Disarmo

L’Italia vede finanziati due progetti in due sedi

Europa anno 2023: 31 progetti e 500 milioni per produrre esplosivi, proiettili e missili

Alla fine il vecchio tabù rappresentato dall’uso del bilancio comunitario per obiettivi militari è stato spezzato
9 aprile 2025

difesa europea
Nel 2023, il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton, visitava i Paesi dell’Unione europea per incontrare funzionari governativi e produttori dell'industria della difesa. [1]
Lo scopo del tour europeo era quello di rilanciare l’industria della difesa, affidando 500 milioni di euro fino a giugno 2025 per accelerare la produzione di armamenti, munizioni e anche missili. Il finanziamento doveva garantire principalmente le catene di approvvigionamento con l’obiettivo ultimo di produrre almeno un milione di pezzi all’anno.
In Italia il commissario Breton aveva visitato la sede dell’azienda Simmel Difesa di Colleferro e quella di Leonardo a la Spezia (Oto Melara), accompagnato dal ministro della difesa Guido Crosetto. Già allora l’Italia aveva promulgato il decreto-legge “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro” in cui era presente un articolo che stanziava 14,5 milioni di euro entro il 2024 per potenziare la capacità produttiva e l’apertura di nuove filiere, e interventi di ammodernamento di unità produttive dell’Agenzia Industrie Difesa. [2]

Con l’accordo fra Consiglio e Parlamento europeo, nel 2024 l’Europa ha dato il via al programma ‘ASAP’ (Act in Support of Ammunition Production), inizialmente creato per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina. Il programma prevede un totale di 31 progetti per rilanciare la produzione di esplosivi, polvere da sparo, bossoli, razzi e certificazione di collaudo: in materia di esplosivi vuole accrescere la capacità produttiva di 4.300 tonnellate l’anno, per riempire almeno 800mila pezzi di munizione. Per la polvere aumentare di 10mila tonnellate l’anno così da alimentare 1,3 milioni di proiettili. Quanto agli involucri, crearne 600mila in più così da avere tra gli 1,4 milioni e gli 1,7 milioni di bossoli in più entro la fine dell’anno e superare i 2 milioni di pezzi nel 2026.
Questo finanziamento mobiliterà ulteriori investimenti dell'industria in cofinanziamento, per un totale di circa 1,4 miliardi di euro nella catena di approvvigionamento.
Un momento storico, “senza precedenti”, dichiara Thierry Breton, commissario per l’Industria.
Per la prima volta nella storia comunitaria, la Commissione europea ha deciso di utilizzare denaro proveniente dal bilancio europeo per incentivare appalti in comune nell'acquisto di armamenti.
Alla fine il vecchio tabù rappresentato dall’uso del bilancio comunitario per obiettivi militari è stato spezzato.

L’Italia vede finanziati due progetti in due sedi: SIMMEL DIFESA S.p.A dovrà coordinare un progetto relativo alla produzione di polveri (totale 41,3 milioni il budget messo a disposizione da dividere con altre 4 aziende), mentre BASCHIERI & PELLAGRI S.pA. dovrà coordinarne e svilupparne un altro, sempre per le polveri da mettere nei proiettili (3,7 milioni di euro). [3]

SIMMEL Difesa S.p.A dal 2014 diviene parte del gruppo Nexter (che a sua volta fa parte della holding europea KNDS che nasce nel 2015 dall'unione della tedesca Krauss-Maffei Wegmann (KMW) e della francese Nexter Systems). [4]

La Germania è la nazione che riceve i maggiori finanziamenti attraverso le sue aziende RHEINMETALL, MBDA DEUTSCHLAND, BAYERN-CHEMIE, TDW, ALZCHEM TROSTBERG, NITROCHEMIE ASCHAU, ed è presente, tranne che per certificazione collaudo, in tutte le aree: produzione di polvere/propellente, esplosivi, proiettili e missili.

Rheinmetall, che ha provveduto ad acquisire Hagedorn-NC, una azienda che produce nitrato di cellulosa necessario per le munizioni di artiglieria da 155 mm, ha descritto questa operazione necessario per assicurarsi l'accesso a un'importante fonte di materie prime, e per concentrarsi sull'intera catena del valore nella produzione di munizioni. [5]

Rheinmetall ha un suo stabilimento presso Domusnovas, situato nel sud della Sardegna, che fa parte della divisione Armi e Munizioni. RWM Italia S.p.A. produce armi come mine e componenti di missili e siluri, munizionamenti come esplosivi e parti metalliche di proiettili e bombe, produzione di esplosivi PBX (esplosivi a leganti polimerici), infine detiene un terreno di prova dedicato per il test in tempo reale di oggetti esplosivi su piccola scala.
Nel 2023 Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, ha inserito RWM Italia fra le ditte che hanno esportato armi, munizioni e tecnologie verso Israele. Le altre sono Elettronica Aster; Forgital Italy SpA, Leonardo SpA, ASE SpA, BattagionSpA, Agenzia Industrie Difesa, Tekne Srl, OMA Officine Meccaniche Aeronautiche, Secondo Mona SpA, Ring Mill SpA e CABI Cattaeneo SpA.

Se si consulta il database COMTRADE delle Nazioni Unite sul commercio internazionale, si trova che le esportazioni italiane verso Israele di armi e munizioni, parti e accessori, nel 2024 sono state pari a 6,36 milioni di dollari. [6]

NOTE

[1] https://www.peacelink.it/disarmo/a/49515.html
[2] https://www.informazionefiscale.it/IMG/pdf/dl_lavoro_gu.pdf
[3] https://defence-industry-space.ec.europa.eu/document/download/b694b109-fa2c-493e-bf1e-87768ae6469e_en?filename=ASAP%20factsheet.pdf
[4] https://documenti.camera.it/leg18/resoconti/commissioni/stenografici/xhtml/04/indag/c04_difesa/2021/10/26/resoconto.0029.html
[5] https://www.difesaonline.it/industria/rheinmetall-acquisisce-hagedorn-nc-gmbh-assicurandosi-la-catena-di-approvvigionamento-la
[6] https://tradingeconomics.com/italy/exports/israel/arms-ammunition-parts-accessories

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