Abbattiamo tutti i triangoli rosa. Realmente, senz'ipocrisie.

Fin quando esisterà umanità di serie A, di serie B e di serie C, fin quando l'Amore sarà catalogato, condannato, offeso, violentato, saremo tutti meno umani, l'Amore di tutt* sarà violentato e impedito. L'Umanità è tale se vale per tutti, l'Amore non è negato o minacciato da altro Amore: se alcun* non possono amare, non può amare nessuno...
22 dicembre 2012
Alessio Di Florio (PeaceLink e Ass. Antimafie Rita Atria)

triangolo rosa nazista

Un triangolo rosa cucito sui vestiti. Era l'infamante simbolo che imponeva il regime nazista a coloro che venivano schedati e perseguitati per il loro orientamento sessuale. Il regime nazista è crollato nel 1945. Sono passati 67 anni. E' notizia di qualche settimana fa: Andrea, studente romano di 15 anni si toglie la vita. Passano pochissime ore e la notizia conquista le prime pagine dei giornali e i titoli dei telegiornali. Andrea vestiva spesso con dei pantaloni rosa. Prima ancora di aver ricostruito l'intera vicenda, e averne veramente conoscenza, i nostri grandi media hanno confezionato la notizia: il ragazzo dai pantaloni rosa è vittima dell'omofobia e della cattiveria dei suoi coeatanei. Per due giorni la parola omofobia conquista pagine e pagine di giornali e viene pronunciata in prima serata. Il racconto della storia di Andrea diventa di dominio pubblico. Ma, come ogni storia di gossip (perché tale è stata considerata) e di buonismo televisivo, è presto caduta nel dimenticatoio. E già nelle ore di massima attenzione è emerso quanto l'omofobia e, orrore dei benpensanti, la transfobia interessino la nostra civilissima società. Cioè nulla. Ore e ore di trasmissione per ricostruzioni (ripetiamo: prima ancora di conoscere la vicenda) su Andrea, ma nessuna attenzione per le manifestazioni contro l'omofobia a Roma e in altre città. E, lì dove le televisioni ne davano le immagini, telecamere imbarazzate che si allontanavano dagli striscioni improvvisamente pur di non far vedere la parola transfobia.

E' quotidiana realtà delle nostre città le aggressioni omofobe e transfobe (nei giorni successivi a Roma e Vicenza ci sono stati due gravi casi), ma nessun riflettore, nessun giornalista compassionevole, lacrimevole e buonista ha mai dedicato loro il minimo spazio. Si avvicina il Natale e una riscquatura nel Tevere delle coscienze, immergendole nel miele delle morbide poltrone televisive del pomeriggio, è stato comodo. Ma guai ad andare oltre, guai ad affrontare realmente e in profondità queste terribili piaghe della società e della civiltà italiche moderne. Perché, prima, durante e dopo la storia di Andrea, la realtà resta sempre la stessa: i triangoli rosa non vengono più cuciti sugli abiti, ma sono impressi col fuoco nei cervelli. Sono passati 67 anni dall'ingresso a Berlino dell'Armata Rossa, ma gli omosessuali, le lesbiche e i transessuali restano pervertiti, sporchi, brutti, inaccettabili. Basta attraversare le strade delle nostre città, entrare nei bar, conversare nelle piazze. Al massimo si parla di tolleranza, ma "basta che non mi diano fastidio, che mi stiano lontano".

E' cronaca di ieri, il vescovo emerito di Senigallia Fusi Pecci, come periodicamente accade, sul sito Pontifex ha dato violento sfogo al suo disprezzo e odio per gli omosessuali. E' cronaca di qualche giorno fa una battuta dalla velata (ma neanche tanto) apparenza omofoba del senatore abruzzese Fabrizio Di Stefano (lo stesso che da due anni promette che proporrà di abrogare la legge istitutiva del Parco Nazionale della Costa Teatina, senza mai farlo, e che anni fa propose di abolire la Disposizione della Costituzione che vieta la ricostituzione del Partito Fascista). Ma nessun direttore di telegiornale riccioluto e loquace dedicherà anche solo pochi secondi, non sentiremo la musichetta del telegiornale della "televisione per ggiovani" che anticipa servizi indignati e commoventi. Non accadrà, perché in realtà Di Stefano e Fusi Pecci non hanno fatto altro che ripetere quel che molti pensano. Nei mesi scorsi PeaceLink Abruzzo, l'Associazione Antimafie Rita Atria Abruzzo, l'Abruzzo Social Forum e l'Associazione Jonathan - Diritti in Movimento denunciarono i manifesti omofobi di Forza Nuova affissi ad Ortona. Manifesti il cui contenuto era "L'Italia ha bisogno di figli, non di omosessuali". Contattato da alcuni giornalisti il coordinatore locale del partito neofascista riuscì a superare l'omofobia del manifesto. Ma, oltre ad uno straordinario contromanifesto di Zona22 (che riportava il messaggio, più che condivisibile, che l'Italia non ha bisogno dei fascisti...), un editoriale sul principale quotidiano locale abruzzese e qualche giorno di tam-tam sui social network non si è mai andato. Nessuno ci ha più contattati, nessuno ha più ripreso quella nostra denuncia. L'offesa arrecata alla comunità GLBT, a persone che hanno pari diritti, dignità e umanità(perché nel 2012, 67 anni dopo la caduta del regime nazista dobbiamo ancora urlarlo e ribadirlo con fermezza: PARLIAMO DI UMANITA'!!!!!) degli altri non è stata considerata degna di nota da nessuno.


Mentre il racconto della storia di Andrea conquistava la cronaca, la mente mi è tornata indietro a qualche anno fa. Ricordate Blenda, assassinata dopo che era esploso lo scandalo (fino a portarlo alle dimissioni) intorno all'allora Presidente della Regione Lazio Marrazzo? Associazioni di genitori chiesero di non trasmettere le foto di Blenda in televisione e di non pubblicarle sui giornali. Turbavano i bambini. E ricordate perché Marrazzo fu costretto a dimettersi, su cosa lo scandalo montò? Non accadde perché alcuni esponenti delle forze dell'ordine furono accusate di aver ricattato il Presidente della Regione Lazio, rischiando di far correre ad un'istituzione importantissima dello Stato Italiano rischi gravissimi. No, lo scandalo montò perché Marrazzo fu scoperto in compagnia di una trans, Blenda appunto. Scandalo dei benpensanti e delle ipocrisie salottiere dell'Italia degli Anni Duemila! Se al posto di Blenda ci fosse stata una minorenne, Marrazzo avrebbe trovato decine di truppe cammellate e di difensori fino allo stremo. Siamo pur sempre nello Stato che ogni giorno si dichiara laico, e dove il Vaticano ha migliaia di critici e di voci scandalizzate sull'IMU o su tanto altro. Ma nessuna di queste, tranne l'Associazione Antimafie Rita Atria, don Ciotti, PeaceLink, Censurati.it, e pochissime altre (potremmo persino citarle tutte!) difesero Alessandro Santoro quando fu punito dal vescovo di Firenze (la stessa diocesi dove migliaia furono le firme in difesa di un sacerdote accusato di pedofilia!) per una gravissima colpa: aver sposato in Chiesa Sandra Alvino (donna nata in un corpo maschile e che è stata vittima di decenni di violenze gravissime, denunciate nel suo libro "Il volo". Libro che ovviamente non troverete in nessuna libreria...). L'Italia, che 67 anni dopo il crollo del regime nazista sopravvive, è imbevuta fino al midollo di omofobia e transfobia. E, tanti, troppi, se ne fanno vanto e sono ancora ben convinti a portarla avanti. La stampa che si è occupata di Andrea è la stessa che nel 2007 raccontò la vicenda di Emanuela, assassinata a Montesilvano e uccisa una seconda volta dai pregiudizi e da parole disumane, violente e brutali. La denuncia di allora di Mirella Izzo, Presidente dell'Associazione Crisalide AzioneTrans Onlus e che aveva conosciuto Emanuela (allora ripresa solo da PeaceLink, Liberazione e pochissimi altri) merita di essere ancora ricordata, di essere gridata ad alta voce e ripetuta quotidianamente.

E, in conclusione di questa lunga nota (e me ne scuso con chi la leggerà per intero), mi sia permesso un piccolo appunto personale. Spesso mi viene chiesto il perché della mia indignazione contro omofobia e transfobia, della convinzione che i diritti di Omosessuali, Lesbiche, Bisessuali e Transessuali vadano rispettati e difesi. Mi vien spesso chiesto: "ma sarai pure tu frocio? ti piacciono forse i pervertiti?". Al di là della volgare violenza di queste parole, vorrei rispondere ancora una volta a questa bestialità disumana. Pubblicamente. Fin quando ci saranno persone che non saranno considerate umane, fin quando esisterà umanità di serie A, di serie B e di serie C, fin quando l'Amore sarà catalogato, condannato, offeso, violentato, saremo tutti meno umani, l'Amore di tutt* sarà violentato e impedito. L'Umanità è tale se vale per tutti, l'Amore (spiegatelo ai bigotti e ai medioevi su due gambe che ancora pullulano!) non è negato o minacciato da altro Amore: se alcun* non possono amare, non può amare nessuno...

Articoli correlati

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)