L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba
L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite si è nuovamente riunita il 2 novembre 2023 in una sessione plenaria a New York, mettendo in evidenza una questione che da decenni divide il palcoscenico internazionale: l'embargo imposto dagli Stati Uniti all'isola di Cuba. Questo voto, come molti altri in passato, ha visto la maggior parte dei paesi del mondo esprimere un forte sostegno alla fine di questa politica restrittiva.
Un voto storico
Il voto di questa sessione è stato straordinariamente unanime. Ben 187 hanno votato a favore della risoluzione che chiede la fine dell'embargo a Cuba. Questa schiacciante maggioranza rappresenta una chiara manifestazione dell'opinione globale sull'argomento. Solo due paesi, gli Stati Uniti e Israele, si sono espressi contro la fine dell'embargo, ribadendo una posizione che hanno sostenuto in maniera costante nel corso degli anni. Un unico paese si è astenuto: l'Ucraina.
L'isolamento di questi paesi è evidente. Le Nazioni Unite hanno già votato a stragrande maggioranza per porre fine all'embargo a Cuba in altre trenta occasioni. Nel 2022, con un voto di 185 a 2, le stesse due nazioni, Stati Uniti e Israele, hanno resistito all'ampio consenso internazionale. Anche in quell'occasione, l'Ucraina si è astenuta dal voto, insieme al Brasile dell'epoca guidato da Jair Bolsonaro.
L'origine e l'evoluzione dell'embargo
L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro e all'instaurazione di un regime socialista sull'isola. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.
Inizialmente, l'embargo aveva l'obiettivo di esercitare pressione sul governo cubano per provocare un cambiamento politico. Tuttavia, nel corso degli anni, l'embargo non ha ottenuto gli effetti attesi dalla Casa Bianca e Cuba continua a reggere, nonostante i contraccolpi economici.
Impatti e controversie
L'embargo ha avuto infatti un notevole impatto sull'economia cubana e sulla vita della popolazione. Ha ostacolato l'accesso a beni di consumo essenziali, generando critiche per l'impatto umanitario delle restrizioni. I sostenitori dell'embargo affermano che sia necessario per promuovere il rispetto dei diritti umani a Cuba. Ma è un dato di fatto che gli Stati Uniti non hanno imposto un embargo simile a quello contro Cuba nei confronti della dittatura di Augusto Pinochet in Cile. Un dittatore che è giunto al potere con l'attivo sostegno degli Stati Uniti.
Il futuro dell'embargo
Mentre l'Assemblea generale delle Nazioni Unite continua a esprimere il suo sostegno alla fine dell'embargo, resta da vedere come questa questione si svilupperà nel futuro. Gli Stati Uniti hanno visto cambi di amministrazione con approcci diversi all'embargo negli ultimi anni.
Ad esempio l’amministrazione Obama nel 2016 aveva optato per la prima volta per l’astensione, ma con Donald Trump si era tornati al voto contrario, linea seguita anche da Joe Biden.
Questa politica continua pertanto a rimanere un argomento controverso nelle relazioni internazionali.
In ogni caso, il voto unanime delle Nazioni Unite in favore della fine dell'embargo a Cuba mette in luce la crescente pressione internazionale per un cambiamento in questa politica, mentre gli Stati Uniti e Israele continuano a sostenere un punto di vista che rimane fortemente isolato su tale questione.
Articoli correlati
- E' stato violato il diritto internazionale e occorre una condanna unanime
Israele attacca l'Iran, il movimento pacifista sia la voce dell'intera umanità
Di fronte al rischio di un'escalation suicida, i vari gruppi pacifisti nel mondo, a partire da quelli israeliani, hanno il compito di unire le voci e richiamare i governi a isolare Netanyahu. Ancora insufficiente è l'attenzione del movimento ecologista sui rischi nucleari della guerra19 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - Il servizio pubblico tende a schivare la delicata questione dei disertori
Ucraina, quello che la RAI non ci racconta
Vi è una sorta di reticenza nel raccontare il fenomeno diffuso della renitenza alla leva dei giovani ucraini. E delle donne ucraine che chiedono in piazza il ritorno a casa dei soldati. Si preferisce parlare dei soldati feriti che vogliono ritornare al fronte a combattere per difendere la patria.17 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - Il morale tra le truppe è cupo mentre i giovani stanno schivando la leva militare
Perché l'Ucraina sta perdendo la guerra
L'incapacità dell'Occidente di inviare armi a Kiev sta mettendo Putin sulla buona strada per la vittoria. Nei recenti incontri con POLITICO, i leader politici del paese hanno riconosciuto che gli spiriti pubblici stanno cedendo mentre l'Ucraina sembra scivolare verso il disastro17 aprile 2024 - Jamie Dettmer - Israele ha annunciato un nuovo attacco contro l'Iran
Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta
Come pacifisti chiediamo che l'intera comunità internazionale, in sede ONU, prenda le distanze dal ciclo infinito di ritorsioni, superando le divisioni e mettendo da parte i calcoli geopolitici in nome di un solo obiettivo: allontanare il più possibile lo spettro di una terza guerra mondiale16 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network