Conflitti

I reclutatori accusati di abusi di potere

Ricerca forsennata di nuovi soldati per l'Ucraina

Da un articolo del NYT: aumentate negli ultimi mesi le denunce per avvisi di leva non conformi, commissioni mediche corrotte e mobilitazione forzata. La voce di avvocati e attivisti.
E una breve nota sull'oggetto simbolo della globalizzazione: il passaporto (e il suo potere di esclusione)
Maria Pastore21 marzo 2024

Non c'è niente di più banale, all'apparenza, del passaporto che si brandisce per attraversare i confini tra i Paesi. 

Esiliati, profughi, rifugiati, viaggiatori, turisti, regolari, apolidi, cittadini, nomadi, migranti, sono tutti termini che indicano esseri umani, e in modo specifico se posseggono un passaporto e di che tipo.

soldato che mira per sparare

Dall'articolo "Harsh tactics to fill ranks" di Thomas Gibbons-Neff pubblicato sul New York Times online del 18 dicembre 2023, leggiamo che in Ucraina si stanno usando tutti i mezzi possibili per aumentare i reclutamenti, spesso ricorrendo alle maniere forti e a illeciti.

L'esercito ucraino è alle prese con una situazione di stallo sul campo, e un numero crescente di morti da rimpiazzare, per questo i reclutatori dell'esercito sono diventati più violenti con chi si sottrae alla leva ma anche con uomini che normalmente sarebbero esentati. In alcuni casi hanno prelevato uomini dalle strade, con la forza, per portarli ai centri di reclutamento e lì confiscato i passaporti, impedito di raggiungere il posto di lavoro, trattenuto arbitrariamente. Di questo fenomeno taciuto nelle trasmissioni nazionali, girano molti video nelle chat private. 

Avvocati e attivisti a fianco degli ucraini sostengono che i metodi aggressivi sono veri abusi di autorità, i reclutatori, a differenza delle forze dell'ordine, non hanno il potere di trattenere i civili né tanto meno di costringerli alla leva.

Queste procedure non convenzionali hanno portato a una serie di cause giudiziarie quest'autunno, in cui gli uomini denunciano gli avvisi di leva non conformi, commissioni mediche non trasparenti e mobilitazione forzata; solo nel mese di novembre 2023 ci sono state 226 sentenze relative alla mobilitazione.

"I militari si sentono intoccabili" ha dichiarato Tetiana Fefchak, avvocata a capo di un'organizzazione che rappresenta gli uomini nei casi di leva, vicino alla città di Chernivtsi, nell'Ucraina occidentale. Secondo lei, alcune delle procedure violano la legge marziale instaurata dall'invasione del febbraio 2022 che viene interpretata, da alcuni, in maniera soggettiva.

Dopo l'invasione della Russia, gli ucraini si erano precipitati ad arruolarsi e a difendere la loro patria. Ora, molti uomini stanno cercando di evitare il combattimento. Interpellato sulle accuse di coscrizione forzata, il Ministero della Difesa ucraino ha dichiarato in un comunicato che presso i Parlamento ucraino, la Verkhovna Rada, si stanno rivedendo i termini legislativi della mobilitazione e della smobilitazione.

Dmytro Yefimenko, 34 anni, proprietario di un negozio, la polizia lo ha fermato a un posto di blocco: "Senza alcuna spiegazione, senza documenti, senza ragioni, un uomo armato è entrato nella mia autovettura e senza dichiarare la sua identità mi ha costretto a guidare fino al centro di reclutamento militare". Yefimenko ha detto di essere stato sottoposto a una visita medica frettolosa e di essere stato trattenuto. 

"Mio marito stava uscendo dal turno di notte a lavoro, e la squadra di reclutamento gli ha sbarrato la strada e l'ha portato di peso davanti alla commissione medica" si legge in un messaggio inviato a un avvocato di Kiev, visionato dal Times. Un altro messaggio recita: "Uomini in mimetica sono venuti all'istituto, hanno preso i telefoni dai ragazzi e li hanno portati alla commissione medica, costringendoli a firmare qualcosa".

Questo tipo di esperienze sono aumentate negli ultimi mesi.
Gli avvocati dichiarano di ricevere dalle 30 alle 40 telefonate al giorno di uomini costretti a prestare servizio.

La pratica dell'arruolamento forzato costringe un elevato numero di uomini a ricorrere alla corruzione.

Molti uomini ucraini sono fuggiti o hanno pagato qualcuno per evitare la leva. Zelensky ha licenziato 24 capi del reclutamento regionale, dopo che sono emerse rivelazioni su un dilagante sistema di corruzione.

Andrii Semaka, un soldato che nei primi mesi di guerra ha lavorato nel centro di reclutamento di Vyzhnytsia, ha detto che vedeva entrare negli uffici 15-20 potenziali coscritti al giorno. Circa un quarto di loro corrompeva il suo superiore con una somma di denaro molto inferiore a quelle richieste oggi. Da allora il prezzo per la libertà è salito.
"È un riscatto dalla morte: nessuno ti tocca più", ha detto il signor Semaka, che è stato mandato a combattere a Bakhmut nel giugno dello scorso anno. "Un medico di un ospedale vicino, falsificava i documenti della commissione medica dopo aver ricevuto una chiamata dal reclutatore".

Ad agosto il governo ha dichiarato di aver aperto indagini su più di 100 casi di corruzione nelle assunzioni, ma a sentire i residenti della regione tutti sanno che è possibile comprare la via d'uscita dal servizio militare.

Come la maggior parte delle forze armate, l'Ucraina consente di evitare la leva in determinate circostanze, tra queste: la disabilità o la malattia e la presenza di familiari che necessitano di assistenza.

"Hanno convocato nell'esercito un uomo diagnosticato ufficialmente disabile dall'infanzia", ha dichiarato incredula l'avvocata Fefchak. "È stato autorizzato a prestare servizio, anche se a titolo limitato, e successivamente è stato convocato per la mobilitazione".

Serhii Bolhov, 32 anni, arruolato lo scorso inverno, è stato ucciso in combattimento a luglio nell'Ucraina meridionale e recentemente è stato sepolto a Oshykhliby, un villaggio di circa 2.000 persone a una dozzina di chilometri da Chernivtsi. La sua morte ha fatto rabbrividire la città, accendendo la paura dei residenti di essere prelevati dalle strade e mandati a morire in battaglia. Bolhov era al lavoro quando è stato catturato, ha detto la moglie Ivanna Bevtsek.

A Oshykhliby, i reclutatori vengono chiamati "i rapitori" dai residenti locali. Usano confiscare i passaporti degli uomini dopo averli prelevati dalle strade, per assicurarsi che non possano scappare, o per avere il tempo di convincerli a firmare i documenti per la leva, come è successo a un tassista di 58 anni di Kitsman. Altri residenti hanno raccontato casi simili a un avvocato di Chernivtsi.

Il tenente Andrii Bolhovych, ufficiale in servizio presso il centro di reclutamento di Kitsman, smentisce le testimonianze. "È la prima volta che ne sento parlare", ha detto. "Qui nessuno toglie i passaporti".

la libertà di circolazione Una breve riflessione su questo oggetto simbolo della globalizzazione che ci unisce e ci divide.
Il mondo è pieno di confini. Ma chi li inventa i confini e a cosa servono? 

Si chiamano impropriamente "sans papier" coloro che arrivano in Europa e, sono costretti a lunghe ore di colloqui, a tenere la fila per settimane per accedere a uno sportello e ad accumulare documenti per venire in possesso di qualche timbro che regolarizzi la loro permanenza su questo territorio.

Nel XIX secolo il passaporto incontra la criminologia e le ricerche antropometriche, per facilitare l'identificazione fisica e la classificazione sociale. Le numerose rivoluzioni, guerre e rivolte ma anche la fama di nuovi eldorado economici, fanno registrare tra il XIX e il XX secolo un'intenso spostamento di persone, oltrepassano i confini, cambiano Paese, attraversano gli oceani. Nel corso di questa storia recente si dispone la standardizzazione e la distribuzione dei passaporti. La foto segnaletica scattata frontalmente e di profilo si diffonde a partire dal 1914. 

Oggi gli apparati di controllo sanno digitalizzare impronte e volti.

Nel 2019, il titolare di un passaporto giapponese poteva visitare 190 Paesi in tutto il mondo senza visto, il titolare di un passaporto afghano aveva accesso solo a 25 Paesi senza visto. Questo dice tutto. La libertà di circolazione resta un'ideale con un futuro molto incerto.

Il Mediterrano si è trasformato in una fossa comune, l'Europa erige muri fisici e ideologici contro i migranti, tutto questo dimostra che il progresso e le comodità sono anche una questione politica. Il passaporto è un esempio della macchina dei permessi, si è trasformato in un incubo per tanti, un esempio della violenza strutturale che getta un discrimine tra chi accede e chi non deve, tra chi è comunità e chi è scarto umano. 

Grecia 1922, Ellis Island 1932, Cecoslovacchia 1938, Spagna 1938, Francia 1940, Russia 1941, Corea del Sud 1950, Rwanda 1994, Afghanistan 2001, Serbia 2015, Rohingya 2017, Calais 2017, Bielorussia 2021, sono solo alcune delle grandi emigrazioni forzate di massa del nostro secolo.

Note: The New York Times online, Edizione Internazionale, 18 dic 2023, "Harsh tactics to fill ranks" articolo di THOMAS GIBBONS-NEFF
Le informazioni sul passaporto, nella seconda parte dell'articolo, sono nel documentario curato da Tamara Erde, con Patrick Boucheron e Delphine Diaz

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