In Europa hanno clamorosamente fallito le terapie di austerità, ma appaiono pericolose le derive sovraniste e nazionaliste, che sconfinano nel fascismo e nel razzismo
15 gennaio 2019
Appello: nomina del Comune di Riace per il Nobel della pace
Dopo il Premio Nobel per la Pace 2017 a ICAN - Campagna internazionale per l'abolizione degli ordigni nucleari, è quanto mai necessario il Premio Nobel al modello Riace
Esistono i trattati che vietano l’uso di armi nucleari, ma siamo pieni di basi statunitensi che pretendono di difendere la democrazia difendono solo i loro interessi. Occorre ribellarsi di fronte all’ingiustizia
Il Nobel conferito alla Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari è un riconoscimento per tutta la società civile che l’ha sostenuta.
Ma il rischio nucleare resta.
«Un colpo preventivo per la pace». Oggi a Oslo viene assegnato il premio Nobel per la Pace alla fondatrice del Green Belt Movement del Kenya, un movimento popolare per difendere le foreste. «Abbiamo lavorato per anni per collegare ambiente, pace e democrazia. Ma sul piano culturale è una novità straordinaria», ci ha detto
13 dicembre 2004 - Nicoletta Dentico
Norman Peach motiva la sua decisone di proporre Vanunu per i prossimo Premio Nobel per la Pace
Articolo che parte da una possibile scoperta di un sito nucleare in Iraq con la conseguente cattura dell'eventuale spia con un esito che ricorda la vicenda di Vanunu
E' in atto una corsa tecnologica, presentata come un investimento per la “difesa del futuro”, che rischia di impegnare risorse economiche enormi per i prossimi decenni, sottraendole allo stato sociale e alle urgenze ambientali. Vediamo cosa avranno di fronte i parlamentari italiani.
La sentenza parla di "cornice piduista" in una "prospettiva politica atlantista". Oltre al ruolo di Licio Gelli nella strage emerge infatti quello di Federico Umberto D’Amato, amico di Cossiga e affiliato alla P2, e già rappresentante del Ministro dell’Interno nel Comitato di Sicurezza della Nato.
Il rapporto è stato pubblicato nel 2010 ma è rimasto ampiamente ignorato perché scomodo. Redatto dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, il rapporto descrive violenze estreme documentate con testimonianze e indagini indipendenti. Ma il governo del Ruanda lo ha contestato.
Sulla base di ricerche estremamente dettagliate il libro conclude che ci furono gruppi armati di manifestanti del Maidan che occuparono postazioni da cui partirono i proiettili che colpirono sia i manifestanti sia i poliziotti.
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