Il problema della Valutazione di Impatto Sanitario dell'ILVA di Taranto

Abbassiamo la produzione fino a non uccidere?

Anche quando l'impatto sanitario scendesse fino a non provocare la morte delle persone avremmo provocato lesioni che causano malattie, disagio, necessità di cura. Questo non è accettabile. Perché mi deve essere provocata una crisi respiratoria o cardiaca non mortale? Chi ne ha diritto?
20 luglio 2025
Come è cambiata l'aspettativa di vita a Genova e a Taranto dopo la chiusura dell'area a caldo dell'ILVA di Genova. C'è chi dice: abbassiamo la produzione dell'ILVA fino a quando gli studi scientifici non ci dicono che non uccide.
Io non concordo con questa impostazione.
Non abbiamo una manopola con cui riduciamo, un poco alla volta, gli inquinanti finché la camera a gas consente la tollerabilità e nessuno muore.
Non è così.
Anche quando l'impatto sanitario scendesse fino a non provocare la morte delle persone, accadrebbe tuttavia qualcosa di terribile: avremmo provocato lesioni che causano malattie, disagio, necessità di cura. Questo non è accettabile. Perché mi deve essere provocata una crisi respiratoria o cardiaca non mortale? Chi ne ha diritto?
Sono assolutamente contrario a questa impostazione, è un esperimento sulla salute.
Se proprio qualcuno concepisse di fare tale esperimento, allora è lecito chiedere i danni. In base al principio "chi inquina paga". Un principio ideato dal grande economista Pigou.
Oggi i costi sanitari attribuiti a ILVA sono - secondo l'Agenzia europea per l'ambiente - 393 milioni di euro annui.

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