Campagna Boicottaggio Cassa Depositi e Prestiti (CDP)
ILVA: la Corte dei Conti contesta la CDP
Viene ribadita la sostanziale non osservanza dello statuto della CDP in caso di investimenti in aziende decotte,facendo specifico riferimento al caso ILVA. Ossia proprio quello che avevamo contestato noi.
1 agosto 2016
Prima vittoria della nostra campagna "ILVA non con i nostri risparmi": la Corte dei Conti contesta alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) di non attenersi al suo statuto intervenendo con propri capitali nel salvataggio dell'ILVA. Come ricorderete, avevamo studiato lo statuto della CDP e all'articolo 3 si legge che non possono essere investiti capitali della Cassa in aziende che non siano in stabile equilibrio finanziario e in mercati con prespettive di redditività. Altrimenti come vengono dati gli interessi a chi fa i buoni fruttiferi postali se si investe in aziende che fanno debiti?
Note: Lo Statuto della Cassa Depositi e Prestiti non consente di colmare le perdite dell'ILVA, dato che il denaro gestito da CDP proviene dai risparmiatori postali (buoni fruttiferi e libretti) e dovrebbe rispondere ai criteri sociali che escludono l'investimento in aziende decotte e in perdita, come l'ILVA. L'articolo 3 dello Statuto di CDP prevede infatti "l’assunzione, anche indiretta, di partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale - che risultino in una stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico e siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività".
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