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Idee per Taranto con il professor Dino Borri

I tarantini hanno voglia di ridisegnare il futuro della loro città

Come ridisegnare il futuro di una città? Con l'urbanistica e con la partecipazione.
4 luglio 2014
Fulvia Gravame

Oggi c’è stato il primo incontro con i cittadini con il prof. Dino Borri dell’Università di Bari sul Documento  Programmatico Preliminare che è propedeutico per il Piano Urbanistico Generale, PUG.  In sintesi si è cominciato a parlare di come una nuova pianificazione urbanistica potrà cambiare la città. Borri, idee per Taranto

L'incontro si è svolto a Palazzo Galeota, un antico palazzo nella città vecchia, chiamata anche isola o borgo antico che era la sede dell’antica acropoli della città greca e l’unica parte abitabile fino al 1961 per decisione dei Borbone, motivata da esigenze difensive. Originariamente questo lembo di terra oblungo non era un’isola e lo è diventato quando si è deciso di tagliare l’istmo che lo univa all'attuale Borgo mentre si stava costruendo il Castello Aragonese nel quindicesimo secolo e poi dopo l’Unità d’Italia quando si decise di scavare per la seconda volta il canale navigabile. Infatti, lo Stato unitario volle collocare a Taranto l’Arsenale militare e collocò la base navale nel Mar Piccolo e le navi militari avevano necessità di un canale più profondo per transitare dal Mar Grande al Mar Piccolo senza incagliarsi. L’isola ha una parte alta che da nel Mar Grande e un’altra bassa dove c’è il mercato del pesce e bagnata dal Mar Piccolo con lo sfondo delle ciminiere e i pescherecci che lo solcano tutti i giorni. Canale navigabile e ponte girevole 13 febbraio 2014, distruzione delle cozze del primo seno

 Nel Mar Piccolo si coltivavano le ostriche fino alla costruzione del siderurgico agli inizi degli anni sessanta e i delfini entravano a rubare le cozze ai mitilicoltori. Gli stessi delfini che sono il simbolo della città dai tempi dei greci e che popolano il Mar Grande, nonostante il traffico di navi mercantili e militari. Al MARTA, il museo nazionale, i delfini ritornano sotto forma di fregi delle case, come fibule e come simbolo nei gioielli ed è ovviamente il simbolo del Comune nella versione in cui Falanto lo cavalca.

Dunque la fase di ascolto dei cittadini è iniziata in un luogo che tocca l’identità dei tarantini, il loro cuore e le loro speranze. Tutti i quartieri della città saranno coinvolti in questo percorso che si concluderà a novembre 2014.

Stasera la sala era strapiena e si riconoscevano membri di note associazioni cittadine - nate proprio nella città vecchia come Le Sciaje (i giardini dove si coltivano le cozze) - e di altre che sono impegnate per l’ambiente e per il futuro di Taranto.

Il professor Borri ha introdotto le attività ricordando che il PUG è uno strumento che dura molti decenni anche se la legge regionale parla solo di dieci anni. Nei fatti una città che ha un’articolazione urbanistica molto complessa e una storia economica peculiare come Taranto, affronta la pianificazione urbanistica con una prospettiva di cinquant’anni, come è successo con il piano Blondino che è in vigore dal 1971.

C’è stato qualche intervento critico nei confronti dell’iniziativa; ad esempio qualcuno ha ricordato che la valutazione del rischio di incidente rilevante prevista dal Piano Seveso per l’ILVA e l’ENI non è terminata; un abitante della città vecchia ha sottolineato che gli abitanti del quartiere vivono i vicoli e che organizzare un evento del genere in un palazzo, significava tagliarli fuori. Un altro ha chiesto che a esprimere opinioni sul futuro di quel quartiere fossero solo colo che vi abitano.  Vi è la disponibilità del prof. Borri ad un secondo incontro magari pensato in modo più idoneo alle caratteristiche della zona. Del resto l’isola è nel cuore dei tarantini ed era ovvio che il suo recupero venisse affrontato anche da chi abita altrove.

Come raccogliere le indicazioni della cittadinanza?

I presenti sono stati invitati ad avvicinarsi ad uno dei tanti tavoli in sala, a scrivere su un post-it la loro idea per il futuro della città vecchia in forma sintetica, un collaboratore inseriva in un grafico a forma di margherita i suggerimenti e infine tutti i grafici sono stati proiettati su una parete.

Molti cittadini hanno citato il mare e i mestieri collegati, qualcuno ha ricordato che sono carenti alcuni servizi primari come le fogne, altri hanno proposto il museo della mitilicoltura, altri hanno fatto riferimento a città che vivono di turismo e che sono ben tenute come Otranto e Alghero.

Di solito nello stesso incontro si fa un secondo giro per raccogliere indicazioni più consapevoli, visto che necessariamente leggendo i suggerimenti degli altri partecipanti si scoprono altre idee o ci si rende conto dell’inutilità di alcune.

Mar Piccolo, distruzione delle cozze del primo seno

 La sensazione è che questi incontri porteranno ad un buon risultato perché c’è molta voglia di dire la propria sul futuro della città e si è capito benissimo che l'urbanistica è lo strumento per farlo. I tarantini presenti hanno contestato l’iniziativa sulla scorta delle tante delusioni patite dal Comune, ma poi sono stati pronti a cogliere le opportunità di costruire grazie all’affidabilità del prof. Borri. Ora però tocca all’amministrazione comunale dimostrare di saper cosa fare della disponibilità dimostrata dai presenti.

Note: Dino Borri
professore ordinario
ICAR/20 - TECNICA E PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
http://www.dicatech.poliba.it/index.php?id=80&idp=1

“Le Sciaje” è il termine tarantino che indicava il luogo di mare dove si coltivavano i mitili e le ostriche attraverso la metodologia tradizionale Tarantina.
http://www.lesciaje.it/

l Museo Nazionale Archeologico di Taranto è fra i più importanti d'Italia e fu istituito nel 1887.
http://www.museotaranto.org/web/index.php?area=1&page=home&id=0&lng=it

Moneta con Taras che cavalca il delfino
http://www.famedisud.it/wp-content/uploads/Moneta_Taranto.jpg

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