In Salvador e in America Latina si muore ancora. Come ai tempi di mons. Romero. Forse in modo più subdolo. Senza dittature militari. L’attualità di una fede che s’incarna fino al sacrificio di sé.
Solidarietà con i più deboli. Riviste di informazione critica. Obiezione di coscienza. Azioni simboliche. Un mondo variegato e vitale si muove nella società civile israeliana. E comincia a far contare la sua voglia di pace.
Una violenza che schiaccia la popolazione civile tra l'esercito e le milizie fondamentaliste. E che si estende anche alla vicina Inguscezia, mentre l'Italia continua a girare la testa dall'altra parte.
Scrive Gian Antonio Stella: "Merito anche dei manifestanti. Che non solo sono stati alla larga da ogni provocazione ma si sono fatti carico due o tre volte di sbatter fuori dal corteo, anche a spintoni e calci nel sedere come a piazza Venezia e in viale Aventino, un po’ di incappucciati neri dalla faccia coperta: «Fuori! Sparire! Provocatori! Andate via!». (...) Neanche un ferito, neanche un fermato".
Persino "Il Giornale" e "Il Foglio" rinunciano commenti negativi complessivi. Tra i giornali italiani solo "Libero" demonizza la manifestazione di ieri. Anche "Il Riformista" disprezza il corteo: "Con quella gente non si prende neanche un caffè".
Roma: si possono condannare solo le violenze dei manifestanti e assolvere quelle di Bush? Di fronte alle manifestazioni di intolleranza e di violenza di alcuni manifestanti, Martin Luther King disse: "Non avrei mai più potuto alzare la voce contro le violenze senza essermi prima chiaramente pronunciato contro il più grande veicolo di violenza al mondo d’oggi: il governo degli Stati Uniti d’America”. Lo avrebbe detto anche oggi mettendo in imbarazzo Silvio.
Voglio dirlo ai ragazzi nei quali prevale un sentimento di rabbia: non lasciatevi fregare, ricordatevi di Genova. Come manifestare? Nell’unico modo giusto, legittimo, condiviso, utile, capace di conquistare alla causa della pace ulteriori consensi: in modo pacifico e nonviolento.
Il persuaso della nonviolenza ha da fare un lungo cammino: un lavoro su di sé, una conquista di indipendenza, lo sviluppo di una forza nuova, forza di lotta e di vita.
PeaceLink partecipa come parte civile per chiedere giustizia e ribadire la dura condanna inflitta in primo grado ai responsabili del disastro ambientale di Taranto. Il processo coinvolge anche alcune figure chiave del mondo politico, fra cui l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
Di fronte al rischio di un'escalation suicida, i vari gruppi pacifisti nel mondo, a partire da quelli israeliani, hanno il compito di unire le voci e richiamare i governi a isolare Netanyahu. Ancora insufficiente è l'attenzione del movimento ecologista sui rischi nucleari della guerra
Si apre l'appello del Processo Ambiente Svenduto con una grave mancanza: il non aggiornamento dello studio fondamentale per comprendere il nesso causa-effetto tra gli inquinanti prodotti dall'ILVA e la salute dei cittadini.
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