Quella bandiera della pace al balcone di casa mia
La guerra ci fa paura solo quando è a due passi da noi. Le guerre nel mondo ci sono e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Le guerre generano miseria, emigrazione, generano catastrofi umanitarie che hanno ripercussioni ovunque nel mondo, che dovrebbero riguardare tutti, ma, sebbene ci dichiariamo pacifisti, abbiamo perso il senso di comunità mondiale, e le conseguenze della guerra le ignoriamo volutamente. Semplicemente giriamo lo sguardo da un'altra parte.
Voglio ricordare che diciannove anni fa, a Roma, ci fu una marcia della Pace che coinvolse una moltitudine di persone e tantissime realtà associative, partecipai anch'io e di ritorno appesi la bandiera della pace al mio balcone e giurai che non l'avrei tolta fino a che ci fosse stata una guerra al mondo. Ovviamente è ancora lì, sostituita più volte da quel giorno ormai lontano.
Non sono un'esperta di geopolitica e non mi misuro in dotte dissertazioni che non potrei sostenere, di solito parlo di quello che conosco, ma è sotto gli occhi di tutti il disastro mondiale che le guerre provocano. Ciò che muove le guerre sono gli interessi economici e la corsa alle materie prime indispensabili alla tecnologia avanzata, la conquista di postazioni strategiche per controllare "il nemico". La libertà, l'autodeterminazione dei popoli contano poco o niente.
E adesso che la questione ci riguarda direttamente, poiché dipende anche da noi il mantenimento degli equilibri fra le grandi potenze, mi accorgo che nemmeno la paura della guerra a due passi da noi fa recedere dalle scelte che potrebbero veramente provocare una pericolosa tensione.
Ieri ho condiviso un intervento di Arturo Scotto che mi sembra esaustivo ed equidistante dagli interessi delle parti in causa.
Per un attimo mettiamoci nei panni di Putin, che non mi sta simpatico, ma il contesto storico è cambiato e l'entrata nella Nato dell'Ucraina produrrebbe un'evidente condizione di svantaggio per la Russia. Pertanto l'unica scelta ragionevole dovrebbe essere dire no all'allargamento della Nato. Ma pare che il buon senso sia scomparso per lasciare il posto a logiche che hanno sempre prodotto disastri. Lo vediamo ogni giorno: la storia non insegna nulla a chi non vuole imparare.
Articoli correlati
- La CIA sa chi ha colpito la centrale atomica
Ucraina, rischio di incidente nucleare
PeaceLink chiede una inchiesta internazionale sull'attacco gravissimo e irresponsabile alla centrale nucleare di Zaporizhzhia nell'area occupata dalla Russia. Non fare chiarezza sull'accaduto significa nascondere la verità e le responsabilità10 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - A chi è giovata?
Ucraina: la disinformazione della Nato
I soldati ucraini sono stati spinti a sacrificarsi per una vittoria che si è rivelata un'illusione. La speranza di una Caporetto per le truppe russe si è rovesciata nel suo opposto e ora si profila l'incubo di una Caporetto per gli ucraini.8 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - Come pacifisti non possiamo che cogliere tale novità
La Nato apre alla trattativa: un nuovo scenario per risolvere la crisi in Ucraina
Il primo a suggerire la via negoziale è stato Papa Francesco. Adesso anche Stoltenberg fa un timido passo come segretario generale della Nato. Una soluzione diplomatica, anche se difficile da raggiungere, potrebbe rappresentare l'unica via per evitare ulteriori sofferenze, tensioni e instabilità.7 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - Un punto di vista pacifista sul fallimento della "guerra giusta"
Tre lezioni dalla guerra in Ucraina
Putin non è in ginocchio come prevedeva Biden ma è più forte di prima. L'esercito ucraino è a corto di uomini e risorse. L'esercito russo ha una superiorità schiacciante. Tutto ciò ci impone a una riflessione profonda sulle alternative alla guerra.5 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network