Tutela penale e ambiente: solo quindici minuti da dedicare alla direttiva europea 2008/99/CE
Il prossimo 18 maggio, dalle ore 14.45 alle 15.00 - a quanto pare unica riunione prevista e nell'ultimo giorno utile - dovranno formulare un parere sulle norme preparate dal governo per attuare una importante direttiva. L'Europa ha infatti preso atto dell'aumento dei comportamenti criminali (e comunque pericolosi per l'ambiente) e vuole aumentare il livello di tutela in tutti i Paesi membri, chiedendo di stabilire sanzioni "efficaci, proporzionate e dissuasive" (così si esprime la Direttiva 2008/99/CE).
Si è insomma consapevoli dell’inadeguatezza delle attuali sanzioni, considerato il pesantissimo fronte delle aggressioni e le conseguenze per l’ambiente.
Le direttive, anzi, sono due, perché in Italia si è deciso di trattare nello stesso testo anche la materia dell'inquinamento e degli scarichi da parte delle navi (attuazione della Direttiva 2009/123/CE), che se intenzionali sono ora sempre considerati reati.
Le minacce sono percepite prima se incarnate da altri esseri viventi, in grado di aggredirci o sottrarci qualcosa in modo immediato e cruento. E' una reazione individuale comprensibile, collegata a meccanismi primordiali. Per una comunità, però, non difendere dalle aggressioni i beni comuni, oltre che irrazionale, può essere fatale. Nelle comunità evolute molte barriere schermano la natura, ma ciò nonostante il pensiero che il più crudele nemico di ognuno di noi possa diventare l’aria, o l’acqua ci fa giustamente tremare. Solo una sorta di prigionìa - in un modello di sviluppo in cui siamo stati collocati e che imbriglia già i nostri figli - ci fa sopportare un pensiero così terrificante e tollerare che altri esseri viventi minaccino in modo così subdolo la Terra e la nostra vita.
Al Senato, la Commissione Ambiente (che si riunirà insieme alla Commissione Giustizia) dedicherà all'argomento addirittura un'ora! Se dovessimo giudicare dai riflettori dei media e dall'intensità degli approfondimenti e dei dibattiti, dovremmo pensare che il tema sia poco importante o che manchino i problemi. Senza l'Europa forse non se ne parlerebbe nemmeno!
Ma la pena più grande per i parlamentari - oltre a quella probabilmente in quei minuti di non riuscire a sedersi - sarà dover fare i conti con la legge di delega (quella a monte, che ha dato i criteri per operare al governo: art. 19 l. 96/2010), da cui - stando alla interpretazione che ne è stata data - discende che i reati restano contravvenzionali (non entrano nel codice penale, con una serie di conseguenze, tranne due reati previsti per la prima volta in Italia per specie e aree protette).
E' paradossale, nel paese delle ecomafie, circondato da mari in cui fanno rotta petroliere e imbarcazioni di ogni genere - e ancora ricco di bellezze paesaggistiche e potenzialità turistiche - che il Parlamento non riesca a lavorare su una normativa che potrebbe segnare una svolta nella lotta all’inquinamento, secondo il legislatore europeo. La direttiva riteneva fondamentale sollecitare il senso civico delle popolazioni, accentuando il disvalore di comportamenti che danneggiano l'ambiente attraverso il carattere penale delle sanzioni. Anche realtà e amministrazioni regionali e locali avrebbero dovuto seguire la vicenda normativa con attenzione.
Oramai i termini assegnati dall'Europa per il recepimento (quantomeno per la direttiva del 2008) sono scaduti, e come altre volte (vedi d.lgs. 155/2010, in cui "entrò" una norma che sospendeva l'obbligo di non superare la concentrazione di un nanogrammo di benzo(a)pirene per metro cubo di aria), dopo anni di inerzia, a tutti viene chiesto di far finta di nulla per evitare procedure d'infrazione e le salatissime multe europee.
A quest'ultimo proposito, è bene ricordare che i meccanismi sanzionatori in Italia sono sempre deboli, e che in molti settori questa generale inefficacia e difficoltà di applicazione ha determinato sanzioni da parte della Comunità Europea.
In ogni caso la delega è stata chiara su un punto: l'ammenda per chi inquina può arrivare al massimo a "150.000 euro"!!
L'ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), nella sua componente italiana, ha organizzato una delle poche importanti iniziative sui temi della direttiva 2008/99/CE. Nel convegno del 31 marzo a Roma – prima che lo schema normativo vedesse la luce - sono state descritte situazioni drammatiche per ogni regione del nostro paese. La salute di tutti noi ne è coinvolta attraverso l'aria, l'acqua, gli alimenti. Una novità della direttiva (spunto per altri interventi, tra cui le recenti osservazioni della Confindustria) è l'estensione della responsabilità alla società nel cui interesse è stato tenuto il comportamento lesivo (in Italia del tema si occupa il d. lgvo 231/2001).
http://www.camera.it/682?atto=357&tipoatto=Atto&leg=16&tab=1#inizio.
Convegno Medici per l'ambiente:
http://www.isde.it/iniziative/2011/03-31-Roma/programma.htm
Osservazioni Confindustria:http://direttiveue.confindustria.it/Aree/DocumentiPub.nsf/DOCST/C4E890ECDACC709FC1257884005C9AA8?OpenDocument
Legambiente: Rapporto Ecomafie 2010 (presentazione) http://risorse.legambiente.it/docs/premessa.0000001845.pdf
Altri interventi: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-04-17/sulla-responsabilita-reati-ambientali-081701.shtml?uuid=Aae6AhPD
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