Le parole che la sinistra europea non sa più dire
Nel panorama politico europeo, una voce che sembra essersi persa negli ultimi anni è quella della sinistra europea. Mentre un tempo questa corrente politica aveva un forte impegno verso la pace e la giustizia sociale, oggi sembra essersi smarrita.
Un recente intervento del Papa Francesco ha messo in evidenza una mancanza di dibattito e di azione che la sinistra europea avrebbe dovuto intraprendere da tempo.
Il Papa ha pronunciato parole di grande significato durante una conferenza stampa a bordo del volo papale, mentre si discuteva della guerra in Ucraina. Ha detto: "Questa guerra è un po' interessata non solo dal problema russo e ucraino ma per vendere le armi, il commercio delle armi", e ha aggiunto che "gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche di armi, cioè le fabbriche di morte".
Queste parole del Pontefice sono un richiamo potente all'indignazione morale contro il commercio delle armi, una questione che sembra essere caduta nell'oblio nei discorsi della sinistra europea.
In passato, la sinistra europea era spesso una voce chiave nell'impegno per la pace. Tuttavia, negli ultimi anni, sembra essersi allontanata da questa lotta cruciale. Mentre Papa Francesco solleva la questione del commercio delle armi e dell'uso indiscriminato di queste armi in conflitti come quello in Ucraina, la sinistra europea sembra aver perso il suo impegno e la sua voce su questo tema.
Le parole del Papa sono un richiamo alla responsabilità morale di tutti i leader dei governi europei. Ha affermato a proposito della guerra in Ucraina: "Non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo".
Le nette parole di Papa Francesco dovrebbero spingere la sinistra europea a chiedersi se sta davvero agendo in modo coerente con i suoi principi morali. L'Europa potrebbe essere un faro di pace e giustizia nel mondo, e la sinistra europea ha un ruolo cruciale in questo contesto.
La sinistra europea dovrebbe ascoltare queste parole e riflettere sulle sue priorità e sul suo ruolo nella promozione di un mondo migliore. L'indignazione morale sul commercio delle armi è una questione centrale e la sinistra europea dovrebbe tornare a sollevarla con forza nella sua agenda politica.
E invece? Si fa continuamente scavalcare da Papa Francesco. Un Papa che, nei fatti, riprende in mano con la mitezza francescana quelli che erano gli ideali e le parole d'ordine dei grandi e compianti leader della sinistra europea del secolo scorso: Willy Brandt, Olof Palme, Sandro Pertini, Enrico Berlinguer.
Questo Papa attinge a piena mani dalla grande tradizione pacifista di don Lorenzo Milani, Giorgio La Pira, padre Ernesto Balducci, don Tonino Bello, don Primo Mazzolari. Una tradizione che a suo tempo incalzò non solo la Chiesa ma anche la sinistra a prendere posizione in modo meno ambiguo e più deciso sul tema dell'obiezione di coscienza alla guerra.
In un momento critico in cui il conflitto in Ucraina continua a infliggere sofferenze a un popolo innocente, che sta sacrificando decine di migliaia di persone in una controffensiva sanguinosissima, è fondamentale che i leader europei e mondiali che condividono un impegno per la pace si uniscano per cercare soluzioni diplomatiche e porre fine a questa tragedia. L'invito a un incontro di alto livello, guidato dal presidente brasiliano Lula, potrebbe rappresentare un passo importante verso la promozione della pace in Ucraina. Il mondo guarda ora a questi leader per dimostrare che la diplomazia e la cooperazione internazionale possono prevalere sul conflitto armato e sulla sofferenza umana. La speranza è che, attraverso il dialogo e l'impegno congiunto, si possa aprire una strada verso la pace. Sinistra europea, se ci sei batti un colpo e sostieni gli sforzi di pace del Papa, del presidente brasiliano Lula e dei leader africani.
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