In questa lunga e affascinante carriera, ha sfiorato Taranto per ben tre volte, tuffandosi dalle coste della vicinissima San Pietro in Bevagna. Quilici, scrittore-giornalista, fotografo e regista cinematografico, ieri è tornato a Taranto. Ed entro l’anno terminerà anche un film ambientato proprio in Puglia.
Le procedure sono già in corso. Alle Olimpiadi di Pechino andranno le anfore e l’alàbastron originali e le copie al laser scanner del sarcofago e dello scheletro. Anche in questo caso sarebbe autorizzata la realizzazione di una copia fedelissima della statua che resterebbe nel Museo di Taranto. Mentre si attendono notizie più precise per l’arrivo a Taranto della Persefone Gaia.
La preziosa statua sarà concessa in prestito per tre mesi dal Museo di Berlino, verrà restaurata e copiata. L’importante reperto, significativa testimonianza della grandezza della città, sarà all’interno di un pacchetto di iniziative che potrebbero rappresentare un ottimo veicolo di attrazione turistico culturale. E intanto si prepara il viaggio “alle Olimpiadi” dell’atleta di Taranto.
E' in atto una corsa tecnologica, presentata come un investimento per la “difesa del futuro”, che rischia di impegnare risorse economiche enormi per i prossimi decenni, sottraendole allo stato sociale e alle urgenze ambientali. Vediamo cosa avranno di fronte i parlamentari italiani.
La sentenza parla di "cornice piduista" in una "prospettiva politica atlantista". Oltre al ruolo di Licio Gelli nella strage emerge infatti quello di Federico Umberto D’Amato, amico di Cossiga e affiliato alla P2, e già rappresentante del Ministro dell’Interno nel Comitato di Sicurezza della Nato.
Il rapporto è stato pubblicato nel 2010 ma è rimasto ampiamente ignorato perché scomodo. Redatto dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, il rapporto descrive violenze estreme documentate con testimonianze e indagini indipendenti. Ma il governo del Ruanda lo ha contestato.
Sulla base di ricerche estremamente dettagliate il libro conclude che ci furono gruppi armati di manifestanti del Maidan che occuparono postazioni da cui partirono i proiettili che colpirono sia i manifestanti sia i poliziotti.
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