
Per un forum a Bari contro la guerra, il riarmo, il genocidio
Comitato Articolo 11
L’Italia ripudia la guerra
c/o II strada privata Borrelli 32 (citofono 51), Bari
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UN FORUM A BARI CONTRO LA GUERRA, IL RIARMO, IL GENOCIDIO
Il vento sta cambiando…
Gli scioperi e le grandi manifestazioni in tutta Italia contro il genocidio del popolo palestinese e per il sostegno alla Sumud flotilla, ci dicono, con la straordinaria partecipazione di popolo e di giovani, che il vento sta cambiando, che la partecipazione attiva e consapevole di centinaia di migliaia di persone per non rassegnarsi allo stato di cose presente è possibile e che può svilupparsi un reale movimento di massa anche contro il riarmo e la guerra.
Il valore dell’unità
L’ultimo mese è stato un crescendo di iniziative, organizzate e spontanee, e lo sciopero generale di venerdì 3 ottobre segna una svolta importante anche nelle relazioni sindacali: CGIL, USB, COBAS convergono in una giornata unitaria di sciopero, su obiettivi unitari di uno sciopero politico. È un fatto storico, attesta che l’unità può essere realizzata sulle grandi questioni politiche e ideali. Ci interessa sottolineare l’unità come l’elemento positivo più importante. Sappiamo che questo non elimina le differenze, le divergenze strategiche, le polemiche e la competizione e concorrenza tra organizzazioni. Esse rimangono rilevanti (d’altronde, non esisterebbero organizzazioni diverse e in concorrenza tra loro se non vi fossero ragioni ideali e politiche che le dividono), ma oggi è più importante il fatto che si sia trovata la convergenza, l’unità di tempo, luogo, azione. Il successo della grande manifestazione nazionale di Roma del 4 ottobre è dovuto anche al fatto che le associazioni palestinesi in Italia – Associazione dei palestinesi in Italia, Movimento studenti palestinesi in Italia, Giovani palestinesi d'Italia, Unione democratica arabo-palestinese, Comunità palestinese d'Italia – l’hanno organizzata unitariamente.
La convergenza unitaria nelle iniziative del 3 e del 4 ottobre è stata certamente un fattore moltiplicatore della partecipazione agli scioperi e manifestazioni, dove grandi e piccole organizzazioni, associazioni, comitati spontanei, hanno sfilato con le loro bandiere, coi loro cartelli, coi loro striscioni, ciascuno sentendosi parte determinata (e non anonima) del tutto. Si è realizzata quell’unità pluralistica dove ogni soggetto organizzato, fino ad ogni singola persona (e sono molti o moltissimi i singoli non organizzati) è intervenuto sentendosi parte non indifferenziata del grande fiume della lotta per i diritti del popolo palestinese. Le piazze di Roma del 3 e del 4 ottobre, come le piazze di tutta Italia, hanno superato la negativa divisione del 21 giugno, quando – su obiettivi che potevano essere convergenti quali l’opposizione al riarmo e alla guerra – vi sono stati a Roma due distinti cortei (in concorrenza e contrapposizione tra loro).
Questo grande risultato politico dell’unità va gelosamente preservato e sviluppato. L’unità del fronte unito è dinamica, dialettica, non può e non deve cancellare le differenze, la personalità delle associazioni, organizzazioni, sindacati, movimenti, non è l’annullamento di essi, ma la valorizzazione di ciascuno in quella parte che è essenziale, lì dove si riconosce il grande obiettivo comune. I grandi movimenti di lotta e di massa vittoriosi ci insegnano questo. Si può costruire unità, e uniti si può vincere. Così si supera la rassegnazione, la passività, la sfiducia. L’unità costruisce fiducia nella possibilità concreta di cambiare le cose. Se si costruisce effettivamente unità, se questa unità è organica e vitale, le nostre lotte possono superare il carattere testimoniale (che è stato indubbiamente importante per mantenere viva la luce e la voce dell’opposizione) e divenire azioni che trasformano lo stato di cose presente.
Costruire l’unità anche per l’altro grande teatro della guerra mondiale a pezzi e contro il riarmo
Questa unità partecipata di popolo che si è ottenuta con le ultime manifestazioni per la Palestina, va costruita anche per l’altro grande scenario della guerra mondiale a pezzi che è l’Europa orientale, l’Ucraina e la Russia, su cui soffiano sempre più violenti i venti di una guerra ad alta intensità e di vaste proporzioni contro la Russia, come ci annunciano ogni giorno i guerrafondai della NATO (col suo segretario Rutte) e dei principali paesi dell’Europa occidentale (UE o ex UE), dal Regno Unito ai paesi baltici e scandinavi, alla Francia, ai quali si aggrega il governo italiano, con l’impegno di aumentare a dismisura (fino al 5% del PIL) la spesa militare di ciascun Paese, a discapito della spesa sociale, e con farneticanti discorsi (nonché pesantissime risoluzioni del Parlamento UE), sulla Russia quale “minaccia esistenziale”, pronta alle più perverse aggressioni. La narrazione dei guerrafondai europei cancella – con lo stesso meccanismo che cancellava tutta la storia della Palestina prima del 7 ottobre 2023 – la complessità delle cause, i processi reali, ignora volutamente i fatti, per spingere alla guerra e al riarmo.
Attivarsi e mobilitarsi, costruire iniziative unitarie di mobilitazione, a partire dal prossimo martedì 4 Novembre
Fuori l’Italia dalla guerra! No alla cobelligeranza italiana nella guerra contro la Russia! No a qualsiasi coinvolgimento militare, economico, politico nel sostegno alla guerra! Per un’Italia ponte di pace tra i popoli, nel rispetto dello spirito e della lettera dell’articolo 11 della Costituzione! No alla falsa narrazione funzionale alla crescente partecipazione alla guerra! NO AL RIARMO, NO all’aumento della spesa militare in qualsiasi forma, che sottrae risorse preziose alla spesa sociale per sanità, scuola, servizi pubblici! No alla militarizzazione della scuola e dell’università, NO alla militarizzazione della società!. Col presidente Pertini diciamo: “Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai!”
PER LA COSTITUZIONE DEL FORUM DI TERRA DI BARI
CONTRO LA GUERRA, IL RIARMO, IL GENOCIDIO
Ci incontriamo SABATO 18 OTTOBRE, ORE 9:30, nella sala della CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO (quartiere Libertà, via De Cristoforis 7), messa fraternamente a disposizione dal parroco don Angelo Cassano, presidente regionale di “Libera”.
L’invito è rivolto a tutte le associazioni, organizzazioni, comitati, coordinamenti, sindacati, movimenti, partiti e a tutte le persone che condividono l’obiettivo dell’opposizione al riarmo, alla guerra, al genocidio.
SCRIVERE A: articolo11.bari@gmail.com
REFERENTI PER LE ADESIONI:
Andrea Catone: 3454114728, andreacatone2013@gmail.com
Emilio Mastrorocco: 3389694166, emilio.mastrorocco2@gmail.com
Margherita Milone 3755970544 mrghmilo@gmail.com
Matteo Magnisi 3485256483, matteo.nagnisi17@gmail.com
Stefano Ursini 3487502101, stefano.ursini@hotmail.it
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