A Beirut, metropoli mediorientale soffocata dall'aggressività del settore edilizio, si lotta per conservare qualità di vita e spazi verdi. Ringrazio Estella per la segnalazione.
Hanno già raccolto oltre 150mila firme online in pochi giorni. Sono americani, sono avvocati, e si battono per un cessate il fuoco immediato. Come? Facendo pressione sul parlamento grazie al Web
Il dramma in corso non ha tolto ancora i sorrisi dei bambini, non ha ancora offuscato i loro occhi brillanti che ci osservano attentamente. Ma, se non si ferma questa folle guerra, presto i sorrisi si spegneranno e la rabbia diventerà disperazione.
Un diario di viaggio dalla delegazione delle associazioni e delle ong italiane che sta trascorrendo qualche giorno in Libano. Incontri, impressioni, il racconto della disperazione della gente.
8 agosto 2006 - Delegazione ong italiane in Libano
"[Gli israeliani] se la stanno prendendo con coloro che non sono Hezbollah", racconta un americano mentre scappa con la madre. "È una catastrofe, le loro bombe piovono dappertutto"!
"Così Hariri mi presentò a Chirac in un locale del centro storico di Beirut: 'Jacques, voglio presentarti il reporter che una volta ha dichiarato che non sarei stato in grado di ricostruire Beirut!'"
È vecchia e stanca Khadigeh, ma non rassegnata, almeno non di quella
rassegnazione sottomessa che spinge al silenzio. Ha la voce roca, il tono
basso e un volto ossuto scavato dagli anni; il corpo è minuto, le mani
ruvide e i lineamenti induriti ma negli occhi ha ancora una scintilla
quando parla della sua Terra lontana.
Vengono costruiti titoli per generare un'accentuata percezione del rischio di invasione in assenza di dati oggettivi. Lo scopo è quello di generare paura e di modificare i sondaggi di opinione che oggi danno in vantaggio un'opinione pubblica contraria alla prosecuzione della guerra.
Questo testo offre una guida pratica per pacifisti focalizzandosi su tre fasi chiave per opporsi efficacemente alla guerra e minare il consenso pubblico verso di essa. Queste tre fasi progrediscono attraverso quindici proposte concrete.
L'invio di armi da parte della Nato, sebbene nelle intenzioni miri a sostenere le forze ucraine, non capovolge la guerra ma la prolunga e ne ingigantisce gli effetti, paradossalmente a tutto vantaggio della Russia. Gli esperti lo definiscono "war paradox" e lo hanno anche studiato.
Come organizzare in vista del G7 una convergenza fra forze diverse attorno al comune obiettivo di contrastare il riarmo e la guerra? E come dimostrare che l'opinione pubblica è ampiamente contraria alla volontà dei G7 di fare guerra alla Russia?
Ma il Festival per il Giornalismo che si svolge nella stessa città continua a snobbarlo. Assange viene perseguitato dal Potere perché considerato reo di aver diffuso, nell’interesse pubblico, documenti segreti che rivelano gli illeciti commessi dai Governi.
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