I governi sapevano, e ora recitano il copione dell'indignazione anti-Mittal

Il coraggio di dire la verità sull'ILVA

Le colpe non stanno in Mittal ma nei governi italiani che, pur di scaricare la patata bollente, hanno delegato a un privato la scelta scomodissima di chiudere l'ILVA, una scelta inevitabile dati i conti in rosso per cinque miliardi di euro, e che era impopolare fare da Roma.
18 novembre 2019

Ma sono stati proprio così stolti i governanti italiani a dire "non sapevo" dopo tutta la storia dei Mittal? Perché hanno affittato (affittato!!) a un soggetto noto e arcinoto per le pregresse condotte in Europa?

Vi hanno dedicato persino un film, lo abbiamo proiettato a Taranto, ma chi ci governa e ci ha governato ora cade dalle nuvole.

E' venuto il momento di dire le cose come stanno, senza infingimenti. Diciamolo chiaramente: le colpe non stanno in Mittal ma nei governi italiani che, pur di scaricare la patata bollente, hanno delegato a un privato la scelta scomodissima di chiudere l'ILVA, una scelta inevitabile dati i conti in rosso per cinque miliardi di euro, e che era impopolare fare da Roma.

Questa cosa PeaceLink l'aveva prevista e scritta fin dall'inizio, e anche la politica l'aveva astutamente studiata, tenendola nel silenzio della propria exit strategy. Era chiaro, chiarissimo.

Ma adesso tutti a gridare contro Mittal, come da copione. Era tutto scritto, era tutto previsto. Era un copione da recitare al momento giusto. E il momento è venuto. Una vergogna tutta italiana.

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