Ci possiamo permettere GNU/Linux?

Questo è il succo dell'ormai abusata campagna di Marketing di Micorosft, che cerca di spostare, anche giustamente in linea di principio, il problema dei costi dal mero costo di licenza al TCO (Total Cost of Ownership) dei prodotti informatici...anche se con risultati molto discutibili. Partendo da questo e da altre considerazioni ho deciso di fare un po' di conti (spannometrici) al sistema Italia...
10 maggio 2006
LinuxHelp.It

Innanzi tutto dichiariamo subito la mia "partigianeria" (oggi va di moda in tutti i settori, farlo...): ovviamente preferisco GNU/Linux ma lavoro su entrambi i sistemi, quindi non parlerò male di Microsoft e dei suoi prodotti: in molte realtà sono ottimi ed il loro contributo allo sviluppo dell'informatica è sicuramente stato notevole.
Parlando con alcune persone che si occupano di missioni umanitarie ed in generale di alfabetizzazione informatica dei ceti più poveri del pianeta, oltre ai sacrosanti complimenti per l'attività che svolgono, mi è subito balzato agli occhi il fatto che sempre più spesso utilizzano GNU/Linux e sistemi aperti (OpenOffice e simili...).
Il motivo, a differenza di quello che si potrebbe pensare, non è ideologico, anche se il fatto che questo software sia free non li disturba affato, anzi.
Il vero motivo è puramente economico: "non ha senso insegnare ad utilizzare prodotti che i nostri utenti non potranno mai permettersi".
Da questo spunto mi sono fermato a riflettere sul nostro paese: e secondo me, neppure noi possiamo in fondo permettercelo....ma in fondo anche GNU/Linux ha dei costi, sia monetari che intellettuali, vediamoli insieme. A parte ovvie battute sul fatto che competiamo con la Thailandia per copie pirata dei prodotti software Microsoft e non solo, e stendiamo un velo pietoso sulla percezione distorta modello Robin Hood, che molti hanno verso la pirateria informatica: il succo, IMHO, è che noi, sistema paese, non potremmo in effetti permetterci i prodotti Microsoft, ed allora sfruttiamo l'illegalità per usarli.
Quanti, ovviamente esclusi i presenti, che hanno solo prodotti rigorosamente licenziati o free sui propri PC, hanno Windows, Office, WinZip & Co. rigorosamente originali?
Secondo me solo chi con questi prodotti ci lavora (e temo neppure tutti) ed ovviamente coloro che quei prodotti se li sono trovati preinstallati, e prepagati, sui loro sistemi.
Eppure difficilmente troverete qualcuno disposto ad imparare OpenOffice od anche solo a provarlo, se non costretto da motivi di bilancio o simili.
Escludo a priori ovviamente chi ha scelto già di usare GNU/Linux, ma stiamo parlando a tutti gli effetti di una ridotta minoranza.
Ed eccoci alla domanda del titolo: "Ci possiamo permettere GNU/Linux?"....eh si! perchè è una scelta comunque onerosa: non in termini strettamente monetari...a parte realtà molto particolari e complesse, il costo della migrazione è trascurabile rispetto ai vantaggi in termini di costi / edefficenza verso i sistemi GNU/Linux, ma vi è un costo strisciante molto elevato: la formazione del personale.
Non si tratta solo di mancanza di corsi o di insegnanti qualificati: molti non vogliono neppure provare ad imparare, scoraggiati dall'aura di tecnicismo esasperato che circonda il mondo del pinguino.
Ma molti altri, semplicemente, non hanno alcun interesse verso quella che è stata definita "formazione continua".
Spesso ho lavorato nel settore della formazione professionale, e nonostante in pratica questi corsi siano a costo nullo per il lavoratore, e per l'azienda (si paga spesso il 20% dell'effettivo costo, mentre il resto viene regalato dall'Unione Europea) spesso è difficile trovare persone disposte ad investire parte del loro tempo libero (tipicamente 4 ore alla settimana) per la loro formazione.
Ed ecco qual'è il motivo per cui mi chiedo se possiamo davvero permetterci GNU/Linux...per utilizzarlo non servono soldi ma servono voglia di imparare, di innovare e di scoprire cose nuove .
Il nostro Pease è stato per secoli il faro della civiltà (lo so che fa molto retorica...ma è così), ma ultimamente ci siamo seduti un po' troppo ed il risultato è una perdita di competitività strisicante in tutti i settori.
L'adozione di GNU/Linux certo non risolverebbe questi problemi, ma secondo me sarebbe la spia di un cambiamento di mentalità, quello si necessario a risollevarci.
Quindi la domanda non deve essere "Ci possiamo permettere GNU/Linux?" ma "Ci possiamo permettere di non usare GNU/Linux?", intesa soprattuto come voglia di sperimentare.

Articoli correlati

  • Ecologia della vita quotidiana e computer
    Ecodidattica
    Linux Lubuntu per resuscitare i vecchi computer

    Ecologia della vita quotidiana e computer

    Non volete gettare il computer su cui è istallato Windows XP? Ecco alcuni consigli per evitare l'obsolescenza tecnologica usando il software giusto.
    29 marzo 2019 - Alessandro Marescotti
  • Linux orientato alla didattica
    Ecodidattica
    So.Di.Linux

    Linux orientato alla didattica

    Un ottimo esempio anche di green economy perché consente - essendo un software "leggero" - di riutilizzare computer ancora funzionanti ma poco potenti. Computer che rischiano di andare in discarica ma che con Linux tornano a "nuova vita"
    5 dicembre 2016 - Alessandro Marescotti
  • Richard Stallman a Firenze: Software libero ed economia solidale per difendere democrazia e libertà
    CyberCultura
    Stallman, chi era costui? :-)

    Richard Stallman a Firenze: Software libero ed economia solidale per difendere democrazia e libertà

    Per chi non è avvezzo al sistema operativo del "pinguino", il nome di Stallman non dice nulla. E per chi non segue le vicende del "software libero", o non sa che la Rete può diventare un'arma a doppio taglio, difficilmente avrà partecipato all'importante e seguitissimo incontro che si è tenuto a Firenze lo scorso 14 settembre 2013; ospite illustre, appunto, Richard Stallman.
    25 settembre 2013 - Roberto Del Bianco
  • Dal pensiero strade per innovare
    CyberCultura
    Tesi del Master "Scienza Tecnologia e Innovazione"

    Dal pensiero strade per innovare

    Software e comunicazione digitale, circolazione della conoscenza ed esigenze di tutela della proprietà intellettuale
    28 gennaio 2010 - Lidia Giannotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)