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Beirut, una giungla d'asfalto soffocante

A Beirut, metropoli mediorientale soffocata dall'aggressività del settore edilizio, si lotta per conservare qualità di vita e spazi verdi. Ringrazio Estella per la segnalazione.
16 marzo 2011
Dalal Mawad
Tradotto da Susanna Valle per PeaceLink
Fonte: L'Orient Le Jour - 10 marzo 2011

Spazio verde

Era una delle solite mattine in cui mi trovavo bloccata nel traffico, quando, mentre ascoltavo della musica, ho ricevuto una chiamata di Nabiha, che mi diceva piangendo: "Stanno sradicando l'albero, quello di fianco a casa mia, quello che è stato piantato da mia nonna; l'albero con gli uccellini che cantano, che cullano le mie giornate, quello enorme. Come possono fare una cosa simile?".

Nabiha abita a Koraytem, vicino all'ambasciata dell'Arabia Saudita. Il Ministero dell'Agricoltura ha accordato all'imprenditore nonché proprietario del terreno vicino a casa sua il permesso di tagliare quest'albero che circonda il nuovo grattacielo Koraytem Gardens. Il permesso menziona il fatto che gli alberi costituiscano un pericolo per la sicurezza pubblica, ragione per la quale devono essere estirpati.

Ma per Nabiha, l'albero è sinonimo di vita, stabilità, equilibrio. Tagliarlo significa tagliare le sue radici, il suo ossigeno, portarle via una parte di lei stessa. Coraggiosamente Nabiha ha potuto salvare l'albero per il momento, grazie alle sue conoscenze. Mentre aspetta, continua a battersi ardentemente per annullare il permesso che autorizza a sradicare più di dodici alberi che circondano la sua abitazione.

Guardiamoci intorno, l'albero di Nabiha rappresenta tutti gli alberi di Beirut, ogni spazio verde dentro la città; l'albero di Nabiha è il simbolo dell'evasione quotidiana rimasta a ciascuno di noi, lontano dalla follia, dall'inquinamento e dell'opprimente vita urbana. Beirut conosce una crescita quotidiana senza limiti. Da Giardino d'Oriente è divenuta una grigia massa d'asfalto. Beirut è brutta, Beirut è soffocante.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce un minimo di quaranta metri quadri di spazi verdi per ogni abitante di una città. Beirut ne ha solamente 0,8. La città possiede sei giardini pubblici, la maggior parte dei quali privi di manutenzione o vietati al pubblico.

I due terzi della Foresta dei Pini di Beirut sono chiusi al pubblico. I giardini di Sanayeh, Sioufi, Gebran Khalil Gebran e Jésuites sono i soli piccoli spazi verdi che ancora esistano. L'ippodromo ed il campus dell'Università Americana non sono aperti al pubblico.

Tuttavia, gli spazi verdi compensano una parte dei costi sanitari ed ambientali generati dalla vita urbana. Sono indispensabili per il benessere fisico e mentale dei cittadini. Gli alberi assorbono gli elementi inquinanti dell'aria ed i rumori, gli spazi verdi sono spazi sociali che stimolano la meditazione, gli incontri ed il riposo sociale. Aiutano ad attenuare l'asprezza dell'ambiente urbano e ricongiungono gli abitanti alla natura. Gli spazi verdi sono una necessità per la sopravvivenza delle città e dei loro abitanti.

La costruzione è in pieno sviluppo a Beirut, ma senza l'adozione di una strategia o di una pianificazione urbana chiara e ben definita. Sebbene il nuovo sindaco di Beirut abbia promesso una moltiplicazione degli spazi verdi, continuiamo ad assistere al loro degrado a vantaggio dell'avidità dei promotori immobiliari. Inoltre, il permesso che autorizza a tagliare gli alberi e distruggere i giardini si ottiene spesso con facilità presso ministeri o comuni, grazie alla corruzione e ad alcune conoscenze.

Malgrado questo quadro oscuro, molte misure possono ancora essere prese per salvare la città. I decreti d'applicazione del piano regolatore, istituiti molti anni fa, devono essere rilasciati. Un nuovo insieme di norme edilizie in ambito urbano deve essere sviluppato al fine di garantire una sufficiente quantità di spazi verdi attorno alla capitale. I pannelli pubblicitari devono lasciar spazio agli alberi ed alle piante ai bordi delle strade e delle autostrade. Si possono realizzare tetti e balconi verdi sugli edifici; potrebbero essere creati dalle famiglie a basso costo o tramite delle associazioni. L'ippodromo di Beirut dovrebbe essere trasformato in uno spazio pubblico. Devono esserci almeno alcuni metri quadri di verde attorno agli edifici, i giardini esistenti devono essere protetti ed aperti al grande pubblico, e dei nuovi spazi verdi devono essere organizzati attraverso la città.

I nostri bambini oggi sono privi di luoghi pubblici dove giocare, cosa che aumenta il tempo che passano davanti alla televisione, ai videogiochi, ai computer. I Libanesi si possono incontrare soltanto dentro le case, i ristoranti ed i caffè con narghilé. Solo quelli che si possono permettere una casa in montagna oppure una gita fuori città possono raggiungere l'aria fresca e la natura.

Tutto questo mi porta a domandarmi dove sia il reale pericolo per la sicurezza pubblica. Negli alberi o nelle giungle d'asfalto? Beirut sta perdendo i suoi polmoni: è il momento di agire.

Tradotto da Susanna Valle per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Titolo originale: "Beyrouth, une jungle de béton étouffante"

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