Una sola nazione si è astenuta: l'Ucraina

L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba

Solo due nazioni hanno votato per mantenere l'embargo: Stati Uniti e Israele.
L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.
3 novembre 2023
Redazione PeaceLink

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite si è nuovamente riunita il 2 novembre 2023 in una sessione plenaria a New York, mettendo in evidenza una questione che da decenni divide il palcoscenico internazionale: l'embargo imposto dagli Stati Uniti all'isola di Cuba. Questo voto, come molti altri in passato, ha visto la maggior parte dei paesi del mondo esprimere un forte sostegno alla fine di questa politica restrittiva.

L'ONU contro l'embargo a Cuba

Un voto storico

Il voto di questa sessione è stato straordinariamente unanime. Ben 187 hanno votato a favore della risoluzione che chiede la fine dell'embargo a Cuba. Questa schiacciante maggioranza rappresenta una chiara manifestazione dell'opinione globale sull'argomento. Solo due paesi, gli Stati Uniti e Israele, si sono espressi contro la fine dell'embargo, ribadendo una posizione che hanno sostenuto in maniera costante nel corso degli anni. Un unico paese si è astenuto: l'Ucraina.

L'isolamento di questi paesi è evidente. Le Nazioni Unite hanno già votato a stragrande maggioranza per porre fine all'embargo a Cuba in altre trenta occasioni. Nel 2022, con un voto di 185 a 2, le stesse due nazioni, Stati Uniti e Israele, hanno resistito all'ampio consenso internazionale. Anche in quell'occasione, l'Ucraina si è astenuta dal voto, insieme al Brasile dell'epoca guidato da Jair Bolsonaro.

Come hanno votato sull'embargo a Cuba le nazioni nell'Assemblea Generale dell'ONU il 2 novembre 2023

L'origine e l'evoluzione dell'embargo

L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro e all'instaurazione di un regime socialista sull'isola. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.

Inizialmente, l'embargo aveva l'obiettivo di esercitare pressione sul governo cubano per provocare un cambiamento politico. Tuttavia, nel corso degli anni, l'embargo non ha ottenuto gli effetti attesi dalla Casa Bianca e Cuba continua a reggere, nonostante i contraccolpi economici.

Impatti e controversie

L'embargo ha avuto infatti un notevole impatto sull'economia cubana e sulla vita della popolazione. Ha ostacolato l'accesso a beni di consumo essenziali, generando critiche per l'impatto umanitario delle restrizioni. I sostenitori dell'embargo affermano che sia necessario per promuovere il rispetto dei diritti umani a Cuba. Ma è un dato di fatto che gli Stati Uniti non hanno imposto un embargo simile a quello contro Cuba nei confronti della dittatura di Augusto Pinochet in Cile. Un dittatore che è giunto al potere con l'attivo sostegno degli Stati Uniti.

Il futuro dell'embargo

Mentre l'Assemblea generale delle Nazioni Unite continua a esprimere il suo sostegno alla fine dell'embargo, resta da vedere come questa questione si svilupperà nel futuro. Gli Stati Uniti hanno visto cambi di amministrazione con approcci diversi all'embargo negli ultimi anni. 

Ad esempio l’amministrazione Obama nel 2016 aveva optato per la prima volta per l’astensione, ma con Donald Trump si era tornati al voto contrario, linea seguita anche da Joe Biden.

Questa politica continua pertanto a rimanere un argomento controverso nelle relazioni internazionali.

In ogni caso, il voto unanime delle Nazioni Unite in favore della fine dell'embargo a Cuba mette in luce la crescente pressione internazionale per un cambiamento in questa politica, mentre gli Stati Uniti e Israele continuano a sostenere un punto di vista che rimane fortemente isolato su tale questione.

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