Raccolta differenziata a Taranto: bisogna pretendere di più.
Le istituzioni devono "comunicare" bene come e perché differenziare per riuscire a cambiare la mentalità di tante persone che considerano il differenziare uno sforzo inutile.
I dati sulla raccolta differenziata a Taranto sono davvero deprimenti. Nonostante un leggero scatto in avanti rispetto agli anni precedenti, la percentuale si assesta attorno al 17,77%.
Credo che il problema sia da individuare nel modo con cui è gestita la questione in città. La volontà politica in questo caso fa tanto.
Mi spiego: un esempio di Comune virtuoso nel Sud Italia nell'attuare la raccolta differenziata in maniera capillare è Mercato San Severino, in provincia di Salerno, al quale la trasmissione Report dedicò una puntata il 28 maggio 2006.
Avendo preso in affitto per tanti anni una casa proprio a Mercato San Severino per motivi di studio, ho potuto osservare dal vivo in quale modo era gestita la raccolta dei rifiuti. Era solo da qualche anno che in quel Comune si cercava di differenziare e tutti i cittadini erano molto attenti a rispettare le regole. Motivo? Qualora si fossero trovati ad esempio rifiuti solidi all'interno dei sacchi per la raccolta della carta le multe sarebbero state salatissime. E le multe arrivavano, non erano solo una minaccia.
Dopo un pò di tempo il differenziare era diventata cosa automatica. Non pesava più a nessuno, nemmeno a me, che per 18 anni avevo vissuto in una città come Taranto, dove la raccolta differenziata non esisteva nè tantomeno era obbligatoria. Anche quando ho terminato gli studi in quel luogo e sono tornata a Taranto, per me è stato pressochè automatico continuare a differenziare.
Per differenziare correttamente occorre che siano chiare le regole e le sanzioni e, considerato che le famiglie e le imprese devono dedicare tempo e spazi aggiuntivi alla gestione dei rifiuti, è importante che conoscano il rapporto costi - benefici dell'operazione.
Sono convinta che la differenziata possa ridurre l'esigenza di costruire altre discariche di cui la provincia tarantina è piena e di costruire inceneritori, ad esempio. La raccolta differenziata può essere un'opportunità di lavoro e un modo per recuperare materie prime senza estrarle.
Ritengo dunque che il Comune di Taranto dovrebbe provvedere innanzitutto ad imporre la raccolta differenziata, comminando anche sanzioni nei primi tempi in cui ancora moltissima gente sarà restia ad impegnarsi nel rispettare i giorni e gli orari di raccolta. In seguito, tutto sarà più naturale, ed i cittadini saranno finalmente "educati" a non buttare tutto in un unico cassonetto. Ritengo incredibile il fatto che una città con quasi 200 mila abitanti come Taranto sia ancora indietro nel differenziare ed il Comune non può certo basare le sue stime sul senso civico di poche centinaia di cittadini che differenziano. L'azione dev'essere massiccia, e le multe servirebbero, a parer mio, come deterrente per evitare che il solito lassismo e la mancanza di civiltà prevalgano.
Il senso civico va insegnato. Non si può pretendere che tutto cada dal cielo.
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-c40c1bf8-35fd-4bf1-b1d8-367fc7a1be6f.html
In libreria un volume che smonta la tesi della necessità degli inceneritori
"L'Italia sotto i rifiuti"
Marino Ruzzenenti Ed.Jaca Book 2004
7 novembre 2004 - Patrizia Sentinelli
Fonte: www.liberazione.it
http://www.peacelink.it/ecologia/a/7951.html
Perché no agli inceneritori
Parere scientifico fornito a Greenpeace sul problema degli inceneritori. Almeno duecento differenti composti chimici che possono creare problemi di salute.
Valerio Gennaro (epidemiologo, direttore del Registro mesoteliomi della Regione Liguria)
http://www.peacelink.it/ecologia/a/31766.html
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