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Diossina, CO2, ILVA, Governo e tante coincidenze...

Chi si accontenta gode, ma si tiene la diossina. l'Agglomerato 2 da solo immetta in atmosfera il 92% della diossina tricolore. Sarà una coincidenza ma la linea del ministero dell'Ambiente e, quindi, del Governo sulla diossina, aderisce in maniera quasi perfetta al piano Ilva.
22 ottobre 2008
Michele Tursi
Fonte: Corriere del Giorno

- Chi si accontenta gode, ma si tiene la diossina. Dopo aver minacciato di non rilasciare l'Aia in presenza di emissioni di diossina superiori al nanogrammo per metro cubo, l'assessore regionale all'Ambiente, ora più modestamente, batte i pugni invocando la rapida introduzione di urea nel processo produttivo. Una tecnologia che, quand'anche fosse applicata da domani mattina, non ridurrebbe le quantità di diossine e furani al di sotto di 3,5 nanogrammi. Ben oltre il limite di 0,4 nanongrammi per metro cubo fissato dall'Unione europea (già adottato in molti Paesi) e lo 0,1 in vigore nelle acciaierie di Servola a Trieste.

La posizione della Regione Puglia, assomiglia sempre di più ad una pubblicità di una marca di tonno: si taglia con un grissino. Tanto più che al ministero dell'Ambiente, in sede di Commissione Ippc-Aia, per il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva, si sono affrettati a ricordare che le emissioni di diossina dell'Ilva rientrano tutte nei limiti dell'attuale normativa italiana. E ciò nonostante l'Agglomerato 2 da solo immetta in atmosfera il 92% della diossina tricolore.

Sarà una coincidenza ma la linea del ministero dell'Ambiente e, quindi, del Governo sulla diossina, aderisce in maniera quasi perfetta al piano Ilva. Non solo. A Bruxelles si sta giocando una partita importantissima sui cambiamenti climatici e sui gas serra, cioè sulle emissioni di CO2. L'Italia, sempre attraverso i buoni uffici del ministro Prestigiacomo, si sta strenuamente battendo per rinviare l'adozione delle proposte del Commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas sulle emissioni inquinanti delle industrie.

Una posizione non propriamente di avanguardia visto che sulla stessa linea (più o
meno) dell'Italia ci sono Polonia, Cipro e altri otto Stati dell'Est. Economie emergenti che dovrebbero avere esigenze diverse rispetto alla settima potenza industriale del mondo. Sarà un caso, ma anche in tema di C02, lo stabilimento Ilva di Taranto fa sentire il suo peso sul pianeta.

Secondo stime del 2005, il siderurgico ionico immette in atmosfera oltre 11 milioni di tonnellate di anidride carbonica a cui vanno aggiunti altri 10 milioni di tonnellate delle centrali ex Edison, recentemente acquistate dall'Ilva, che si trovano nell'area dello stabilimento ionico. Anche in questo caso, la posizione del governo Berlusconi viene incontro alle esigenze delle industrie, soprattutto di quelle più inquinanti. Coincidenze, per carità. Solo coincidenze. Ma ce ne sono altre.

In un torrido agosto, caldo non solo dal punto di vista meteo, la compagnia aerea di bandiera, è stata salvata da un manipolo di capitani (d'industria) coraggiosi con la costituzione della Cai, la Compagnia aerea italiana. Di questa élite fa parte anche Emilio Riva con il suo gruppo siderurgico. Nemmeno un mese dopo, il 3 settembre, il ministro Prestigiacomo in una riunione sulla procedura Aia Ilva, ha frenato in maniera decisa sulla possibilità di varare una nuova legge con limiti più restrittivi delle emissioni di diossina. Coincidenze.

Non più di due settimane fa il Tar di Lecce ha accolto il ricorso di Taranto Futura che obbliga il Comune di Taranto a varare il regolamento per lo svolgimento del referendum sulla chiusura totale o parziale dello stabilimento siderurgico. Una settimana dopo la direzione Ilva ha annuncia ai sindacati la riduzione della produzione al Treno Nastri 1. Dal primo novembre ferie forzate per 150 lavoratori con lo spettro della cassa integrazione che incombe. Coincidenze?

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