VARSAVIA, la conferenza sul clima che ha scontentato non solo gli ambientalisti
Dalla Redazione del sito web "Nel Cuore", un commento sui lavori della Conferenza sul clima di Varsavia, prolungata di un giorno per evitare la rottura completa tra il fronte UE - Usa e i paesi emergenti più forti.
25 novembre 2013
Alla conferenza sul clima dell'Onu, a Varsavia, in Polonia, si è arrivati a un'intesa su alcuni temi chiave, tra cui la tabella di marcia per firmare nel 2015 un accordo mondiale a Parigi. Ma è la delusione a farla da padrona. Anche perché è stata rinviata la decisione sugli obblighi relativi ai Paesi emergenti. "Il documento - ha criticato Christoph Bals dell'organizzazione tedesca Germanwatch - dice solo che anche gli obiettivi dei Paesi emergenti hanno validità legale, ma resta aperto quanto questo sia vincolante". Nella capitale polacca non è stato neanche possibile raggiungere un accordo sulle compensazioni per le perdite e i danni provocati dai cambiamenti ambientali nei Paesi poveri.
A nome dei Paesi del G77, le nazioni in via di sviluppo, e della Cina, il rappresentante del Bangladesh si è rammaricato del fatto che la conferenza di Varsavia sia rimasta al di sotto delle aspettative. "Siamo venuti con molta speranza a Varsavia, volevamo gettare le basi per l'accordo climatico del 2015 a Parigi", ha detto, ma "ci siamo allontanati dall'obiettivo principale: 'Che succede con le persone come quelle del mio Paese? Che succede con quelle delle Filippine?'".
"Siamo molto delusi", gli ha fatto eco il rappresentante della Bolivia, ribadendo che mancano promesse chiare. Intanto, i negoziati sono stati bloccati ieri, per tutto il giorno, quello conclusivo, sulla posizione intransigente di Pechino e dell'India che hanno ingaggiato un braccio di ferro con Ue e Usa. Il negoziatore cinese Su Wei si era detto molto preoccupato, perché l'accordo proposto prevedeva ''impegni'' di riduzioni di gas a effetto serra per tutti, Paesi industrializzati e non, e l'ipotesi che non si trovasse un accordo era diventato molto concreto. In extremis i negoziatori dei principali Stati si sono riuniti in un angolo della grande sala delle conferenze ed hanno raggiunto una formula accettabile per tutti. Il testo approvato afferma che all'accordo di Parigi si arriverà ''con i contributi determinati su base nazionale'' di tutti i Paesi. E' stato anche creato il "Meccanismo internazionale di Varsavia" per aiutare le nazioni più povere a far fronte alle emergenze create dai cambiamenti climatici - l'altro grande tema al centro dei lavori - ma quelle più ricche non hanno voluto prendere nuovi impegni economici.
A restare insoddisfatti sono stati anche i rappresentanti delle organizzazioni ambientaliste, che hanno lasciato la conferenza giovedì. "Per il terzo anno consecutivo - ha sostenuto la direttrice dell'Oxfam, Winniw Byanyma - i Paesi hanno trovato un nuovo modo per non dire assolutamente nulla. Questo lascerà alcuni dei Paesi più poveri e colpiti dagli effetti atmosferici con grandi buchi nei loro bilanci".
A Varsavia, quantomeno, è stato possibile chiudere l'accordo sulla protezione delle foreste. In un documento sono, infatti, state approvate le condizioni in base alle quali i Paesi poveri possono ricevere finanziamenti per la protezione delle foreste. Questo accordo, ha spiegato Christiana Figueres, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, contribuirà a ridurre le emissioni di CO2.
Però basta leggere le altre reazioni per capire che il bilancio è tutt'altro che positivo. ''Non abbiamo raggiunto un risultato significativo'', ha ammesso Nederev Sano, il delegato filippino che nel giorno dell'apertura della conferenza, coincisa con la tragedia del passaggio del tifone Haiyan in patria, aveva cominciato un sciopero della fame proprio per attirare l'attenzione sui drammatici rischi dei cambiamenti climatici. Mentre la commissaria europea al Clima Connie Hedegaard ha detto che ''ci sono voluti molti sforzi e ci sono stati molti drammi e interessi diversi, ma alla fine, tutti si sono resi conto che ci sono rischi reali se non faremo i progressi di cui abbiamo così bisogno''. L'ambizioso accordo che si cerca di raggiungere nel 2015 è di ridurre i gas a effetto serra in modo da limitare il riscaldamento globale del pianeta di due gradi. Questa intesa dovrà coinvolgere tutti i Paesi ed essere vincolante. Se le premesse sono queste, non si andrà molto lontano.
Note: Leggi l'articolo originale su:
http://www.nelcuore.org/focus/item/varsavia-la-conferenza-sul-clima-che-ha-scontentato-non-solo-gli-ambientalisti.html
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