L'acqua pubblica irriga le praterie lacerate della democrazia
Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia. E' una bellissima frase che, con alcune varianti, viene spesso assegnata ad alcuni dei principali protagonisti della storia dell'America Latina. Ed è un sogno bellissimo quello che sta attraversando l'Italia, un sogno che cammina con le gambe e i cuori di moltissime persone, militanti, attivisti, ma anche semplici cittadini. In meno di un mese, oltre 500.000 persone (superando così il quorum richiesto dalla legge) hanno già firmato le tre richieste del Forum Nazionale dei Movimenti per l'Acqua (http://www.acquabenecomune.org) per una gestione pubblica, democratica, partecipata, trasparente del bene comune per eccellenza: l'acqua. Persone che hanno deciso di riprendere in mano il loro futuro, di strappare l'acqua dalle mani avide e aride dei potentati economici e delle multinazionali, mettendoci i propri volti e la propria presenza (come nello straordinario corteo del 20 marzo scorso a Roma) e investendo la massima rappresentazione della partecipazione democratica: il referendum. Un referendum che, per la prima volta nella Storia d'Italia, nasce dal basso, dai cittadini, dai movimenti, dai comitati popolari, dalle associazioni, diretti protagonisti invece dei partiti. Ed è un segnale fortissimo in difesa di una democrazia lacerata da un attacco sempre più poderoso alle sue fondamenta.
La lotta per difendere l'acqua pubblica e per scardinare i tentativi di privatizzarne la gestione, regalandola alle multinazionali e ai potentati economici, nasce da lontano (già all'inizio degli Anni 2000 un analogo tentativo fu sventato ed è cronaca recente le centinaia di migliaia - la legge ne prevede solo 50.000 - di firme alla proposta di legge popolare, vergognosamente accantonata in Parlamento) e supera i confini d'Italia, accomunando gli indiani che da moltissimi anni resistono alla devastazione delle dighe e i boliviani della rivolta di Cochabamba.
In Abruzzo questa lotta, negli anni, si è fecondata con altre, dando vita ad un fortissimo fronte popolare che vuol disegnare un futuro migliore. Un futuro ecologico, sostenibile, pulito, migliore di come una classe politica spesso inerme e connivente con i poteri forti sta permettendo.
Il 18 aprile scorso 5000 persone si sono incontrate a San Vito Marina per ribadire la totale e netta contrarietà alle trivellazioni petrolifere e alla devastazione che porteranno. Una contrarietà che vuol difendere le fonti d'acqua (qualche anno fa solo la mobilitazione popolare impedì la vendita ad una multinazionale pugliese dell'acqua delle sorgenti del Gran Sasso, mentre in queste settimane sta giungendo ad un punto importantissimo il processo per l'inquinamento dei pozzi di Bussi sul Tirino, scoperto solo grazie alle denunce degli ambientalisti), l'aria, la salute dei cittadini e la costa dei trabocchi (suggestive e antiche costruzioni per la pesca, oggi sinonimo di turismo e della ricchezza di tutta la costa).
E proprio dalla Costa dei Trabocchi e dai protagonisti della manifestazione del 18 aprile scorso sta rinascendo un sogno cullato da 16 anni: il Parco Nazionale della Costa Teatina. Nei giorni scorsi un incontro presso il Ministero dell'Ambiente ha dato nuova vita all'iter per la sua istituzione, tantissime volte negli anni bloccato da veti e da resistenze varie. E, anche oggi, nella classe politica si notano stonati distinguo. Nuovamente si sentono le sirene di chi accusa il Parco di frenare lo sviluppo, di essere un'inutile zavorra sul territorio. Non è e non può essere. Non esiste nulla di più falso! Il Parco è invece un'occasione di valorizzazione e di difesa di un territorio troppo spesso maltrattato, abusato, sfregiato dagli appetiti e dalle speculazioni di palazzinari e affaristi vari. Il degrado dei fiumi, l'assalto della diligenza petrolifera, la cementificazione selvaggia, la minaccia di mostri ambientali sempre peggiori sono il simbolo dell'egoismo di pochissimi che vogliono distruggere il futuro della "Regione Verde d'Europa". Il Parco Nazionale della Costa Teatina restituirà agli abruzzesi il loro futuro, il territorio in cui vivono. Per renderlo possibile occorrerà una fortissima mobilitazione ambientalista, civile ed espressione della miglior democrazia partecipata.
PeaceLink, negli anni scorsi , ha aderito al Coordinamento per la Tutela e la Valorizzazione della Costa Teatina e ha sostenuto le battaglie ambientaliste (compresa la manifestazione del 18 aprile scorso e la mobilitazione per l'acqua pubblica). La nostra voce, e quella dell'Associazione Antimafie Rita Atria, è una piccola voce. Ma siamo convinti che piccole voci possono scrivere il futuro dell'Abruzzo, un futuro migliore.
Si scrive acqua, si legge democrazia. Si scrive Parco Nazionale della Costa Teatina e No alla devastazione petrolifera, si legge futuro.
http://www.ritaatria.it
I principali siti per seguire la mobilitazione ambientalista
http://dorsogna.blogspot.com
http://www.wwf.it/abruzzo
http://blog.libero.it/emergenzambiente
Il sito della campagna "Salva l'Acqua" Abruzzo
http://www.nonlasciamolifare.org
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