Le multinazionali del gas (le stesse del petrolio) devastano l'ambiente con roghi ininterrotti, 24 ore su 24. La popolazione è costretta ad inalare esalazioni continue. Queste multinazionali, per difendersi dalle popolazioni che protestano, godono della protezione dell'esercito nigeriano che reprime gli insorti e brucia le baraccopoli per punire i ribelli. E l'Italia è dentro fino al collo per via dei rigassificatori e di un megacontratto firmato con la Nigeria. Per aderire all'appello si può scrivere a: a.marescotti@peacelink.it
Paese povero, arsenale ricco Alla fine del 2005 Roma ha cancellato 900 milioni di euro di debito alla Nigeria. In cambio, la Nigeria ha comprato 160 milioni di euro in armamenti italiani, con due contratti di Alenia Aermacchi (Finmeccanica, gruppo pubblico)
La Nigeria affronta ancora una volta il suo vero problema, la corruzione, un fenomeno che la rende tristemente famosa nel mondo e l’unico settore dove riesce ad essere in testa alle classifiche. Eppure la lotta rilanciata da Obasanjo nasconde molte ombre, e in questo momento appaiono emblematiche le parole dell’avvocato Gani Fawehinmi di Human Rights Watch: “Tu non puoi combattere la corruzione efficacemente se la lotta è sporadica e spasmodica, quando invece la corruzione è così sistematica”.
L’ammissione da parte del presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, che le forze di polizia sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, è la conferma ufficiale, per la prima volta dall’avvento della democrazia, di un malessere mai estirpato dalla vita del paese.
23 agosto 2005 - Matteo Figus
Samuel Ayotunde Kalejaiye: un italo-nigeriano con molte mamme ma, per ora, un solo libro.
Riprende la lotta delle popolazioni locali contro le multinazionali del petrolio del Delta del Niger, come due anni fa occupata la stazione di Escravos. La compagnia accusata di non rispettare gli accordi del 2002, e mentre la popolazione riprende le proteste, purtroppo si registra il solito bollettino di guerra.
4 febbraio 2005 - Matteo Figus
L'ombra del golpe sulla giovane democrazia nigeriana
La Nigeria e’ uno dei pochi paesi al mondo dove per un’amara ironia del destino, i colpi di stato non sono considerati un’anomalia politica, una breve parentesi all’interno di un normale processo democratico. Quando il 22 ottobre 2004 e’ apparsa la notizia che cinque persone sono state accusate di cospirare contro il governo federale di Olusegun Obasanjo, molti nigeriani hanno rivisto i fantasmi del passato, ossia i militari sempre pronti ad intervenire per “salvare il paese dal caos e dall’anarchia”.
Lo scrittore Nigeriano Ken Saro-Wiwa e altri otto attivisti ogoni, da anni
schierati contro le attivita' della Shell in Nigeria, furono stati condannati
a morte da un tribunale militare e uccisi il 10 novembre 1995. Disse prima di morire: "Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra".
3 settembre 2004 - Alessandro Marescotti
La vicenda della Cap Anamur ha avuto una svolta quando i profughi sudanesi si sono rivelati cittadini provenienti dalla Nigeria e dal Ghana.
La Nigeria non è un paese in guerra, tuttavia presenta una situazione politico - economica davvero critica.
L'articolo di seguito - una shceda paese sulla storia della Nigeria - vuole far riflettere sulla definizione stessa di profugo: è tale soltanto colui che scappa soltanto dalla guerra?
La Nigeria è diventata una bomba ad orologeria, dopo che il governatore che ha dato inizio all’adozione della legge islamica ha accusato alcuni dei suoi colleghi del nord di fare propria la Sharia per puri scopi politici.
Vengono costruiti titoli per generare un'accentuata percezione del rischio di invasione in assenza di dati oggettivi. Lo scopo è quello di generare paura e di modificare i sondaggi di opinione che oggi danno in vantaggio un'opinione pubblica contraria alla prosecuzione della guerra.
Questo testo offre una guida pratica per pacifisti focalizzandosi su tre fasi chiave per opporsi efficacemente alla guerra e minare il consenso pubblico verso di essa. Queste tre fasi progrediscono attraverso quindici proposte concrete.
L'invio di armi da parte della Nato, sebbene nelle intenzioni miri a sostenere le forze ucraine, non capovolge la guerra ma la prolunga e ne ingigantisce gli effetti, paradossalmente a tutto vantaggio della Russia. Gli esperti lo definiscono "war paradox" e lo hanno anche studiato.
Come organizzare in vista del G7 una convergenza fra forze diverse attorno al comune obiettivo di contrastare il riarmo e la guerra? E come dimostrare che l'opinione pubblica è ampiamente contraria alla volontà dei G7 di fare guerra alla Russia?
Ma il Festival per il Giornalismo che si svolge nella stessa città continua a snobbarlo. Assange viene perseguitato dal Potere perché considerato reo di aver diffuso, nell’interesse pubblico, documenti segreti che rivelano gli illeciti commessi dai Governi.
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