Conflitti

Obiettivo Iran: Gli USA capaci di attaccare in primavera

Nonostante continui a negare, i piani del Pentagono per un possibile
attacco su siti nucleari sono ad un livello operativo molto avanzato.
21 febbraio 2007
Ewen MacAskill
Fonte: The Guardian, - 10 febbraio 2007

Secondo fonti informate a Washington i preparativi degli USA per un attacco aereo contro l'Iran sono ad un livello avanzato, nonostante l'amministrazione Bush continui a negarlo.

L'attuale concentramento militare nel Golfo consentirebbe agli USA di lanciare un attacco entro questo primavera. Ma le fonti di informazione affermano che se vi fosse un attacco, questo verrebbe lanciato molto probabilmente il prossimo anno, poco prima che Bush lasci il suo incarico.

I neo-conservatori, particolarmente quelli dell' American Enterprise Institute sito a Washington, chiedono insistentemente che Bush apra un nuovo fronte contro l'Iran. Stesse richieste verrebbero fatte dal Vicepresidente Dick Cheney. Il dipartimento di stato ed il Pentagono si oppongono, così come i membri Democratici del Congresso e la stragrande maggioranza dei Repubblicani. Le fonti dicono che Bush non ha ancora preso una decisione. L'amministrazione Bush insiste nel dichiarare che il concentramento militare non è offensivo ma mira a contenere l'Iran e costringerlo a delle concessioni diplomatiche. L'obiettivo è di persuadere Teheran a sospendere il suo programma di armamento nucleare ed abbandonare le proprie ambizioni di espansione nella regione.

Robert Gates, il nuovo segretario alla difesa USA, ha dichiarato ieri: "Non so quante volte il Presidente, il segretario [di stato Condoleezza] Rice ed io abbiamo dovuto ripetere che non abbiamo nessuna intenzione di attaccare l'Iran"

Ma Vincent Cannistraro, un analista di intelligence con sede a Washington, ha condiviso la valutazione delle fonti riguardo al fatto che i piani del Pentagono siano ad uno stato molto avanzato. "La pianificazione per un attacco continua nonostante le smentite pubbliche di Gates. Gli obiettivi sono stati selezionati. Per essere solo una campagna di bombardamenti contro siti nucleari, è ad un livello molto avanzato. Si stanno mobilitando risorse militari per portare avanti questo tipo di operazione."

Cannistraro ha aggiunto: "Stiamo portando avanti i piani per una guerra. E' incredibilmente pericoloso."

Dispiegamento

Cannistraro, che ha lavorato per la CIA ed il National Security Council, ha sottolineato il fatto che al momento non è stata presa nessuna decisione.

Il mese scorso Bush ha ordinato che un secondo gruppo di combattimento guidato dalla portaerei USS John Stennis venisse inviato nel Golfo come supporto alla USS Eisenhower. La USS Stennis arriverà entro i prossimi 10 giorni. Missili US Patriot aggiuntivi sono stati inviati nella regione, così come più dragamine, in previsione di un'azione di rappresaglia iraniana.

Dando un altro segnale che le preparazioni per un attacco sono ad uno stato avanzato, Bush ha ordinato che le riserve strategiche di petrolio vengano incrementate.

Il pericolo è che l'ammassamento di forze militari possa scatenare una guerra accidentale. Esponenti iraniani hanno dichiarato giovedì che hanno fatto dei test missilistici con vettori capaci di colpire navi da guerra nel Golfo..

Il colonello Sam Gardiner, un ex-ufficiale delle forze aeree a che ha eseguito dei giochi di guerra che avevano l'Iran come obiettivo, supporta l'opinione che i piani per un attacco aereo siano pronti: "Gates dice che non vi è nessun piano per una guerra. Sappiamo che non è vero. Forse voleva dire che non vi è un piano per un attacco immediato. Sono state delle dichiarazioni strampalate."

"Tutte le azioni intraprese nelle ultime settimane sono consistenti con il tipo di azioni che verrebbero fatte se si dovesse procedere ad un attacco aereo. Dobbiamo sbarazzarci della nozione che gli USA non attaccherebbero perché hanno le mani legate in Iraq. Questa si tratta di un'operazione area."

Una delle forze principali a favore di questa guerra, oltre all'ufficio della vicepresidenza americana, è l'AEI, sede dei neocon. E' stato un membro della AEI ha coniare lo slogan "asse del male" che ha originariamente accostato l'Iran accanto alla Corea del Nord. L'influenza della AEI sulla Casa Bianca sembrava essere in declino l'anno scorso a causa delle continue brutte notizie che provenivano dall'Iraq, di cui era stato il cheerleader dell'invasione. Ma nonostante l'opposizione del Congresso, il Pentagono ed il dipartimento di Stato, Bush il mese scorso ha optato per un piano dell'AEI che prevedeva l'invio di più truppe in Iraq. Appoggerà anche le richieste da parte di membri dell'AEI per un attacco aereo contro l'Iran?

Josh Muravchik, uno specialista del Medio Oriente dell'AEI, è tra i supporter più accaniti per tale attacco.

"Non penso che nessuno negli USA stia parlando di invasione. Siamo stati addolciti dall'esperienza in Iraq, persino un falco come me." Ma un attacco aereo è un'altra cosa. Il pericolo che l'Iran disponga di un'arma atomica "non è che la usi per un attacco a sorpresa ma che bensì la usi come scudo per eseguire tutta una serie di cattive azioni. Non credo che ci sia nessun'altra maniera di fermare tale eventualità che attraverso la forza bruta."

Bush fa parte di quella generazione di Americani che ha rifiutato di perdonare l' Iran per la crisi degli ostaggi del 1979-81. Lascerà il suo incarico nel gennaio 2009 ed ha ripetutamente affermato che non vuole lasciare un'eredità politica dove l'Iran ha raggiunto lo status di superpotenza nella regione e sia vicino a sviluppare un potenziale armamento nucleare. La logica di tutto ciò è che se gli sforzi diplomatici di persuadere l'Iran a cessare il proprio programma di arricchimento dell'uranio dovessero fallire l'unica alternativa disponibile sarebbe di passare la palla all'esercito.

Mr Muravchik vuole che Bush mantenga la sua parola: "L'amministrazione Bush ha detto che non avrebbe permesso all'Iran di avere armi nucleari. O sono cazzate o vi è un chiaro segnale: faremo quello abbiamo detto se dobbiamo farlo. Preferirei pensare che non si tratti di solo fumo negli occhi."

Altri neocon a Washington si oppongono ad un attacco aereo ma invocano una forma differente di azione militare, appoggiano i gruppi armati iraniani, in articolare Mujahideen-e Khalq (MEK), anche se il dipartimento di stato lo ha marchiato come organizzazione terroristica.

Raymond Tanter, fondatore della Iran Policy Committee, che include ex-funzionari della Casa Bianca, Dipartimento di Stato e servizi di intelligence, è uno dei personaggi principali che invoca l'appoggio del MEK. Se si dovesse arrivvare ad un attacco aereo, è dell'idea che si debbano utilizzare bombe anti-bunker (bunk-busting). "Credo che la sola maniera di arrivare a distruggere i siti sotterranei di Natanz e Arak sia di utilizzare delle bombe bunker-buster, alcune delle quali hanno una testata nucleare. Non credo che gli USA lo farebbero ma hanno venduto alcune di queste ad Israele."

Appoggiare l'opposizione

Un' altra neocon, Meyrav Wurmser, direttore del centro politiche per il Medio Oriente al Hudson Institute, è a favore nell' appoggiare i gruppi di opposizione. E' delusa dall'attuale risposta dell'amministrazione Bush all'Iran e diche che se l'obiettivo della linea politica americana dopo l'11 di settembre era di rendere il Medio Oriente più sicuro per gli USA questo non è stato raggiunto perché l'amministrazione si è fermata all'Iraq. "Non vi è sufficiente volontà politica per un attacco. Sembra che vi siano opinioni differenti su quale debba essere la linea politica."

Nonostante il veto presidenziale su eventuali negoziati con Tehran, il dipartimento di stato è stato coinvolto dal 2003 in approcci ed incontri dietro le quinte attraverso canali secondari con il coinvolgimento di funzionari iraniani e membri dell'amministrazione Bush o individui vicini ad essa. Ma quando lo scorso anno il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, ha inviato una lettera per aprire una linea di comunicazione, il dipartimento di stato l'ha considerata come non sufficiente a poche ore dal suo arrivo.

Un appoggio ai negoziati viene dai thinktank centristi e liberali. Afshin Molavi, un membro della New America Foundation, dice: "Sostenere che la diplomazia non ha funzionato è falso perché non si è neanche provato ad utilizzarla. Dagli anni 90 ad oggi, quando l'Iran era pronto a danzare, gli USA si sono rifiutati di farlo, e quando gli US erano pronti a danzare, era a rifiutarsi di farlo. Siamo ad un punto in cui l' Iran è pronto ad
attraversare la sala da ballo ma gli USA guardano da un'altra parte."

Molavi è preoccupato che "un errore di calcolo provochi una guerra accidentale".

Il catalizzatore di questa reazione potrebbe essere l'Iraq. Il Pentagono ha detto ieri che ha le prove - numeri di serie di proiettili ed esplosivi - che le armi di alcuni insorti iracheni provengono dall'Iran. In un ulteriore segnale di aumento di tensione, il negoziatore principale iraniano, Ali Larijani, ha cancellato un visita a Monaco di Baviera in quanto si sarebbe trattato del primo incontro formale dall'anno scorso con controparti occidentali.

Se alla fine si arrivasse alla guerra, Muravchik ha detto che l'Iran farebbe delle azioni ritorsione, ma che tutto considerato varrebbe la pena fermare un paese il cui slogan ufficiale è "Morte all'America".

"Dobbiamo preparci per assorbire il contro-shock," ha detto.

Guerra di Parole

"Se l'Iran aumentasse la sua azione militare in Iraq a sfavore delle nostre truppe e/o l'innocente popolo iracheno, noi risponderemo duramente." George Bush, in una intervista alla National Public Radio.

"Gli iraniani credono chiaramente che noi siamo con le mani legate in Iraq, che loro possano avere l'iniziativa, che sono in una posizione di metterci sotto pressione in vari modi. Non stanno facendo niente per essere costruttivi in Iraq a questo punto"
Robert Gates

"Penso che sia ormai chiaro che l'Iran sta pescando in acque pericolose "
Dick Cheney

"E' assolutamente uguale. Stanno utilizzando gli stessi passi di danza - demonizzare i cattivi, il pretesto della diplomazia, mantenersi fuori dai negoziati, utilizzare dei prestanome. E' l'Iraq redux"
Philip Giraldi, ex-specialista CIA in operazioni contro-terrorismo, Vanity Fair

"I responsabili politici ed analisti USA sanno che la nazione iraniana non farebbe passare un'invasione senza risposta. I nemici del sistema islamico hanno fabbricato vari rumori su morte e salute per demoralizzare la nazione iraniana, ma non sanno che non hanno a che fare con una sola persona in Iran. Hanno a che fare con una nazione "
Supremo leader iraniano Ayatollah Ali Khamenei

Note: Traduzione di Tom Corradini http://www.tomcorradini.it
L'articolo originale si trova al seguente link:
http://www.guardian.co.uk/iran/story/0,,2010086,00.html

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