Caro-SMS, partita la petizione

Un gruppo di utenti ha utilizzato l'ultima inchiesta di Punto Informatico sui costi degli SMS per dar vita ad una denuncia pubblica contro le tariffe praticate dagli operatori
11 gennaio 2005
Punto Informatico

Roma - No alle tariffe per gli SMS giudicate troppo elevate e forse frutto di una intesa tra i carrier che consente di mantenerle tali: questa la posizione espressa a Punto Informatico dai promotori di una novella petizione che mentre scriviamo si accinge a raggiungere i 300 firmatari.

La petizione prende spunto ed anzi riproduce per intero l'articolo SMS, business gonfiato? Pagano gli utenti pubblicato da PI a metà dicembre, un'approfondita inchiesta sul costo degli SMS per i carrier italiani e sulle modalità con cui questi vengono offerti al mercato a prezzi di molte volte superiori ai costi.

Stando ai promotori della petizione è necessario cambiare le regole a cui devono attenersi i gestori "specialmente per quanto riguarda il costo degli SMS". "Il loro costo a monte - sottolineano nella petizione - è in realtà molto più basso di quanto ogni utente è costretto a sborsare per ognuno di essi".

In passato più volte i consumatori italiani, ma anche quelli europei, si sono mobilitati contro il caro-SMS e qualcuno proprio qui da noi si era spinto persino a ipotizzare una tassa di 2 centesimi su ogni SMS suscitando un vespaio di polemiche, segno di quanto gli italiani siano "sensibili" all'argomento. Nonostante il ricorso continuo a questo strumento di comunicazione e alle tariffe livellate tra i diversi operatori, però, né l'Autorità TLC né quella Garante della concorrenza hanno inteso intervenire per verificare la legalità della gestione del mercato degli SMS.

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