Ilva, porto: la bufala delle benne ecologiche e il minerale disperso
Sono evidenti le dispersioni di minerale che cospargono materiale ovunque: sulla banchina, in mare e sulla stessa nave. Un metodo di scarico, quello con le benne, che non era consentito dalla prescrizione Nr.5 dell'AIA concessa all'Ilva, per cui Ilva riceveva diffida dal Ministero dell'Ambiente e notifiche da parte di Ispra a seguito delle ispezioni trimestrali. Ma come ben sappiamo la successione dei decreti concede tutto questo.
Nella seconda fotografia possiamo notare l'unica benne ecologica esistente al secondo sporgente, è la prima a sinistra, la sua gemella invece giace sul fondale dello specchio d'acqua del quarto sporgente dal dicembre 2014. Pertanto una è ammarata, l'altra, quella del secondo, aspettiamo di vederla all'opera.
La prescrizione nr.5 è la seguente: "Si prescrive all’Azienda, con riferimento alle emissioni di polveri derivanti dalla movimentazione di materiali che siano trasportati via mare, l’adeguamento a quanto previsto dalla BAT n. 11, con l’utilizzo di sistemi di scarico automatico o scaricatori continui coperti, entro 3 mesi dal rilascio del provvedimento di riesame dell’AIA".
Ma cosa ha dichiarato Ilva in merito alla prescrizione nr.5 nell'ultima relazione trimestrale di luglio 2015 mentre le sue "benne ecologiche" "operano" nel porto di Taranto?
"La prescrizione è attuata, tutte le "benne ecologiche" sono state montate e sono regolarmente in funzione"
Cosa diceva Ispra nel 2013 quando, facendo ispezioni nel porto, verificava questo tipo di operazione?
"l'adempimento alla prescrizione debba avvenire solo attraverso contenitori con scarico automatico o scaricatori continui coperti, con conseguente esclusione del sistema di scarico con benna attualmente adottato presso lo sporgente 2 per le macchine scaricatrici DM1, DM2 e DM3 e presso lo sporgente 4 per la macchina scaricatrice DM 6".

A seguito delle segnalazioni di Ispra, Ilva riceveva la notifica di diffida per inosservanza delle prescrizioni autorizzative da parte del Ministero dell'Ambiente.
Le fotografie pubblicate, già nella giornata di oggi, saranno inviate agli uffici della Commissione europea
e alla Procura di Taranto, inoltre saranno inoltrate ad Arpa Puglia per verificare gli esiti delle ultime ispezioni trimetrali e capire se in queste sono state evidenziate situazioni come quelle odierne.
Abbiamo già chiesto a mezzo posta elettronica certificata, sia al Ministero dell'Ambiente che ad Arpa Puglia, spiegazioni sulla mancata pubblicazione degli allegati alla relazione trimestrale Ilva e del verbale ispettivo nello stabilimento, entrambi relativi al secondo trimestre del 2015. Abbiamo quindi chiesto di prendere visione dei documenti.
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