Tradito lo spirito di Helsinki. La NATO costringe gli Stati ad aumentare le spese militari, a investire nella tecnologia militare e coinvolgere donne e giovani nella formazione e nelle carriere dell'Alleanza Atlantica. Intanto, in area europea, riaffiorano chiarissime le ideologie autoritarie.
La nuova presidente della Commissione Europea annuncia il nuovo ambizioso «Green Deal»: previsti 1000 miliardi di euro in 10 anni, pari a un quarto del budget dell'Unione. Ma la crescita economica resta in programma, tra plausi e critiche.
Abbiamo tradotto i punti salienti dell'opuscolo belga. Domani questo opuscolo sarà presentato a Taranto in una conferenza stampa sul rischio nucleare collegato al transito di unità militari a propulsione nucleare, essendo Taranto un porto soggetto a tale eventualità.
Antonia Battaglia, per Peacelink e Monica Frassoni, per i Verdi Europei, hanno incontrato ieri il Direttore Generale Ambiente della Commissione Europea Daniel Calleja in merito alla questione ILVA
La posizione di PeaceLink è chiara: niente aiuti di Stato all'Ilva ma loro utilizzo per i lavoratori. L'Europa sanziona gli aiuti di Stato ma aiuta la riconversione con consistenti fondi per le aree di crisi industriale.
La Commissione Ambiente ha ribadito l'obiettivo di riduzione del 20% entro il 2020. Maxifinanziamento per le centrali a carbone che tengono sottoterra l'anidride carbonica. Governo e industria italiana, insieme al blocco ex comunista, chiedevano di rivedere il pacchetto. Ora il provvedimento passa al Consiglio europeo dell'energia. Greenpeace: "Luci e ombre"
Il commissario Ue all’Ambiente, Dimas, accenna alla possibilità di sanzioni con la procedura di infrazione. Vernola: «Il siderurgico di Taranto inquina a livelli insopportabili. E' un ecomostro dei peggiori in Europa, se non al mondo».
Riportiamo le lettere che il Dott. Fracasso ci ha inviato e che lui stesso ha ricevuto da due parlamentari europei che hanno presentato un'interrogazione scritta alla Commissione Europea sul Record diossina a Taranto.
14 novembre 2007
Consiglio europeo/ Ennesimo fallimento dei Capi di Stato e di Governo
Compromesso al ribasso ma i cittadini sono pronti per una Costituzione
"Delusione" è senza ombra di dubbio la parola giusta per definire il sentimento che permea lo stato d’animo di chi, dall’appena conclusosi Consiglio Europeo di Bruxelles, si aspettava di più. Si aspettava coraggio politico, ardimento, voglia di non mollare e di non cedere, e non certo un triste mercato di contrattazioni sempre più al ribasso, fatte sulla testa di 450 milioni di cittadini.
L'esito negativo del Consiglio Europeo era previsto e prevedibile. Invece di una Costituzione l'Europa, che ormai ha molto poco dell'Unione, avrà un Trattato ultraflessibile, in pratica una serie di accordi tra Stati che sanciscono l'interesse nazionale.
Le proposte del Consiglio europeo del 15 e 16 di giugno tenutosi a Bruxelles sono deludenti. In attesa di altre ratifiche nazionali la decisione di come uscire dall'impasse viene rimandata al Consiglio europeo di Berlino del 25 marzo 2007 in occasione del cinquantesimo anniversario del trattato di Roma
Nuovamente bocciata a Bruxelles la direttiva europea sulla brevettabilità del software per l'opposizione della Polonia. La decisione è stata rinviata al prossimo anno
Se sommiamo gli evasori amministrativi (1,5 milioni) e i casi penali (290.000), lo Stato ucraino si trova a dover gestire quasi 1,8 milioni di infrazioni in un contesto di guerra totale. Questi numeri sono gestibili?
Contemporaneamente alle 2700 manifestazioni negli USA contro il Presidente-autocrate Donald Trump, anche nel capoluogo toscano hanno inscenato una protesta i residenti statunitensi.
Gli siamo accanto in questo momento come cittadini. Ma anche come volontari che fanno informazione e che credono nel potere della verità, nel giornalismo come esercizio del diritto alla conoscenza e come fondamento della democrazia.
All'Università degli Studi di Bari Aldo Moro si è discusso sulla complessità del processo di transizione tarantino che ha al centro la questione della "decarbonizzazione" dello stabilimento ILVA. Diverse le visioni che si sono confrontate.
Deceduta il 22 luglio 1997, fu vittima del Programa Nacional de Salud Reproductiva y Planificación Familiar voluto dal fujimorismo per controllare e limitare la riproduttività delle donne indigene e contadine
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