Cominciato in Chiapas il secondo «incontro dei popoli» tra gli zapatisti e il resto del mondo. Con il Sub forse in calo di popolarità ma certo in crescita di ragioni, e gli italiani a farla da padrone: almeno in mille nella Selva Lacandona
La Corte suprema messicana per la prima volta ha ammesso che la repressione della rivolta del 2006 ha violato i diritti umani. Ma il principale responsabile, Ulisese Ruiz, il governatore, è sempre al suo posto
17 giugno 2007 - Maurizio Galvani
Nuove ombre sulle presidenziali dello scorso 2 luglio
Luren Adrian (Jennifer Lopez), giornalista del “Chicago Sentinel” suo malgrado si trova a Ciudad Juárez per un’inchiesta sugli omicidi impuniti di donne. Qui trova Eva (Maya Zapata), una giovane indigena che è riuscita miracolosamente a scappare dai suoi due aguzzini.
Micidiale attacco della chiesa contro la recente legge sulle convivenze e l'attesa legge sull'aborto. Il cardinale Rivera: «Ci sarà violenza». Il laico pro-vita Limon: «Scorrerà il sangue». Entrambi sono sotto inchiesta. Altro che preti in piazza
Le cose sono cambiate a Oaxaca. Di fronte alla dura repressione del governo statale e del governo federale, il movimento di Oaxaca si è ritrovato in un angolo. Ci sono centinaia di incarcerati, alcune migliaia di persone sono nascoste dalle comunità indigene, al limite della clandestinità. Molti sono stati vinti dalla paura. Eppure domenica circa 15.000 persone sono tornate in piazza per esigere la liberazione dei prigionieri politici e le dimissioni del governatore.
Oggi, o al massimo domani, Francisco Ramírez Acuña sarà nominato Ministro dell'Interno in Messico. Sul suo capo pendono 640 denunce per tortura e un odio viscerale per i giovani. Quindi per Felipe Calderón, che s'insedierà il primo dicembre, è l'uomo giusto al posto giusto.
Succedono cose interessanti rispetto alla stampa e all'America Latina. Succede per esempio che El País, giornale nato dall'antifranchismo militante e legato a doppio filo con il PSOE, nella sua edizione internazionale -ovvero messicana- sia schierato al 100% con il neofalangista Felipe Calderón. E´ vomitevole come un quotidiano con quella storia -e per il quale non mi pregio piú di aver lavorato a metá degli anni '90- si spelli quotidianamente le mani per un signore che poteva fare al massimo il sottosegretario con Francisco Franco, perché sarebbe stato considerato troppo di destra, e che ha giá designato come ministro dell'interno un riconosciuto repressore, torturatore e assassino come Francisco Ramirez Acuña, ex governatore panista di Jalisco. Silenzio del País.
27 novembre 2006 - Gennaro Carotenuto
In dieci giorni la polveriera messicana vedrà l'insediamento di due
governi, uno di centrosinistra che si proclama "legittimo" e l'altro di
destra, che è reale. Basta una scintilla.
Il reporter, in Messico da qualche mese per raccontare il lungo sciopero degli insegnanti, è stato colpito da un colpo di fucile sparato dalla polizia contro i dimostranti disarmati
Nel silenzio dei media internazionali il Messico va verso una svolta autoritaria. Come lo svedese Leonardo Henrichsen, il 29 giugno 1973 a Santiago del Cile, anche Brad Will, il fotografo di Indymedia assassinato venerdì, ha visto in faccia la propria morte. Mentre proprio in queste ore sta scatenandosi la repressione senza limiti ad Oaxaca, nel Sud del Messico, e si avvicina l'insediamento dell'illegittimo presidente neofalangista Felipe Calderón, le pacifiche proteste popolari non accettano di piegarsi all'abuso e le destre sono pronte a tutto per normalizzare il paese. Da Oaxaca, sempre più disperatamente, chiedono una sola cosa: informare.
Bush lo ha voluto ed è legge. Il muro che divide l'America in due sarà ampliato a 1.226 km di cemento, metallo e torrette ipertecnologiche per una faraonica commessa da 9 miliardi di dollari a beneficio del complesso militare-industriale statunitense. Il confine tra Stati Uniti e Messico-violato la scorsa settimana dal Subcomandante Marcos-causerà ancora più lutti e tragedie. In appena un decennio i Vopos a guardia della frontiera statunitense hanno infatti ammazzato almeno 500 cittadini, mentre altri 4.000 sono morti di stenti. Perfino il presidente messicano uscente, Vicente Fox, definisce il muro "vergognoso".
Gli siamo accanto in questo momento come cittadini. Ma anche come volontari che fanno informazione e che credono nel potere della verità, nel giornalismo come esercizio del diritto alla conoscenza e come fondamento della democrazia.
All'Università degli Studi di Bari Aldo Moro si è discusso sulla complessità del processo di transizione tarantino che ha al centro la questione della "decarbonizzazione" dello stabilimento ILVA. Diverse le visioni che si sono confrontate.
Deceduta il 22 luglio 1997, fu vittima del Programa Nacional de Salud Reproductiva y Planificación Familiar voluto dal fujimorismo per controllare e limitare la riproduttività delle donne indigene e contadine
Domenica è stato davvero uno spettacolo vedere quasi 200 mila persone. Un arcobaleno di bandiere che a migliaia sventolavano lungo i 24 chilometri della Marcia. Ancora una volta da Assisi si è levata una voce forte: la pace è questione quotidiana di scelte quotidiane che coinvolgono tutti e tutte.
Richiesta di informazioni sull’esercitazione nucleare NATO “Steadfast Noon 2025” e sui possibili impatti per la popolazione civile circa gli scenari ad alta intensità simulati
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