Conflitti

In problema dell'articolo 5 dello Statuto Nato

Cosa sarebbe accaduto se l'Ucraina fosse entrata nella Nato e Putin non l'avesse invasa?

Facciamo l'ipotesi che navi ucraine fossero entrate nelle acque territoriali della Crimea e che la Russia avesse reagito affondandole. Le acque territoriali della Crimea per la Russia sono russe e per l'Ucraina sono ucraine.
21 aprile 2024

Se l'Ucraina entrasse nella NATO e poi entrasse nelle acque territoriali della Crimea, subendo un attacco russo alle sue navi, l'articolo 5 dello Statuto NATO potrebbe essere applicato.

L'articolo 5 stabilisce che:

Un attacco armato contro uno o più Stati Parteciperà considerato un attacco contro tutti gli Stati Parteciperà e, di conseguenza, tutti gli Stati Parteciperà, esercitando il diritto di legittima difesa individuale o collettiva previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, assisteranno lo Stato o gli Stati Parteciperà attaccati.

In questo scenario, l'Ucraina sarebbe un membro della NATO al momento dell'attacco.

Pertanto, l'attacco russo alle navi ucraine sarebbe considerato un attacco contro tutti gli Stati membri della NATO.

I membri della NATO sarebbero quindi obbligati a "difendere l'Ucraina".

La forma di questa difesa potrebbe variare, da misure diplomatiche o economiche a un intervento militare completo.

--- Stando a quanto dichiarato da Mosca dopo l’incidente, alle 11.52 del 23 giugno l’HMS Defender è entrata nelle acque territoriali afferenti la Crimea spingendosi per circa 2 miglia marine (3,7 km) al di là la linea delle 12 miglia. In quel momento la nave stava in pratica sfiorando la Crimea nei pressi di Capo Fiolent.

Fin qui la risposta di Gemini.

Ciò che abbiamo ipotizzato è realmente accaduto e ha visto come protagonista una nave da guerra britannica.

Parliamo dell'incidente che avvenne nel giugno del 2021, otto mesi prima della guerra fra Russia e Ucraina. Infatti una nave britannica entrò deliberatamente nelle acque territoriali della Crimea.

Per la precisione alle ore 11.52 del 23 giugno l’HMS Defender -una nave britannica - è entrata nelle acque territoriali della Crimea (rivendicate dalla Russia) spingendosi per circa 2 miglia marine (3,7 km) all'interno della classiche 12 miglia.

L'intera vicenda viene analizzata in un saggio che abbiamo trovato sul sito del Ministero della Difesa.

Si legge su Analisi Difesa, in un articolo di Mirko Molteni del 6 luglio 2021, che in quell'occasione la Russia risposte prima con avvertimenti simbolici e poi con un'azione aerea: "Alle 12.19 è sopraggiunto un aereo da bombardamento, un classico Sukhoi Su-24M supersonico che ha sganciato in mare 4 bombe da 250 kg l’una lungo la rotta dell’HMS Defender". L'azione è stata particolarmente impattante: "Dopo aver visto le enormi colonne d’acqua delle esplosioni - si legge nell'articolo - alle 12.23 finalmente il capitano Owen si è deciso ad abbandonare le acque reputate territoriali dai russi, venendo ancora sorvolata per ore da circa 20 aerei russi, che l’hanno sorvegliata a lungo".

Dopo l'incidente il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab annuncia che le navi da guerra della Royal Navy "continueranno ad entrare nelle acque territoriali ucraine nel Mar Nero".

Da quel momento in poi Putin - è lecito ipotizzare - probabilmente ordina di mettere a punto i piani per l'invasione dell'Ucraina, prima dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato.

Il 24 febbraio 2022 Putin, subito dopo l'invasione dell'Ucraina, dichiara: "Sono stati provvedimenti necessari, non avevamo altra scelta". 

Note: Questo scenario viene esplorato tramite l'Intelligenza Artificiale generativa di Gemini. Ha il solo scopo di indagare la questione ucraina mediante quella che è definita "storia controfattuale". La storia contrattuale cerca di descrivere gli sviluppi storici che avrebbero potuto verificarsi in condizioni alternative a quelle reali, ponendo quindi domande ipotetiche.
Pertanto questo scenario non intende in alcun modo giustificare l'invasione dell'Ucraina e la guerra.

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