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“No al nucleare”: l’appello di Legambiente alle regioni

In Europa i rifiuti nucleari sono 100 mila tonnellate e crescono di 40 mila metri cubi all’anno. Nessun paese ha realizzato un sito definitivo per trattarli. E lo smantellamento degli impianti può costare fino a 2,6 miliardi di dollari
22 aprile 2008
Fonte: Redattore sociale

- Roma - “Costruiamo Regioni No Nuke”. Legambiente lancia un appello a comuni, province e regioni perché si dichiarino “territori contrari alla produzione e all’uso di energia nucleare”, vietino “l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica” e garantiscano “la massima trasparenza e partecipazione nell’eventuale processo di individuazione di siti di stoccaggio per le scorie derivanti dal decommissioning delle centrali dismesse dopo il referendum del 1987 sul territorio”. “A ventidue anni da Cernobyl nessuno dei problemi di allora è stato minimamente risolto – afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – scorie radioattive, sicurezza degli impianti, costi altissimi, rendono inutilizzabile il nucleare. Inoltre quello che i fanatici dell’atomo fanno finta di non sapere è che la battaglia per la riduzione della Co2 non può aspettare i 10 anni che come minimo sono necessari per costruire una centrale nucleare”.

Solo in Europa i rifiuti nucleari sono 100 mila tonnellate e crescono di 40 mila metri cubi all’anno e nessun Paese ha realizzato un sito definitivo per trattarli. E problematico è anche lo smantellamento degli impianti arrivati alla fine del loro ciclo di vita: può costare da 500 milioni a 2,6 miliardi di dollari a seconda della tecnologia del reattore.

“In questi anni – continua Cogliati Dezza - ci siamo impegnati in tantissime azioni rivolte a contrastare la proliferazione energetica nucleare, a svolgere un’azione di stimolo per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, a chiedere la messa in sicurezza del reattore esploso a Cernobyl, a portare sostegno alla popolazione bielorussa che ancora oggi vive un’emergenza ambientale, sociale e sanitaria. Per questo in occasione di questo anniversario abbiamo indetto una settimana d’iniziative per ricordare quel terribile incidente ribadendo il nostro no al nucleare, rilanciando il sì alle rinnovabili e invitando tutti a sostenere i nostri progetti di cooperazione e di aiuto alle popolazioni colpite dal fallout”.

Mostre, documentari, banchetti informativi e convegni per saperne di più non solo sui motivi per dire no al nucleare ma soprattutto sulle opportunità offerte dalle fonti rinnovabili le uniche in grado di far raggiungere all’Italia l’obiettivo europeo al 2020 del 30-20-20 (30% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, 20% di efficienza e 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili). Da Nord a Sud saranno moltissime le iniziative che Legambiente organizza nelle città del Bel Paese anche per sollecitare la solidarietà verso le popolazioni della Bielorussia che ancora oggi pagano le conseguenze di quel tragico incidente.

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