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Taranto avrà il polo oncologico

L’annuncio di don Verzè e del presidente Vendola. Sarà una fondazione mista pubblico-privata. Ora bisognerà provvedere ai finanziamenti. Intanto sbloccati 14 milioni per rimodernare l’ospedale “SS. Annunziata”
18 maggio 2008
Anna Caiati
Fonte: Corriere del Giorno

- A Taranto nascerà il “San Raffaele Istituto Oncologico del Mediterraneo”. L’annuncio è stato dato alla Cittadella della Carità nel corso della cerimonia (di cui riferiamo in articolo a parte, ndr) per il ventennale della struttura inaugurata il 1° maggio 1988 da monsignor Guglielmo Motolese che l’aveva fortemente voluta. L’importante novità, in realtà attesa da anni, è stata data dal presidente della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano nonchè della Fondazione San Raffaele-Cittadella della Carità di Taranto, sacerdote prof. Luigi Verzè, e dal presidente della Regione Puglia, on. Nichi Vendola.

La nuova grande realtà ospedaliera pubblico-privata sarà, come sottolineato da don Verzè e dal presidente Vendola, un centro d’eccellenza per la cura dei malati oncologici e la ricerca dei tumori. L’atto d’intesa non sarebbe ancora stato siglato, ma l’accordo sembra raggiunto al punto che entrambi le parti interessate hanno affermato di essere pronte a “correre” per la realizzazione. La settimana scorsa, ha dichiarato Vendola, i tecnici della Regione Puglia insieme con quelli del San Raffaele (un gruppo misto costituito soprattutto da giuristi ed esperti della pubblica amministrazione) dopo un intenso anno di lavoro nel quale hanno approfondito l’idea del progetto pensato tre anni fa, finalmente hanno detto che “l’idea è praticabile”.

Dunque l’impegno preso da Vendola con don Verzè nel 2005 sarà presto mantenuto. “Non è un’idea di colonizzazione sanitaria nè della Puglia nè di quella di Taranto - ha tenuto a spiegare il governatore regionale - E’ viceversa l’idea di incrociare il know how del San Raffaele di Milano con le grandi esperienze professionali che sono presenti nella sanità tarantina per costruire qui, con la forza di don Luigi Verzè, un polo sanitario del Mediterraneo”.

L’intento è quello di mettere insieme le cose migliori del pubblico e le cose migliori del privato “per rispondere ad un problema gigantesco qual è quello della domanda di salute a Taranto” e farne un centro d’eccellenza per tutto il bacino Mediterraneo. Come già più volte detto si tratterà di una fondazione mista pubblico-privato, saranno quindi da definire i percorsi per la provvista finanziaria indispensabili per la realizzazione dell’opera.

“Vogliamo fare di Taranto un polo d’eccellenza non solo nell’assistenza ma anche della ricerca sulle malattie oncologiche” ha aggiunto Vendola. Più che soddisfatto dell’accordo raggiunto, don Verzè che qualche mese, stanco di attendere una risposta dalla Regione, aveva affermato deciso che non sarebbe più venuto a Taranto se non avesse avuto notizie sulla costruzione del nuovo ospedale. “E’ ora di smetterla con i pellegrinaggi dal Sud al Nord - ha asserito il presidente della Fondazione San Raffaele - E’ questa la ragione per cui noi siamo qui oggi. I viaggi della speranza devono essere dalla Puglia alla Puglia. Il San Raffaele di Milano arriva anche qui in Puglia. Ma devono essere i pugliesi a curare i pugliesi, non i medici del Nord. Questo è il senso del San Raffaele qui a Taranto”.

Chiaro e secco il messaggio a chi ha sollevato polemiche sulle questioni delle professionalità da assumere nel nuovo ospedale. Per la città di Taranto, così come per l’intera provincia ionica, avere un centro sanitario di tale mole, significherebbe “fare quel salto epocale di cui ha bisogno tutta la sanità tarantina”, di questo è convinto Vendola che non nasconde la difficile e attuale situazione territoriale nel settore sanitario. Sono infatti stati sbloccati dalla Regione i circa 14 milioni di euro già destinati all’Asl per la ristrutturazione dell’ospedale “SS. Annunziata”. I fondi saranno cantierizzati per modernizzare il parco delle infrastrutture tecnologiche quali ad esempio Tac e risonanze magnetiche definite, per alcuni casi, dallo stesso Vendola “antidiluviane e quasi archeologiche” e per ristrutturare e riqualificare immediatamente il Pronto Soccorso e l’Obitorio del nosocomio di via Bruno.

“Taranto è in una condizione particolare di sofferenza - ha quindi ricordato il governatore pugliese - Le strutture sanitarie sono degradate, così come le infrastrutture sono vetuste. Non possiamo però mettere solo le toppe e riqualificare per segmenti, abbiamo bisogno di una nuova grande realtà ospedaliera. Ed questo l’impegno che abbiamo preso”.

Vendola non si è limitato a presentare l’idea di un grande centro di cura. Mira infatti ad abbattere in maniera considerevole le emissioni di elementi inquinanti e per questo chiederà alla Comunità europea ed al governo nazionale “di essere più attenti nel fissare i limiti delle emissioni delle diossine e di tutti i veleni che assediano la nostra vita”. Ha poi ricordato commosso che 2mila bambini tarantini gli hanno inviato altrettante lettere che presto farà pubblicare in un libro. Lettere che lo hanno colpito perchè testimoniano la confidenza, rispetto a qualunque altro bambino d’Italia, con il problema delle malattie oncologiche attraverso i compagni di giochi o di banco.

“A questi bambini dobbiamo dare una risposta non solo dicendo loro che garantiremo un’assistenza di qualità, ma soprattutto che dobbiamo impegnarci a far diventare il cielo di Taranto più azzurro”. L’incontro si è concluso con un abbraccio tra don Verzè e Vendola e l’annuncio che il presidente della Regione Puglia prossimamente andrà a Milano per ricevere un premio “per essere stato un grande donatore soprattutto per i malati di tumore”.

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