Una persona è una persona attraverso altre persone. Siamo fatti per essere uniti.
Il nonviolento pensa che l'avversario è un compagno di viaggio; e può avere fermezza e chiarezza, senza amareggiarlo.
Il sottosviluppo non è una tappa dello sviluppo. E' la sua conseguenza. Il sottosviluppo dell'America Latina proviene dallo sviluppo degli altri e continua ad alimentarlo.
Il metodo nonviolento è il metodo di coloro che non hanno forza fisica. Anche i ciechi, i monchi, i bambini lo possono usare: basta avere coraggio.
La nonviolenza è un ideale cui tendere, un ideale assai impegnativo, una pratica da verificare giorno per giorno nei rapporti interpersonali come nelle grandi lotte necessarie.
L'uomo si trova di fronte alla seguente alternativa: mettere fine alla corsa agli armamenti e progredire sulla strada del disarmo, o perire
Costruite la felicità degli altri. Il domani avrà il vostro viso. Il mondo sta diventando disumano: siate uomini.
Chi è amico della nonviolenza crede, ancor di più degli altri, al principio delle onde, per cui ciò che si è e si fa si diffonde, spesso impercettibilmente, e arriva lontano.
Il nonviolento lavora per il bene di tutti, non solo della maggior parte.
La morte di ogni uomo è una mia perdita perché sono coinvolto nella razza umana. Perciò non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te.
La nonviolenza è una direzione e non un codice, è una creazione come tutti i valori e perciò ognuno la concreta storicamente.
La forza può servire a un fine qualsiasi, mentre la nonviolenza o forza della giustizia è efficace solo per servire la giustizia.
La nonviolenza può stabilire un luogo d'incontro di tutti oltre la politica come è condotta ora: essa è veramente la terza via, verso altre forme di vita politica e sociale.
Le pecore si aggruppano insieme, ma sono prive di coraggio; i leoni ne sono pieni, ma sono privi di amore. Quando amore e coraggio si fondono, c'è nonviolenza.
Compiendo cose giuste diventiamo giusti, compiendo cose moderate diventiamo moderati, facendo cose coraggiose, coraggiosi.
Chi lavora costantemente per la nonviolenza, si avvede che non si tratta di "rivelare" ma di collaborare, perché idee, spunti, ispirazioni, esempi, vengono da tante parti.
Mezzi e fini sono legati tra loro come la semente è legata all'albero.
La nonviolenza non è inerzia, inattività, lasciar fare; anzi essa è attività, e appunto perché non aspetta di avere armi decisive, cerca di moltiplicare le iniziative e i rapporti con gli altri.
Consideriamo come verità sacre e innegabili: che tutti gli uomini siano creati uguali e indipendenti, che da questa uguaglianza nella creazione gli uomini derivano diritti inerenti e inalienabili, tra i quali la considerazione della propria vita, la libertà e il diritto alla felicità.
Consideriamoci per quello che siamo: donne e uomini in ricerca, per un'umanità di liberi ed uguali; "Amici della nonviolenza" piuttosto che "nonviolenti".
Da Betlemme dovrebbe rinascere una chiesa povera, semplice, mite. Una chiesa sicura solo del suo Signore e, per il resto, debole.
Gesù non ha frontiere, né barriere: per tutti ha un grande rispetto, perché l'amore esalta le differenze facendole diventare comune ricchezza.
Popolo in cammino a cercar rifugio e cibo, a cercar vita, rispettosi finanche dei ciottoli per strada. Ricco allora era il mondo, più ricco il nostro cuore.
Il nuovo futuro deve poter essere plasmato da ognuno: occorre imparare a immaginare e a realizzare nuovi sogni.
Siamo incamminati verso una terra nuova, dove saremo compatrioti e contemporanei di tutti coloro che hanno desiderio di bellezza e di giustizia, non importa dove siano nati o quando abbiano vissuto, giacché le frontiere del mondo e del tempo non esisteranno più.
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