Napoli

Giù le mani dalla città

Giù le mani dalla città” potrebbe essere l’espressione migliore per descrivere quello che sta avvenendo oggi a Napoli. Sono le mani dell’alta finanza che accompagna l’avanzata inesorabile della nuova nomenklatura che i nostri politici amano: multi-services e multi-utilities (multiservizi). In queste ultime settimane, il piano sembra diventare più palese.
15 dicembre 2007
Alex Zanotelli

Padre Alex Zanotelli

“Giù le mani dalla città” potrebbe essere l’espressione migliore per descrivere quello che sta avvenendo oggi in questa nostra Napoli. Sono le mani dell’alta finanza che accompagna l’avanzata inesorabile della nuova nomenklatura che i nostri politici amano: multi-services e multi-utilities (multiservizi). In queste ultime settimane, il piano sembra diventare più palese.

Il commissario straordinario per i rifiuti, che è anche prefetto di Napoli, il dott. Pansa ha indetto “un bando di gara per l’affidamento della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani della provincia di Napoli”. Questo include “i tre impianti CDR situati nei comuni di Giugliano, Caivano e Tufino”, nonché “l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti della potenza di 105 MW ubicato nel comune di Acerra”. La durata dell’appalto: “15 anni a decorrere dalla data del contratto che si estenderà automaticamente a 25 anni”. I partecipanti alla gara dovranno avere un “patrimonio netto”, cioè un capitale sociale, non inferiore a 500 milioni di euro.

Questo esclude subito la municipalizzata di Napoli, l’ASÍA. Per quali ragioni è stato fatto questo? Sappiamo tutti le debolezze dell’ASÍA. Ma perché questa eliminazione di una municipalizzata, di una azienda pubblica? Si vuol forse privatizzare anche ASÍA?

Eliminata ASÍA, rimangono in gara due grandi aziende la ASM di Brescia e la francese Veolia. Si sussurra che la potente azienda bresciana si ritirerà dal bando. Quasi certamente rimarrà solo Veolia.

Cos’è Veolia? E’ la più grande multinazionale dell’acqua al mondo, con un giro d’affari di circa 50 miliardi di dollari all’anno (sono dati del 1999). Basta leggersi il libro “L’eau de Vivendi. Les vérités inavouables” (L’acqua della Vivendi. Le verità inconfessabili) di Langlet e Touly che porta la prefazione di Danièle Mitterand, per rendersi conto di che cosa sia questa multinazionale dell’acqua che oggi si fa chiamare Veolia (per chi non la conoscesse basta andare a Latina e Aprilia, dove l’acqua è gestita da un’azienda chiamata Acqualatina che al 49% appartiene a Veolia: i prezzi dell’acqua sono saliti del 300%!).

Ancora più preoccupante è il fatto che un mese fa la Veolia si è unita alla seconda più potente multinazionale dell’acqua l’Ondeo (ex - Suez): questo enorme complesso industriale porta il nome di Suelia (Suez - Veolia). Questo colosso ha un giro d’affari che si avvicina ai 100 miliardi di dollari. Queste multinazionali gestiscono tutto dall’acqua ai rifiuti.

Ed eccoci ora con Veolia che bussa alle porte di Napoli per gestire i rifiuti della città e provincia dalla raccolta all’inceneritore di Acerra. Una volta che Veolia avrà messo le mani sui rifiuti, passerà poi all’acqua, suo tema preferito.

E’ una coincidenza che lo scorso marzo, l’assessore al bilancio del Comune, Cardillo, abbia proposto al Comune di Napoli la creazione di una holding che includa le varie municipalizzate dalla ASÍA (rifiuti) all’ARIN (acqua)? Ci siamo subito mobilitati contro questa eventualità come comitati dell’acqua e come Rete Lilliput dicendo che questo significa privatizzare l’acqua. Infatti nel gennaio 2006 136 comuni di ATO 2 avevano deciso la gestione pubblica dell’acqua. L’abbiamo salutata come una grande vittoria popolare. Come può ora Cardillo proporre di ritornare alla privatizzazione dell’acqua contro la decisione dei comuni di ATO 2 e dello stesso Comune di Napoli?

O forse la proposta Cardillo di una holding napoletana era stata fatta in previsione dell’arrivo di Veolia che potrebbe fare da collante per il progetto del potente assessore al bilancio?

Sono tutte domande che come cittadini dobbiamo porci.

Vorrei esprimere tutta la mia costernazione nel vedere Napoli cadere nelle mani della più grande multinazionale dell’acqua per gestire i propri rifiuti. La stessa sorte toccherà poi all’acqua della città partenopea. Questo in aperta contraddizione alle decisioni di ATO 2 sull’acqua e alla moratoria sulla privatizzazione dell’acqua votata in Parlamento il 29 Novembre. E’ triste vedere Napoli cadere nelle mani della grande finanza internazionale (dimentichiamo i legami della finanza con la camorra e le mafie?). Vorrei gridare a questa città che potenti mani finanziare stanno per impossessarsi del cuore di Napoli. E’ un momento grave questo: vigiliamo perché questa città non venga venduta. Chiedo a tutti i cittadini napoletani, come agli intellettuali di questa città di ribellarsi a questa eventualità.



Alex Zanotelli

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