Precipita la crisi dell'ILVA, fuga di ArcelorMittal da Taranto
I dirigenti sembrano essere evaporati. Non rispondono neppure più alle telefonate. "Manager europei irreperibili al telefono", scrive infatti Affari Italiani. A chi come Salvini ritiene che occorra fare la voce grossa, "alzare il telefono e chiamare ArcelorMittal", il dato di realtà che emerge in queste ore di caos è che le comunicazioni si sono interrotte e gli impianti vengono via via fermati.
Questo è il servizio Rai del TGR Puglia. Per Confindustria Taranto la multinazionale dell'acciaio è già fuori. Preoccupazione per la perdita di posti di lavoro e per l'economia del territorio. Convocati dal ministro dello Sviluppo Economico i sindacati e i vertici di ArcelorMittal
Confindustria Taranto, storicamente collegata all'indotto ILVA, ha preso posizione.
“Il ritorno in campo del pubblico, della proprietà, è fondamentale in questo momento per tutelare gli impianti, salvaguardarne l’efficienza e la sicurezza, ripristinare i cantieri per i lavori di risanamento ambientale che sono stati fermati - dice Marinaro ad AGI -. Un’azione di ripristino per poter salvare la fabbrica e consegnarla alla prossima newco in uno stato che non sia quello del ferro vecchio”. Secondo altre fonti imprenditoriali, “è più che evidente ormai che ArcelorMittal è già fuori dall’Italia, si tratta solo di formalizzarne l’uscita perché ha completamente mollato l’ex Ilva”.
Questo si legge sull'agenzia AGI (ore 13.26 del 20/5/2020)
A chi chiede di nazionalizzare, questi sono i numeri: l'ILVA perde 2 milioni di euro al giorno, il doppio di quanti ne spenderebbe lo Stato tenendo tutti i lavoratori in cassa integrazione o utilizzandoli in servizi di utilità sociale.
Da tempo ArcelorMittal aveva comunicato di non essere più in grado di pagare il fitto degli impianti e di non avere risorse per la messa a norma degli impianti e di non poter rispettare il cronoprogramma del piano ambientale, avendo sospeso gli interventi AIA.
Intanto il processo per disastro ambientale, avviato con l'ex procuratore Sebastio, va lentamente avanti. Mentre è stato arrestato il procuratore Capristo che era subentrato, ricevendo varie critiche dal leader dei Verdi Angelo Bonelli, che aveva chiesto al CSM di valutarne la sospensione nel luglio 2019.
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