CyberCultura

Windows alla conquista del Brasile

La Starter Edition, un Windows ridotto, si diffonderà nel paese per contrastare pirateria ed open source. Ma il governo di Lula non sembra appoggiare la strategia Microsoft
14 aprile 2005
Tommaso Lombardi

Redmond (USA) - I vertici Microsoft conoscono l'importanza strategica dei paesi in via di sviluppo: “conquistarli” sin da oggi significa garantirsi un pezzettino di futuro. Per questo, dopo Thailandia, Indonesia, Malaysia, Russia e India, la versione a basso costo del sistema operativo di Redmond sbarcherà sulle soleggiate coste del Brasile: Windows Starter Edition è pronto per accattivarsi gli utenti del grande paese sudamericano.

Si tratta come noto di una versione alleggerita del classico Windows XP, localizzata in questo caso in lingua portoghese ed appositamente realizzata per andare incontro alle esigenze dei paesi meno ricchi. Tuttavia Microsoft non ha ancora annunciato né il prezzo né ulteriori specifiche tecniche del sistema operativo localizzato per il Brasile. È stato soltanto reso noto che il SO sarà "dimezzato": prezzi ridotti per funzionalità altrettanto ridotte.

Windows Starter Edition permetterà l'esecuzione in multitasking di un massimo di tre programmi, nonchè modalità grafiche a bassa risoluzione. Saranno assenti la gestione di LAN domestiche e la possibilità di impostare utenti multipli per ogni singolo computer. Il pacchetto Starter Edition sarà unicamente disponibile in abbinamento con un PC. Basteranno queste caratteristiche per battere Linux&Co., che contano addirittura sul supporto del governo di Luis Inacio Lula da Silva?

Microsoft intende puntare sui prezzi altamente competitivi e fa sapere di voler sconfiggere pirateria ed avversari open source fornendo un prodotto di marca, affidabile e di facile utilizzazione. Finora i test pilota condotti nel sud-est asiatico non hanno dato buoni risultati di vendite. Persino in Cina, dove Microsoft ha lanciato una innovativa campagna denuncia il pirata e guadagna maxisconti, gli utenti sembrano indulgere nella pirateria oppure nel preferire SO open source.

Che Microsoft debba pensare una nuova strategia di conquista? Il rischio è di soccombere a Linux e di perdere milioni di potenziali utenti. A pesare sulle politiche di Lula non è soltanto una già dichiarata propensione all'open source in chiave anti-divide ma anche interventi come quello del MIT: esponenti del Massachussets Institute of Technology hanno indicato l'open source al Brasile come via per la creazione di una strategia di "inclusione digitale".

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