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Scontro sui termovalorizzatori. La Lega ferma Galan: «Qui mai»

L'idea del governatore è di costruire due impianti a Rovigo e nella Marca. Secondo i dati ufficiali il 50% dei rifiuti della regione ormai viene riciclato. «Anche il Veneto dei primati nella raccolta differenziata si regge su un equilibrio molto delicato abbiamo bisogno di altri due termovalorizzatori». Il presidente della Provincia di Treviso: «Non risolviamo i problemi del resto del Veneto».
23 maggio 2008
Gianni Sciancalepore
Fonte: Corriere del Veneto

- VENEZIA — Dopo il no ai rifiuti campani a cui il governatore Giancarlo Galan aveva aperto qualche spiraglio di smaltimento veneto, la Lega alza le barricate pure sul corollario aggiunto dal presidente della giunta regionale. Nel mirino stavolta la costruzione in Veneto dei nuovi impianti rilanciati dal governatore, due termovalorizzatori, nome di elegante concretezza a identificare impianti che inceneriscono i rifiuti, producendo energia. Così va in scena l'ennesimo duello tra Galan e il Carroccio, guerriglia sempre più simile a un conflitto aperto dopo il trionfo elettorale leghista alle Politiche.

Sull'onda della «riscossa» berlusconiana per i rifiuti napoletani il governatore aveva accelerato. Dopo la svolta sulle scoasse foreste andata in onda durante la trasmissione «Matrix» di martedì sera su Canale 5, il giorno dopo aveva colto l'occasione per rilanciare un piano vecchio, da un po' accantonato per il vespaio suscitato alla sua presentazione. Due strutture che il Piano rifiuti della Regione localizza nelle province di Treviso e Rovigo.

«Anche il Veneto dei primati nella raccolta differenziata si regge su un equilibrio molto delicato — aveva detto Galan — i miei tecnici dicono che abbiamo assoluto bisogno di altri due termovalorizzatori, se non vogliamo scivolare indietro nelle posizioni».

Conferma l'assessore regionale all'Ambiente, il veronese compagno di partito galaniano (prima Forza Italia, ora il Popolo delle Libertà, Pdl) Giancarlo Conta. «Siamo ormai la prima regione italiana nella raccolta differenziata e conseguente riciclaggio dei rifiuti — chiarisce Conta — con una quota oltre il 50% che dovrebbe superare il 65% nel 2012. Però una parte consistente di immondizie sfugge e sfuggirà al recupero. Se non vogliamo più avere avere discariche i termovalorizzatori sono necessari».

Non è così sicuro di questo bisogno Leonardo Muraro, leghista, presidente della Provincia di Treviso. «Da noi la differenziata è già al 68% del totale, ponendoci come leader a livello nazionale — spiega Muraro, contrario ai termovalorizzatori come il suo predecessore Luca Zaia, ora ministro — delle circa 330 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani (Rsu, Ndr) prodotte all'anno solo 70-80 mila non vengono riciclate, anche se non finiscono in discarica. A cosa ci serve un nuovo termovalorizzatore?

Non ne abbiamo bisogno e non vogliamo impianti per risolvere problemi del resto del Veneto. La Regione ci dimostri, con dati scientifici alla mano, il contrario».

Qualche dubbio sull'autosufficienza della Marca ce l'ha Unindustria Treviso, tanto da aver presentato in Regione il progetto per due nuovi termovalorizzatori a Mogliano e Silea. Però non servirebbero per gli Rsu, ma per i rifiuti industriali non pericolosi. «Anche in questo caso da Venezia vogliamo prove di necessità » conclude Muraro.

In Laguna il progetto per i due impianti da smaltimento di mezzo milione di tonnellate di rifiuti l'anno (250 mila a testa) è alle fasi preliminari della Via (Valutazione di impatto ambientale). E se gli industriali sperano in un ok per il prossimo autunno, non prende impegni il presidente della Commissione Via, Silvano Vernizzi, l'uomo del Passante di Mestre.

Ma, anche in caso di passaggio della Via, la Lega non renderà la vita facile ai termovalorizzatori di Unindustria. «Senza prove che non se ne può fare a meno, per noi resteranno sulla carta — mette le mani avanti il consigliere regionale trevigiano Federico Caner — Poi è forte il sospetto che in questi impianti industriali finiscano pure rifiuti pericolosi come scarichi conciari. E i progetti nessuno riesce a vederli, in regione sono top secret».

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