Abstract del progetto di costruzione di 50 MWe di potenza da collettori parabolici lineari sull'area attualmente occupata dal centro siderurgico Ilva
Questo studio di fattibilità preliminare ha come obiettivo quello di dimostrare la fattibilità ingegneristica, economica ed occupazionale di un progetto di costruzione di una centrale solare- termodinamica a collettori parabolici lineari per la produzione di 50 MWe di potenza elettrica netta.
Il sito scelto è quello dell'area attualmente occupata dallo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto.
Nella valutazione e nel calcolo dei parametri impiantistici si è fatto riferimento ad uno studio preliminare condotto da ENEA (sul sito di Gela) per la produzione di 40 MWe di potenza elettrica netta. Si sono considerati alcuni parametri peggiorativi rispetto al progetto ENEA come ad esempio: il flusso solare (considerato pari ad 800 W/m2 e non pari a 900 W/m2), e la curva di rendimento in funzione del carico (che considero mediamente pari a 0,35 a fronte dello 0,41 previsto nell'articolo).
Questi dati portano alla generazione (prevista) di 232,1 GWh/anno.
Per le valutazioni economiche ho considerato, sempre in via cautelativa, un decremento nella produzione energetica annua, a fronte del deterioramento impiantistico, pari al 10%; vale a dire ogni anno l'impianto produce il 10% in meno di energia con ovvie ripercussioni sui ricavi dalla vendita di energia che dai ricavi dal conto energia. A livello economico, ho considerato un prezzo medio (visto che cambia in funzione della fascia oraria nella quale si vende) di vendita dell'energia pari 0,06 euro/kWh, una tariffa incentivante pari a 0,29 euro/kWh ed un imponibile sugli utili (somma ricavi di vendita energia + ricavi da conto energia - costi di gestione - ammortamento) pari al 40% (non poco).
Rispetto all'articolo dell'impianto spagnolo, ho considerato un incremento (credo plausibile) degli occupati per la manutenzione pari al rapporto tra le superfici specchiate (e quindi proporzionali ai costi di gestione).
In conclusione, onde evitare di creare facili aspettative, ho cercato di mettermi sempre nella condizione peggiore, che in fase di progettazione viene definita cautelativa. Nonostante ciò l'impianto, nell'arco dei 30 anni, e nei 3 scenari di finanziamento, conclude sempre in attivo.
Sicuramente avrò sbagliato qualche piccolo calcolo, sicuramente questo non può essere considerato un progetto esecutivo nè tanto meno un preliminare, nè tanto meno un reale studio di fattibilità; questo lavoro ha forse l'arduo intento (in un periodo in cui è difficile trovare anche solo la forza di pensare ad una Taranto diversa) di dimostrare che qualcosa di diverso si può fare. Una Taranto diversa da quella attuale è quanto meno pensabile, e perchè no realizzabile.
Gianmarco Tedesco
Articoli correlati
- Ennesimo decreto Salva IILVA
Bocciato l'ordine del giorno di Angelo Bonelli sull'ILVA di Taranto
Il 13 marzo è stato convertito in legge l'ultimo decreto in materia di ILVA con un iter blindato e senza che ci fosse la possibilità di introdurre norme a difesa dell'ambiente e della salute. Nonostante ciò, la battaglia non è finita. Taranto resisti! Taranto non sei sola.21 marzo 2024 - Fulvia Gravame - La cittadinanza jonica si è mobilitata
Presentate le osservazioni al dissalatore presso il fiume Tara
Oltre dieci associazioni della provincia di Taranto si sono attivate per salvare il fiume Tara dal progetto di dissalatore che lo distruggerebbe e aumenterebbe la contaminazione delle acque del mare. “Ci si salva soltanto assieme!”, come ha detto Papa Francesco.19 marzo 2024 - Fulvia Gravame - Interpellanza in merito al futuro degli impianti ILVA
Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?
Se il governo non consideri prioritario destinare le risorse assegnate all'intervento «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate» di DRI d'Italia a progetti che invece potrebbero concretamente risolvere, una volta per tutte, l'emergenza ambientale e sanitaria della città di Taranto.21 marzo 2024 - Fulvia Gravame - Comunicato stampa
Dissalatore al fiume Tara: che succede ora?
E' nato il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico che si è riunitoo inizialmente per combattre contro il progetto del dissalatore al fiume Tara, ma ha in programma un'azione più ampia.13 marzo 2024 - Fulvia Gravame
Sociale.network