Lo studio commissionato da Acciaierie d'Italia contesta la VDS e parla di "sovrastima enorme"

Secondo Acciaierie d'Italia l'ILVA di Taranto non avrebbe un impatto cancerogeno inaccettabile

Vengono avanzati "dubbi sia di carattere giuridico che di natura tecnica" rispetto alla Valutazione Danno Sanitario (VDS) 2021 che prevedeva un rischio cancerogeno inaccettabile nella popolazione del quartiere Tamburi con una produzione a 6 milioni di tonnellate/anno di acciaio
2 gennaio 2022
Redazione PeaceLink

Ilva, camino E-312

Pubblichiamo lo studio commissionato da Acciaierie d'Italia che esprime dubbi sulla validità scientifica sulla Valutazione Danno Sanitario 2021 che prevedeva un rischio cancerogeno inaccettabile nella popolazione del quartiere Tamburi con una produzione a 6 milioni di tonnellate/anno di acciaio da parte dello stabilimento ILVA di Taranto.

Lo studio, allegato a questa pagina web, inizia con queste parole: "Con riferimento al Rapporto di Valutazione del Danno Sanitario (VDS) ai sensi del Decreto Direttoriale MATTM n.188 del 27 maggio 2019 (Rapporto complessivo Anno 2021), Acciaierie d’Italia S.p.A. ha precedentemente trasmesso comunicazione (Dir. 314/2021 del 22/06/2021) a ILVA S.p.A. in
Amministrazione Straordinaria, sottoponendo alcune osservazioni sui modelli e i criteri adottati nelle valutazioni di danno sanitario. Queste osservazioni si riferiscono in particolare a dubbi sia di carattere giuridico che di natura tecnica rispetto alla suddetta VDS2021".

Nello studio si legge: "Il modello di dispersione utilizzato (SPRAY) non consente di considerare l’effetto di barriera
costituito dalle strutture esistente con particolare riferimento agli ostacoli (coperture parchi primari, barriere frangivento, etc.) che si interpongono tra le attività dello stabilimento siderurgico ed il quartiere Tamburi costituendo elementi che certamente riducono l’apporto delle emissioni; non potendo tale aspetto essere tenuto debitamente in considerazione nel modello è ragionevole considerare un elemento di riduzione delle emissioni che tenga conto di tale effetto di barrieramento".

Inoltre "la stima prodotta per il tumore del polmone (...) nemmeno raggiunge la significatività statistica (ma il Rapporto evita di metterlo in evidenza)".

Non solo: "La valutazione epidemiologica per PM10 ePM2.5 è stata effettuata con funzioni concentrazionirisposta
ricavate dalla letteratura facendo riferimento allo studio condotto da Chen e Hoek (nota a margine di pagina 58 del rapporto VDS2021); il riferimento a queste informazioni non appare calzante al caso in esame".

"è sicuramente discutibile la scelta di utilizzare le FCR prodotte da Chen perché riferite a dati che
riguardano tutto il mondo e per i quali si può sicuramente discutere quanto siano rappresentativi (o non
rappresentativi) del territorio tarantino e della situazione di esposizione che lo caratterizza".

Lo studio commissionato da Acciaierie d'Italia contesta la scelta delle funzioni concentrazione-risposta (FCR) e sottolinea che ""è sicuramente discutibile la scelta di utilizzare le FCR prodotte da Chen perché riferite a dati che riguardano tutto il mondo e per i quali si può sicuramente discutere quanto siano rappresentativi (o non rappresentativi) del territorio tarantino e della situazione di esposizione che lo caratterizza".

L'impatto canderogeno dell'inquinamento ILVA viene nettamente ridimensionato dallo studio. Vengono contestate le formule utilizzate nella modellistica matematica di stima dei danni sanitari: "L’utilizzo del tasso annuale di background B0 invece del tasso BE0 (tasso di background dovuto ai soli fattori di rischio legati alle emissioni ILVA in valutazione, esempio PM2,5) genera pertanto una sovrastima dei casi attribuibili alle emissioni ILVA". E giunge a sottolineare che "la sovrastima è enorme".

In buona sostanza la Valutazione Danno Sanitario - condotta per mesi tramite un confronto fra i tecnici dell'azienda e quelli della Regione Puglia e dei ministeri competenti - non sarebbe scientificamente corretta perché sovrastimerebbe l'impatto cancerogeno dell'inquinamento dell'ILVA.

Lo studio che contesta la VDS porta la data del 30 novembre 2021. La documentazione sulla VDS è scaricabile da questa pagina web.

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