana (tra le aree più inquinate d'Europa) non sia così rosea come la si vuole descrivere.
Allegati
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