Peace and web

L'invasione angloamericana dell'Iraq dà un'immagine della più grande potenza del mondo decisamente guerrafondaia. Bisogna navigare sul web per trovare i molti pacifisti statunitensi che si danno da fare per salvare la pace.
8 aprile 2003
Ludovic Hirtzmann
Fonte: Da Cyberpresse.ca - 28/03/03 - http://www.cyberpresse.ca/internet/article/1,150,0,032003,245640.shtml

Se l'invasione anglo-americana dell'Iraq dà un'immagine per lo meno bellicosa della perfida Albione e della sua grande sorella americana, bisogna assolutamente navigare sul Web per rendersi conto che gli Stati Uniti non sono un monolite di TNT dalle estremità acuminate. I siti pacifisti si danno da fare il più possibile per ristabilire la pace.

"Perché terrorizziamo delle persone che terrorizzano altre persone per dimostrare a queste persone che è male terrorizzare le persone?"

Gli internauti possono ritrovare questo slogan su peaceprojet.com, un sito Internet militante per una soluzione pacifica in Iraq. Gli autori di peaceprojet.com vendono delle spillette che riportano degli slogan talvolta pungenti. "Il cow-boy sta conducendo il paese in un fossato. Dichiara una guerra per coprirlo". Altre frasi come "No blood for oil" (Niente sangue in cambio di petrolio) sono ormai divenute dei classici.

Peaceproject.com vi propone una collezione di più di 600 bottoni, manifesti, magliette per fermare la guerra. Segno dei tempi, se gli slogan della guerra del Vietnam insistevano sulla necessità di fare l'amore invece della guerra, quelli di questa nuova guerra del Golfo sono più freddi. Tutti i siti, come United for peace and Justice o Peacepins.com insistono su un punto: "Peace is patrioctic" (La pace è patriottica). Questo leitmotiv sembra condiviso da tutti i siti in favore della pace. Il sito peacepins.com ha anche realizzato una spilletta in metallo che proclama "Patriot for Peace" (patrioti per la pace).

Ma i pacifisti del virtuale vanno al di là della semplice vendita di bandiere, magliette e cartelloni contro la guerra.

L'Internet della non-violenza è anche il mezzo migliore per annunciare le mobilitazioni per la pace. United for Peace and Justice ha così fatto un appello per una disobbedienza civile a New York, ieri. Da parte sua, 911 Peace Network, che si presenta come una "Risposta alternativa alla tragedia dell' 11/9" è una delle più importanti voci per la pace per la California. Il 911 Peace Network è anche accessibile in più lingue. Questi siti dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che New York e San Francisco restano ancora delle città 'a parte' negli Stati Uniti.

Un altro sito, antiwar.com, si descrive come "Il migliore tra i riferimenti, le opinioni, le attività contro la guerra". Se il sito, come la maggior parte dei media, riporta poche informazioni inedite sul conflitto, si spinge comunque più lontano dei comunicati del Comando Centrale americano e della CNN. Su antiwar.com i websurfer verranno a sapere che dei missili americani si sono schiantati in Turchia, o anche che "Gli Iraniani hanno aperto il fuoco sulle forze alleate attraverso la frontiera irachena". Da parte sua United for Peace and Justice fornisce vari consigli per decodificare l'informazione e variare le proprie fonti.

Infine, se volete saperne di più sui pacifisti sul campo, non dimenticate di visitare il sito degli scudi umani. Questi volontari si trovano ora in Iraq e si sono stabiliti in varie località del territorio iracheno per evitare che l'esercito anglo-americano le bombardi. BoucliersHumains.org indica sul suo sito i punti strategici dove si sono insediati questi volontari.

Se desiderate saperne ancora di più sui siti per la pace, Peace Project e United for Peace and Justice vi manderanno svariate centinaia di link a siti sulla pace. Questi ultimi potranno avere un'influenza sulla guerra? Come ricorda il sito peaceprojet.com: "I problemi americani non saranno risolti in Iraq".

Per saperne di più sui siti per la pace:

Peace Project
www.peaceproject.com

Antiwar.com
www.antiwar.com

United for Peace and Justice
www.unitedforpeace.org

911 Peace Network
www.911peace.net

PeacePins
http://peacepins.com

Les boucliers humains
www.boucliershumains.org

 

 

Note: Tradotto da Susanna Valle il 6 aprile 2003. Ogni riproduzione non profit è consentita citando la fonte ed il nome di chi traduce.

Articoli correlati

  • "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"
    Economia
    Intervista a Jeffrey Sachs sulla guerra in Ucraina, la Nato, l'Europa, gli USA e la Cina

    "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"

    "Gli Stati Uniti hanno chiamato il primo ministro Meloni e hanno detto di uscire dalla Via della Seta. Pensate che abbia avuto da sola quell’idea? L'idea statunitense è che nessuno debba rivaleggiare con la potenza degli USA. Dovremmo invece puntare a costruire un mondo multipolare e cooperativo".
    6 febbraio 2024 - Jeffrey Sachs
  • Schede
    Il 26 maggio 2004 il New York Times riconobbe i propri errori pubblicando un articolo

    Le presunte armi di distruzione di massa di Saddam in Iraq

    Giornali come il New York Times, fino al 2003 ostili alla guerra, finirono per accettare come veritiere le affermazioni di Powell e per considerare ineluttabile l'intervento armato. A guerra terminata non fu trovata alcuna traccia di quelle fantomatiche armi.
    16 novembre 2023
  • L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba
    Latina
    Una sola nazione si è astenuta: l'Ucraina

    L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba

    Solo due nazioni hanno votato per mantenere l'embargo: Stati Uniti e Israele.
    L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.
    3 novembre 2023 - Redazione PeaceLink
  • "Decine di commando USA combattono in Israele"
    Palestina
    L'escalation preoccupa la comunità internazionale, si dimette dall'ONU Craig Mokhiber

    "Decine di commando USA combattono in Israele"

    Negli ultimi giorni gli Usa stanno partecipando sul campo alle operazioni di liberazione di 240 ostaggi catturati da Hamas e trattenuti a Gaza. Questa notizia segna un importante cambio nella posizione degli Stati Uniti, passando da spettatori e consulenti a partecipanti attivi nei combattimenti.
    2 novembre 2023 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)