Recuperare la nostra memoria
Recuperare la memoria, per capire meglio il presente.
Quante volte abbiamo sentito queste parole, che risultano magari prive di significato se non sappiamo come fare per recuperare la nostra memoria.
Un modo per farlo ci viene fornito da un'iniziativa realizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
Andando sul sito http://www.antenati.san.beniculturali.it/ si può accedere all'immenso patrimonio documentario esistente negli Archivi di Stato. Si può in questo modo condurre ricerche anagrafiche e genealogiche, finalizzate alla ricostruzione della storia di famiglie e di persone.
Nella sezione “Trova i nomi” si può effettuare una ricerca sui propri avi di cui si conoscono nome e cognome. In questo modo, è possibile risalire ad antenati nati anche 200 anni fa.
Nella sezione “Sfoglia i registri” si può accedere ad una marea di documenti che dalla metà dell'800 raccontano la storia delle famiglie che vivevano a Taranto: i luoghi in cui vivevano, gli atti di matrimonio, gli atti di nascita, gli atti di morte. Come per magia vicoli ormai murati della città vecchia si rianimano e ci s'immagina che la vita si svolgeva realmente in quei luoghi ora tristemente abbandonati. Taranto vecchia pulsava di vita, di riunioni familiari per festeggiare un matrimonio, o per dare l'ultimo saluto ad un proprio caro....
Non ce ne rendiamo conto, ma la vita fino a pochi decenni fa era davvero dura; la morte era una compagna quotidiana, la mortalità infantile era altissima. E' questo che emerge dai documenti che si possono consultare sul sito http://www.antenati.san.beniculturali.it/.
I documenti descrivono una larga parte della popolazione che fino ai primi del '900 (ed anche oltre) versava in condizioni molto disagiate: si trattava di marinai nella maggior parte dei casi, che vivevano nelle viscere della città vecchia; analfabeti, ma onesti, che dovevano provvedere a sfamare famiglie numerosissime. Vico Zippro, Postierla Immacolata, Scaletta Calò: erano questi i nomi delle vie in cui famiglie con dieci - dodici figli ciascuna vivevano spesso a stretto contatto, dato il poco spazio a disposizione e l'estrema povertà.
Conoscere la storia dei nostri antenati costituisce un modo anche per onorarli, per ricordarli in qualche modo, e per capire quanta strada abbiamo fatto in termini di cultura, di conoscenza e di diritti acquisiti -in particolare da parte delle donne-.
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