Dopo i profili personali, le “valutazioni di rischio”

Il quattro dicembre scorso negli USA è entrato in vigore un nuovo sistema di sicurezza dei trasporti, che dovrebbe valutare la potenziale “pericolosità” di tutti i viaggiatori in entrata e in uscita dal paese. Ma, prevedibilmente, non mancano i problemi.
23 gennaio 2007
Chiara Rancati

Il nuovo programma, messo a punto dall'Agenzia per la sicurezza nazionale, si chiama “Automated Targeting System” (ATS), ovvero sistema automatizzato di individuazione degli obiettivi. Si tratta di un “modulo di screening” introdotto in applicazione del Treasury Enforcement Communications System, un nuovo sistema-quadro di raccolta, classificazione e condivisione delle informazioni su vari settori mirato a garantire la sicurezza nazionale in modo efficiente e trasparente. L'ATS, in particolare, si occupa di raccogliere, conservare, esaminare e utilizzare per scopi specifici informazioni su viaggiatori, trasporti e cargo che entrano ed escono dagli Stati Uniti, assegnando ad ogni persona o società una “valutazione di rischio” in base ai dati raccolti.

Tutti i dati utilizzati per la valutazioni, ha fin da subito specificato il governo USA, provengono da fonti preesistenti come il Registro dei nomi dei passeggeri, "realizzato secondo una normativa già in vigore" e "comprendente informazioni che i trasportatori raccolgono nell'ambito delle loro usuali pratiche commerciali nella gestione delle transazioni", e sarebbero soltanto riorganizzati in un sistema lineare e condiviso. Ciononostante, il sistema di ATS pare tutt'altro privo di nodi critici, primo fra tutti il fatto che un individuo non ha modo di sapere quale sia la “valutazione di rischio” assegnatagli, né tantomeno di correggere eventuali informazioni errate, imprecise o false sul proprio conto che siano servite a formularla. Un problema non da poco, se si pensa che informazioni e valutazioni ottenute tramite l'ATS verranno conservate per 40 anni e saranno rese accessibili ad agenti federali, funzionari statali e locali, servizi segreti interni ed esteri e quant'altro, compresi soggetti economici come assegnatori di appalti, agenzie di prestiti e consulenti finanziari.

Tra i primi ad accorgersi dei difetti dell'ATS c'è stata l'Electronic Frontier Foundation (EFF – www.eff.org), che fin dall'annuncio dell'entrata in vigore del sistema ha espresso forti perplessità sui metodi che utilizza e sulle lacune nelle informazioni a riguardo. “Il governo è pronto a dare a milioni di cittadini rispettosi della legge 'valutazioni di rischio' che li seguiranno per tutta la vita – lamenta il consigliere EFF David Sobel – e se questo non fosse già abbastanza spaventoso, nessuno di essi potrà conoscere il proprio punteggio o metterlo in discussione. L'Agenzia per la Sicurezza Nazionale deve rinviare l'applicazione di questo sistema e dare spazio ad un dibattito pubblico informato sul tema”. E aggiunge: “La notizia di questo sistema segreto ha suscitato clamore a livello nazionale. L'Agenzia deve fornire risposte, e fornirle in fretta ai cittadini preoccupati”.

Anche perché i punti oscuri non mancano. Ad esempio, nessuno ha spiegato quali sarebbero le conseguenze nel caso in cui una “valutazione di rischio” indichi che un individuo rappresenta una minaccia. Per questo, EFF ha citato in giudizio a livello federale l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale, chiedendo che vengano date delucidazioni ufficiali sul sistema, in particolare per quanto riguarda il suo impatto sulla privacy, il controllo dell'esattezza delle informazioni e le conseguenze di un'eventuale “valutazione” negativa.

“L'ATS è esattamente il tipo di sistema che il Congresso mirava a proibire con il Privacy Act del 1974 – conclude David Sobel – L'Agenzia deve rispettare la legge e dare agli Americani i chiarimenti che si meritano su questo rischioso programma di controllo”.

Note: EFF sui controlli ai viaggiatori(inglese)

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