Per la Pace in Medio Oriente
Invito alla partecipazione. Il Movimento Internazionale per la Pace della Provincia di Caserta, il giorno 27 Ottobre 2023, alle ore 19:30, in occasione della Giornata ecumenica del Dialogo cristiano islamico e Giornata di preghiera e di digiuno per la Pace, presso l'Albero e Giardino della Pace in Alife(Ce), presidio permanente della memoria, "Scuola di Pace" di dialogo e di Nonviolenza aperta al mondo, in collegamento con le mobilitazioni nazionali che si terranno in questa giornata, ORGANIZZA un momento di riflessione e di invocazione per la Pace in Medio Oriente e nel mondo, con la presenza della Comunità Musulmana matesina. Chiunque può unirsi e partecipare portando il proprio contributo. Verrà eccezionalmente accesa la "Fiaccola della Pace" per chiedete il Cessate il fuoco e l'intenzione per la Pace tra Israele e Striscia di Gaza in Palestina. A tutti i presenti verrà distribuito il messaggio della XXII Giornata del Dialogo cristiano islamico, di cui una parte sarà declamata dai partecipanti. In caso di maltempo si sposta al giorno successivo ( 28 ottobre) sempre allo stesso orario. Per info contattarmi via messenger o wp. Grazie (Agnese Ginocchio, Movimento per la Pace). Segue comunicato della Rete nazionale. I pacifisti scendono nelle piazze italiane. Per la Giornata della Pace il 27 ottobre, partendo dal documento messo a punto da Amnesty International, le tante organizzazioni, che già si erano mobilitate contro la guerra in Ucraina, rilanciano la loro azione per una soluzione pacifica del conflitto israelo - palestinese. Una "Giornata della Pace" in Italia, con cattolici e laici uniti nella richiesta di porre fine alla violenza in Israele e Palestina. Ispirati da Papa Francesco. ☮️ Di seguito l'appello nazionale. L ’attuale escalation di violenza in Israele e in Palestina è senza precedenti. Sono già migliaia le vittime civili da entrambe le parti e la situazione umanitaria è drammatica. Condanniamo inequivocabilmente gli attacchi perpetrati da Hamas in Israele: i crimini di guerra compiuti da Hamas e altri gruppi armati, le uccisioni sommarie di civili, i rapimenti e il lancio indiscriminato di razzi verso Israele non sono giustificabili in nessuna circostanza. Allo stesso tempo, nella striscia di Gaza, stiamo assistendo a una delle più disperate crisi umanitarie, che sta colpendo più di 2 milioni di persone, che già erano sottoposte al blocco illegale da parte di Israele, iniziato nel 2007. Il 9 ottobre, le autorità israeliane hanno annunciato l’assedio totale di Gaza, bloccando l’ingresso di cibo, carburante e assistenza umanitaria e interrompendo la fornitura di acqua ed elettricità, nel mezzo di una massiccia campagna di bombardamenti. Successivamente, il 13 ottobre, l’ esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione della parte nord e centrale della Striscia e di Gaza City, verso sud – un ordine che può essere considerato alla stregua di un trasferimento forzato della popolazione civile e che costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario. Inoltre, Israele ha ordinato anche l’evacuazione dei 24 ospedali – una richiesta inaccettabile, che ha messo in pericolo i civili e in particolare i più fragili, come donne incinte, bambini, disabili e malati – e, come dimostrato da alcuni video verificati da Amnesty International, su un attacco che ha provocato vittime civili lungo la strada Salah - Al Deen, non ha garantito la sicurezza delle vie di fuga indicate per andare verso sud. Ciò dimostra ancora una volta come i civili di Gaza non siano al sicuro in nessun luogo. Questa crisi umanitaria avrà conseguenze su larga scala. I gruppi armati Palestinesi di Hamas hanno commesso crimini di guerra e i responsabili devono essere assicurati alla giustizia, ma la punizione non può e non deve essere estesa collettivamente a tutti i civili di Gaza. Secondo dati ufficiali, dal 7 ottobre sarebbero state uccise almeno 1400 persone in Israele e 2.670 persone nella Striscia di Gaza, mentre i feriti ammonterebbero a circa 3.621in Israele e a 9.600 nella Striscia di Gaza. Inoltre – anche se meno noto a livello mediatico – nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, sarebbero stati uccisi almeno 61 palestinesi e 1.230 persone sarebbero state ferite da forze israeliane e coloni. Molte di queste vittime sono ancora una volta civili. A questi numeri vanno aggiunti i 15 giornaliste e giornalisti che sono morti nello svolgimento del proprio lavoro. Ed è proprio pensando anche a loro che è necessario che il conflitto in corso venga raccontato attraverso notizie verificate, con l’utilizzo di un linguaggio corretto che non alimenti odio, antisemitismo o islamofobia. Questa crisi non è scoppiata all’ improvviso. Israele ha una lunga storia di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, tra cui l’imposizione, impunita per decenni, di un sistema di oppressione e discriminazione che Amnesty International, Human Rights Watch e B'Tselem hanno sostenuto essere un regime di apartheid. Anche le numerose violazione crimini di guerra commessi dai gruppi armati e dalle forze di sicurezza palestinesi sono rimasti impuniti. Il pervasivo clima di impunità ha minato la fiducia nelle regole e nei principi del diritto internazionale, in primo luogo nell’umanità, come dimostrato dalla violenza senza precedenti contro i civili in Israele e dagli attacchi implacabili che hanno annientato intere famiglie a Gaza. La società civile ha il dovere di rimettere al centro della discussione l’importanza del diritto internazionale e la necessità di alzare la voce per difendere la dignità e i diritti umani di tutte le persone coinvolte nel conflitto. Pertanto, per dare una risposta a questa grave crisi, chiediamo a gran voce al governo italiano di: • esercitare pressioni sullo Stato d’Israele affinché ponga fine all’ assedio totale della Striscia di Gaza, assicurando l’accesso a cibo, acqua, carburante, forniture mediche, elettricità e aiuti umanitari per tutta la popolazione; • invitare tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario in ottemperanza delle Convenzioni di Ginevra e, in particolare, i divieti di attacchi contro civili ed obiettivi civili, di attacchi indiscriminati e sproporzionati, di punizioni collettive, di presa di ostaggi e di rapimento di civili, che possono costituire crimini internazionali; • chiedere con forza a tutte le parti in conflitto di astenersi dal condurre operazioni militari che possano pregiudicare l’accesso sicuro ad assistenza umanitaria e cure mediche da parte dei civili; • sostenere inequivocabilmente e incondizionatamente il lavoro della Corte Penale Internazionale, di cui l’ Italia è parte, che nel 2021 ha aperto un’ indagine formale sulla situazione nello Stato di Palestina, riguardante i crimini di competenza della Corte, commessi a partire dal giugno 2014; • astenersi dal fornire armi a tutti gli attori del conflitto e chiedere agli altri Stati di fare altrettanto. È urgente e necessaria un’ azione da parte dell’ Italia, dell’ Unione europea e della comunità internazionale tutta per chiedere il rispetto senza eccezioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. I firmatari: Amnesty International Italia AOI - Cooperazione e Solidarietà internazionale ARCI Articolo 21 Assisi Pace Giusta CISS COCIS - Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la cooperazione allo sviluppo COSPE CRIC - Centro Regionale d'Intervento per la Cooperazione ETS EducAid Ipri - Istituto italiano ricerca per la Pace rete corpi civili di Pace Articoli correlati ? https://www.peacelink.it/pace/a/49692.html
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